verso la prova invalsi prova 1 tessuto di cotone usato per abiti femminili estivi. 1. cretonne: riadattati alla meglio. 2. rimediati: acquistati un po’ più grandi di misura tenendo conto della crescita. 3. acquistati… crescenza: rumore di ciabatte. 4. ciabattio: la pallina con il nome della squadra di calcio Roma e la noce con il nome della squadra Lazio sono due giochini che Useppe ha ricevuto in regalo. 5. In mano… perduta: associazione nata con lo scopo di proteggere i civili durante gli attacchi aerei. 6. Unpa: durante la guerra, persona incaricata di sorvegliare l’edificio in cui risiedeva e di organizzarne l’evacuazione in caso di bombardamento. 7. Capofabbricato: vicino. 8. accosto: polverosa 9. pulverulenta: 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 testo narrativo Sotto le bombe Una di quelle mattine Ida, con due grosse sporte al braccio, tornava dalla spesa tenendo per mano Useppe. Faceva un tempo sereno e caldissimo. Secondo un’abitudine presa in quell’estate per i suoi giri dentro al quartiere, Ida era uscita, come una popolana, col suo vestito di casa di cretonne stampato a colori, senza cappello, le gambe nude per risparmiare le calze, e ai piedi delle scarpe di pezza con alta suola di sughero. Useppe non portava altro addosso che una camiciolina quadrettata stinta, dei calzoncini rimediati di cotone turchino, e due sandaletti di misura eccessiva (perché acquistati col criterio della crescenza ) che ai suoi passi sbattevano sul selciato con un ciabattio . In mano, teneva la sua famosa pallina Roma (la noce Lazio durante quella primavera fatalmente era andata perduta ). 1 2 3 4 5 Uscivano dal viale alberato non lontano dallo Scalo Merci, dirigendosi in via dei Volsci, quando, non preavvisato da nessun allarme, si udì avanzare nel cielo un clamore d’orchestra metallico e ronzante. Useppe levò gli occhi in alto, e disse: «Lioplani». E in quel momento l’aria fischiò, mentre già in un tuono enorme tutti i muri precipitavano alle loro spalle e il terreno saltava d’intorno a loro, sminuzzato in una mitraglia di frammenti. «Useppe! Useppeee!» urlò Ida, sbattuta in un ciclone nero e polveroso che impediva la vista: «Mà, sto qui», le rispose, all’altezza del suo braccio, la vocina di lui, quasi rassicurante. Essa lo prese in collo, e in un attimo le ribalenarono nel cervello gli insegnamenti dell’Unpa (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) e del Capofabbricato : che, in caso di bombe, conviene stendersi al suolo. Ma invece il suo corpo si mise a correre senza direzione. Aveva lasciato cadere una delle sue sporte, mentre l’altra, dimenticata, le pendeva ancora al braccio, sotto al culetto fiducioso di Useppe. Intanto, era incominciato il suono delle sirene. Essa, nella sua corsa, sentì che scivolava verso il basso, come avesse i pàttini, su un terreno rimosso che pareva arato, e che fumava. Verso il fondo, essa cadde a sedere, con Useppe stretto fra le braccia. Nella caduta, dalla sporta le si era riversato il suo carico di ortaggi, fra i quali, sparsi ai suoi piedi, splendevano i colori dei peperoni, verde, arancione e rosso vivo. 6 7 Con una mano, essa si aggrappò a una radice schiantata, ancora coperta di terriccio in frantumi, che sporgeva presso di lei. E assestandosi meglio, rannicchiata intorno a Useppe, prese a palparlo febbrilmente in tutto il corpo, per assicurarsi ch’era incolume. Poi gli sistemò sulla testolina la sporta vuota come un elmo di protezione. Si trovavano in fondo a una specie di angusta trincea, protetta nell’alto, come da un tetto, da un grosso tronco d’albero disteso. […] Useppe, accucciato contro di lei, la guardava in faccia, di sotto la sporta, non impaurito, ma piuttosto curioso e soprapensiero. «Non è niente», essa gli disse, «non aver paura. Non è niente». Lui aveva perduto i sandaletti ma teneva ancora la sua pallina stretta nel pugno. Agli schianti più forti, lo si sentiva appena appena tremare: «Nente...» diceva poi, fra persuaso e interrogativo. I suoi piedini nudi si bilanciavano quieti accosto a Ida, uno di qua e uno di là. Per tutto il tempo che aspettarono in quel riparo, i suoi occhi e quelli di Ida rimasero, intenti, a guardarsi. Lei non avrebbe saputo dire la durata di quel tempo. Il suo orologetto da polso si era rotto; e ci sono delle circostanze in cui, per la mente, calcolare una durata è impossibile. 8 Al cessato allarme, nell’affacciarsi fuori di là, si ritrovarono dentro una immensa nube pulverulenta che nascondeva il sole, e faceva tossire col suo sapore di catrame: attraverso questa nube, si vedevano fiamme e fumo nero dalla parte dello Scalo Merci. Sull’altra parte del viale, le vie di sbocco erano montagne di macerie, e Ida, avanzando a stento con Useppe in braccio, cercò un’uscita verso il piazzale fra gli alberi massacrati e anneriti. […] 9 Intanto, altra gente era riapparsa, crescendo in una folla che si aggirava come su un altro pianeta. Certuni erano sporchi di sangue. Si sentivano delle urla e dei nomi, oppure: «anche là brucia!» «dov’è l’ambulanza?!» Però anche questi suoni echeggiavano rauchi e stravaganti, come in una corte di sordomuti. La vocina di Useppe ripeteva a Ida una domanda incomprensibile, in cui le pareva di riconoscere la parola casa: «Mà, quando torniamo a casa?» (da Elsa Morante, , Einaudi, Torino 1974) La Storia Leggi il testo e poi rispondi alle domande. Chi è Useppe? 1 a. Un bambino che abita nello stesso palazzo di Ida. b. Il nipote di Ida. c. Il figlio di Ida. d. Un bambino incontrato per strada. Perché i sandaletti di Useppe sono stati acquistati «col criterio della crescenza» (r. 9)? 2 a. Perché il negozio non aveva il numero giusto. b. Per far camminare più comodamente Useppe. c. Per poterli usare per più tempo. d. Per farli usare anche al fratello maggiore. Quale indicazione dell’Unpa segue Ida? 3 a. Correre a casa. b. Nessuna. c. Stendersi al suolo. d. Restare immobili dove si è. Dove è ambientato il brano? 4 a. In un paesino di campagna. b. In un paesino del Lazio. c. Nella città di Roma. d. In una città del Nord Italia. In quale periodo storico si svolge la vicenda? 5 a. Prima guerra mondiale. b. Seconda guerra mondiale. c. Moti del Risorgimento. d. Rivoluzione francese. In base a quanto si può desumere dal testo, qual è la condizione sociale di Ida e Useppe? 6 a. Fanno parte di una famiglia molto ricca. b. Sono benestanti, nonostante la guerra. c. Sono poverissimi. d. Vivono dignitosamente la loro condizione di povertà dovuta alla guerra. Individua tra le seguenti parole il sinonimo di «febbrilmente» (r. 36): 7 a. tranquillamente. b. moderatamente. c. lentamente. d. freneticamente. Il termine “sporta” che compare più volte nel brano indica: 8 a. un piccolo zaino. b. una borsa da donna. c. una borsa per la spesa. d. una piccola valigia. Nel brano, di che cosa si preoccupa principalmente Ida? 9 a. Di non rovinare i suoi vestiti e quelli di Useppe. b. Di non perdere la spesa che aveva fatto. c. Di proteggere Useppe. d. Di mettersi in salvo. Nel lessico storico che cosa indica la parola “trincea” (r. 39)? 10 a. Sbarramento costruito con materiali occasionali per impedire l’avanzata del nemico. b. Tipo di combattimento corpo a corpo. c. Camminamento posto sulle mura di un castello. d. Struttura difensiva militare costituita da un fossato scavato nel terreno. Dal testo si può desumere che i bombardamenti erano preannunciati da un allarme: 11 a. sempre. b. mai. c. spesso. d. solo se il bombardamento avveniva di notte. La similitudine «come in una corte di sordomuti» (rr. 62-63) vuole sottolineare: 12 a. il rumore così assordante da coprire la voce delle persone. b. la preoccupazione delle persone di riuscire a mettersi in salvo. c. l’indifferenza delle persone ormai abituate a quelle scene di sofferenza. d. lo smarrimento e la disperazione delle persone che non sanno cosa fare. A quale genere appartiene il brano? 13 a. Narrazione memorialistica. b. Racconto realistico. c. Racconto fantastico. d. Documento storico. Qual è lo scopo principale del brano? 14 a. Descrivere un bombardamento. b. Far riflettere sugli orrori della guerra. c. Raccontare una storia ambientata in un periodo di guerra. d. Far conoscere un evento storico realmente accaduto ma ignorato dalla Storia. Prova 1 verso la prova invalsi Prova 1