L età di Augusto 1. La vita La giovinezza Publio Ovidio Nasone nasce a Sulmona, nell attuale Abruzzo, nel 43 a.C.; di famiglia equestre, frequenta a Roma le migliori scuole di retorica per svolgere la professione di avvocato e dedicarsi alla politica. Decide ben presto di abbandonare quel tipo di carriera per seguire la sua vera vocazione, quella letteraria: entra nel circolo di Messalla Corvino ( d p. 11) e stringe amicizia con i più importanti poeti e letterati del tempo. In questi primi anni, tra il 20 a.C. e il 2 d.C., compone tutte le opere di argomento amoroso: le elegie degli Amores (d p. 73); la prima parte delle Heroides (d p. 74); l Ars amatoria e i Remedia amoris (d p. 73); la Medea, una tragedia purtroppo andata perduta. La maturità Il periodo seguente, coronato da un successo ormai diffuso, vede la composizione, tra il 2 e l 8 d.C., dei due poemi di maggiore impegno: Relegatio Non si tratta di un vero e proprio esilio, che a Roma prevedeva la perdita della cittadinanza e la confisca dei beni, provvedimenti che non colpirono Ovidio. i Fasti (d p. 77); le Metamorfosi (d p. 76). L esilio Nell 8 d.C. Ovidio viene colpito da un decreto di relegatio ( confino ) che lo costringe ad abbandonare Roma e a recarsi a vivere, per il resto della sua esistenza, a Tomi (l odierna Costanza), sul mar Nero. Secondo quanto scrive lo stesso poeta, le cause di questa terribile punizione sarebbero due, un carmen e un error: 1. il carmen è l Ars amatoria, opera che propone una visione assai libera delle relazioni amorose, in forte contrasto con la politica moralizzatrice perseguita da Augusto; 2. l error, che Ovidio lascia nel vago, sembra da imputare al fatto che il poeta possa aver visto o saputo qualcosa di compromettente (forse un adulterio di Giulia Minore, la nipote di Augusto) senza rivelarlo a chi di dovere. Gli studiosi, tuttavia, non sono mai giunti a risolvere questo mistero. Nei lunghi anni di lontananza da Roma, il poeta compone diverse opere: i cinque libri dei Tristia (d p. 78); i quattro delle Epistulae ex Ponto (d p. 79); l Ibis, una lunga invettiva poetica indirizzata contro uno dei suoi nemici a Roma. Secondo le fonti Ovidio sarebbe morto, a Tomi, nel 17 o nel 18 d.C. 72