L autore Tibullo 1. Le elegie di Lìgdamo: di questo poeta non si sa nulla, oltre a quanto si può ricavare dai suoi versi. Il nome Lìgdamo è uno pseudonimo, in quanto il poeta afferma di appartenere a un antica famiglia romana, mentre il nome è greco. L autore di queste sei elegie, probabilmente appartenente al circolo di Messalla, non è stato identificato con sicurezza, ma certamente non può trattarsi di Tibullo, per alcune informazioni biografiche presenti nei suoi versi. Nelle sue sei elegie, mediamente più brevi di quelle di Tibullo, Lìgdamo canta il proprio amore per una donna di nome Neèra. 2. Il panegirico di Messalla, un lungo componimento in 211 esametri, che celebra le virtù militari e civili e i successi del generale e uomo politico. 3. Il ciclo di Sulpicia e Cerinto: in queste poesie si racconta l amore tra Sulpicia (nipote di Messalla) e Cerinto (pseudonimo greco di un uomo non identificato con certezza). I testi sono divisi in due gruppi: nel primo sono raccolte cinque brevi elegie composte da un poeta che alcuni tendono a identificare con Tibullo e nelle quali Sulpicia parla in prima persona. Il secondo comprende sei componimenti brevissimi, di fatto epigrammi più che elegie, nei quali è sempre Sulpicia a parlare; si ritiene che possano essere stati davvero scritti da una donna: sarebbe in tal caso una delle pochissime poetesse della letteratura latina classica di cui si siano conservati dei versi (ma l attribuzione è assai controversa). 4. Due componimenti, generalmente attribuiti a Tibullo. 3. Lo stile L apparente semplicità di Tibullo Lo stile di Tibullo sembra semplice e piano, privo di particolarità o ricercatezze lessicali, sintattiche o metriche: la critica ha parlato a questo proposito di senso della misura e di purismo lessicale. Lungi dall essere conseguenza di uno stile facile , l apparente semplicità di Tibullo è il frutto di una raffinata ricerca espressiva, che evita sistematicamente lo scarto dalla norma, con risultati di eleganza, a suo modo, perfetta. Uno schema ricorrente La poesia di Tibullo si caratterizza inoltre per una particolare tecnica compositiva. stato infatti osservato come in tutte le elegie di carattere soggettivo (nelle quali cioè il poeta parla di sé stesso e dei propri sentimenti) si incontri uno schema ricorrente: il testo inizia con una situazione di partenza fortemente negativa e caratterizzata da una condizione psicologica di sofferenza; successivamente l io poetico tende a evadere verso un passato o un futuro immaginati sempre come migliori. Il susseguirsi di scene e immagini riconducibili a un tempo (passato o futuro) immaginato e pensato come più felice conferisce all elegia tibulliana un caratteristico andamento da monologo interiore. 55