L’ORA DI GEOGRAFIA Ecosistemi e risorse ECONOMIA Ecosistemi e società Fin dall’antichità le caratteristiche dell’ambiente hanno influito in modo determinante sull’evoluzione della specie umana e sullo . Ogni comunità vive infatti all’interno di un – inteso come l’insieme degli organismi viventi e delle sostanze non viventi che interagiscono tra loro e con l’ambiente circostante – le cui caratteristiche (la morfologia del territorio, il clima, le specie animali e vegetali che esso ospita) influiscono direttamente sulla vita degli esseri umani. L’ecosistema costituisce per gli uomini un patrimonio di risorse preziose. La presenza di terreni fertili, di bacini fluviali e di un clima favorevole all’agricoltura, per esempio, rappresentarono gli elementi fondamentali per lo sviluppo delle prime civiltà. sviluppo storico delle civiltà ecosistema L’antropizzazione dell’ambiente La ricchezza degli ecosistemi non è però inesauribile: l’impatto dell’uomo sull’ecosistema viene misurato dalla cosiddetta , un indice calcolato in ettari che stabilisce quanta superficie terrestre sarebbe necessaria per rigenerare le risorse consumate da una popolazione e riassorbire i rifiuti prodotti. L’antropizzazione dell’ambiente – ossia le trasformazioni che l’uomo produce sugli elementi naturali attraverso il disboscamento, la costruzione di centri abitati, di impianti produttivi, di vie di comunicazione – può generare situazioni di grave rischio. Queste si concretizzano quando gli effetti delle attività umane superano la capacità di carico degli ecosistemi, cioè la possibilità dell’ambiente di rigenerare le risorse consumate. Condizioni di relativo squilibrio tra attività umane e risorse ambientali si sono verificate anche in passato. Le tribù nomadi di epoca neolitica, per esempio, erano costrette a continui spostamenti perché lo sfruttamento intensivo di un territorio ne esauriva le risorse. Analogamente, il declino delle civiltà fluviali mesopotamiche fu causato anche dagli effetti dell’intensa attività agricola: l’irrigazione, praticata con le acque dei fiumi ricche di sali, provocò un’eccessiva salinizzazione dei terreni, che ne ridusse drasticamente la fertilità. Da qualche decennio, tuttavia, lo sfruttamento degli ecosistemi è cresciuto enormemente, mettendo a rischio la capacità dell’ambiente di rigenerare le risorse necessarie alla vita. “impronta ecologica” Una vasta area deforestata. pagina 125 La biodiversità Il rischio ambientale causato da un eccessivo consumo delle risorse naturali è aggravato dalla . Maggiore è la biodiversità di un ecosistema, cioè la varietà delle specie di organismi viventi presenti al suo interno, maggiore è la sua capacità di ristabilire l’equilibrio alterato da cause naturali (cambiamenti climatici, catastrofi naturali) o antropiche. Sono proprio le conseguenze dell’antropizzazione a rappresentare oggi il pericolo più preoccupante per la biodiversità del pianeta: l’inquinamento, la deforestazione e lo sfruttamento indiscriminato dei territori producono gravi danni all’ambiente, minacciando la sopravvivenza di molte specie viventi. Attualmente si calcola che scompaiano quasi tre specie animali e vegetali ogni ora, con un ritmo che porterebbe all’estinzione di circa la metà delle specie viventi nell’arco di un solo secolo. perdita di biodiversità Anche le hanno conseguenze rilevanti sull’ecosistema. Elevati consumi di carne, per esempio, comportano un uso di risorse e un impatto ambientale maggiori di quelli richiesti da un’alimentazione prevalentemente vegetariana. È stato calcolato che la quantità di cereali utilizzata per produrre un solo piatto di carne (vale a dire i cereali impiegati per nutrire l’animale destinato al macello) sarebbe sufficiente a sfamare 50 persone. nostre scelte alimentari GUIDA ALLO STUDIO Che cos’è un ecosistema? Che cosa misura l’impronta ecologica? Quali trasformazioni produce l’uomo sugli elementi naturali? Come è cambiato il rapporto tra popolazioni e risorse oggi rispetto al passato? Da che cosa è minacciata la biodiversità del pianeta? Quali conseguenze hanno le nostre scelte alimentari sull’ecosistema? Risorse naturali e fonti energetiche Le risorse naturali possono essere classificate in base ai tempi che la natura impiega a rigenerarle. Le vengono reintegrate dai cicli naturali in tempi relativamente brevi, e sono dunque virtualmente inesauribili. Le , invece, una volta utilizzate non sono più disponibili nell’ambiente. risorse rinnovabili risorse non rinnovabili È evidente che se le comunità umane consumano prevalentemente risorse non rinnovabili rischiano di esaurirle del tutto. Anche l’impiego delle risorse rinnovabili, però, è sottoposto a limiti: la loro disponibilità sarebbe gravemente minacciata da uno sfruttamento eccessivo, che non rispetti i tempi della loro rigenerazione naturale. Il carbone e il petrolio Il è un combustibile solido che si forma dopo un lunghissimo processo naturale di fossilizzazione, durante il quale avviene la mineralizzazione e l’arricchimento di carbonio dei resti di organismi animali e vegetali intrappolati nei sedimenti della crosta terrestre. Si tratta di una , perché la sua combustione produce grandi quantità di anidride carbonica che vengono immesse nell’atmosfera. Tuttavia il carbone è ancora oggi ampiamente usato. carbone fonte non rinnovabile altamente inquinante Anche il è un combustibile fossile, formatosi dalla decomposizione di sostanze vegetali e animali avvenuta circa cento milioni di anni fa. Utilizzato dal XIX secolo, quando affiancò il carbone nel corso della cosiddetta “seconda rivoluzione industriale”, è tuttora il per le produzioni industriali e per alimentare i motori dei mezzi di trasporto. petrolio combustibile più usato nel mondo La relativa scarsità di petrolio e la localizzazione dei maggiori giacimenti in determinate aree geografiche del globo sono un elemento di , che ha provocato più volte, nel corso del secolo scorso e all’inizio del nuovo, gravi tensioni economiche e politiche tra Paesi produttori e Paesi consumatori. Nel 1973 e nel 1979, per esempio, i notevoli aumenti dei prezzi di vendita del petrolio imposti dai Paesi produttori hanno provocato due gravi crisi energetiche internazionali. La questione energetica è stata un elemento chiave anche nella guerra russo-ucraina scoppiata nel febbraio 2022, con la dipendenza di molti Paesi europei (in particolare Germania e Italia) dal gas e dal petrolio importati dalla Russia. instabilità geopolitica Oltre ai problemi economici e politici, l’impiego del petrolio comporta anche , dovuti all’inquinamento provocato dai residui di lavorazione delle raffinerie e dalle sostanze cancerogene diffuse nell’atmosfera durante la combustione dei suoi derivati (benzina e gasolio). gravi danni ambientali Petrolio, la produzione e il consumo I serbatoi di una raffineria di petrolio, in Indonesia. pagina 126 Il gas naturale Dai processi di formazione del petrolio derivano anche i gas naturali, come il . Allo stato aeriforme, la diffusione del metano avviene attraverso una rete di gasdotti che collega i luoghi di produzione ai Paesi consumatori. In natura, a temperature molto basse, è possibile trovarlo anche liquefatto. Allo stato liquido viene trasportato tramite cisterne montate sulle navi o sugli autotreni. metano Dal punto di vista geopolitico, il gas comporta . L’elevato costo degli impianti e il rischio che le tensioni politiche possano minacciare il blocco improvviso delle forniture da parte dei Paesi produttori inducono a ritenere che nemmeno il metano costituisca la soluzione definitiva al problema della mancanza di energia. Del resto, anche le riserve di gas naturale sono destinate a esaurirsi nel corso di pochi decenni. problemi analoghi a quelli che abbiamo visto per il petrolio pagina 127 L’energia nucleare L’energia nucleare (o termonucleare) sfrutta le enormi quantità di energia sprigionate dalla fissione (cioè dalla “rottura”) del nucleo di atomi di uranio, un metallo radioattivo presente in natura. Si tratta di una fonte non rinnovabile che ha iniziato ad avere una vasta diffusione nella seconda metà del XX secolo, quando si è cercata un’alternativa alla dipendenza energetica dal petrolio. Rispetto a quest’ultimo ha infatti rendimenti molto elevati: per esempio, in una centrale attuale, il trattamento di una sola tonnellata di uranio permette di produrre energia equivalente a quasi 700 000 tonnellate di petrolio, per di più senza immettere sostanze inquinanti nell’atmosfera. Il nucleare, tuttavia, accanto a questi vantaggi, presenta rilevanti aspetti critici. Innanzitutto, le centrali sono soggette a che comportano gravi rischi di contaminazione. Nel 1986, l’esplosione di un reattore nella centrale nucleare di (Ucraina) e gli effetti a lungo termine della contaminazione delle radiazioni provocarono la morte di migliaia di persone e un numero elevatissimo di gravi malformazioni e di malattie. Un altro gravissimo episodio di contaminazione radioattiva si è verificato in Giappone nel 2011, in seguito al violento tsunami che ha irrimediabilmente compromesso la sicurezza della centrale di , contaminando il mare con materiale altamente radioattivo. incidenti Chernobyl Fukushima Al di là di questi eventi disastrosi, comunque, l’uso dell’energia nucleare implica costanti . Gli investimenti necessari per costruire le sofisticate centrali sono molto elevati e resi incerti dalla minaccia concreta che le scorte naturali di uranio si esauriscano nell’arco di pochi decenni. Rimane poi irrisolto il problema del costoso e difficile smaltimento delle scorie prodotte dall’impiego dell’uranio, che rimangono radioattive per centinaia di migliaia di anni. problemi di tipo economico e ambientale Una centrale nucleare in Francia. Le risorse naturali rinnovabili La crescita della popolazione mondiale e il costante aumento dei consumi energetici rendono sempre più drammatico il . Oggi oltre l’80% delle fonti è ancora costituito dai combustibili fossili e dall’uranio, cioè da risorse non rinnovabili. problema dell’approvvigionamento di energia Una possibile soluzione consiste nel ricorso alle energie alternative, che sfruttano risorse naturali rinnovabili. Per il momento, tuttavia, con la sola eccezione dell’energia idroelettrica, . Le fonti rinnovabili presentano grandi vantaggi, come l’ e l’ , dal momento che il loro impiego non comporta l’immissione di sostanze inquinanti nell’ambiente. il rendimento energetico delle fonti alternative è di gran lunga inferiore a quello dei combustibili fossili e del nucleare inesauribilità impatto ambientale limitato Nemmeno l’uso di queste fonti è però privo di . La produzione di grandi quantità di energia richiede l’occupazione di ampi spazi e notevoli investimenti economici. controindicazioni Studio sul grafico p. 129 pagina 128 L’energia solare Negli ultimi anni si è verificata una notevole diffusione degli impianti che sfruttano l’energia del Sole. Le tecnologie attualmente impiegate sono di tre tipi: i , che generano acqua calda da utilizzare negli edifici pubblici e privati; pannelli solari termici i , che generano invece vapore e sono utilizzati principalmente per il riscaldamento domestico; pannelli a concentrazione i , che sfruttano i raggi solari per produrre energia elettrica. pannelli fotovoltaici I pannelli fotovoltaici sono composti da silicio, un materiale assai diffuso in natura (è il componente principale della sabbia). Gli impianti fotovoltaici sono dotati di un , un dispositivo che trasforma la luce del sole in corrente alternata. : basti pensare che ogni secondo il Sole trasmette sulla Terra più di 50 milioni di gigawatt (si tratta dell’unità di misura della potenza degli impianti di produzione di elettricità, abbreviata in gW), mentre la potenza media di una centrale elettrica si ferma di norma a 1 gW. inverter Il rendimento di questi impianti, in teoria, può essere davvero notevole La difficoltà consiste però nel , un’esigenza che gli impianti attuali non sono ancora in grado di soddisfare appieno. Per esempio, per assicurare il fabbisogno giornaliero di corrente elettrica di una famiglia media (3 kW di potenza), sono necessari impianti fotovoltaici delle dimensioni di circa 25 metri quadrati. Inoltre, la produzione di questi impianti dipende dalle : sebbene siano in grado di produrre energia anche quando il cielo è nuvoloso, la loro resa massima si ha nelle ore centrali del giorno e in assenza di nuvole. Ulteriori difficoltà dipendono dall’ : l’irradiazione è più intensa nella fascia equatoriale, che però è poco abitata, mentre è decisamente più limitata alle latitudini in cui si trovano le aree più popolate del pianeta. riuscire a sfruttare efficacemente questa enorme potenzialità di energia condizioni atmosferiche inclinazione dei raggi solari L’energia eolica Già nell’antichità l’energia eolica (così chiamata dal nome del dio greco dei venti, Eolo) era utilizzata dagli esseri umani per far muovere le vele delle imbarcazioni e le pale dei mulini a vento. L’evoluzione tecnologica degli antichi mulini è rappresentata dalle attuali (chiamate anche aerogeneratori), composte da enormi pale installate su altissimi piloni, che possono raggiungere anche i 100 metri di altezza. L’energia elettrica viene prodotta da un generatore elettromagnetico, grazie al movimento rotatorio delle pale mosse dal vento. turbine eoliche Gli aerogeneratori richiedono e hanno un . Inoltre, risultano redditizi soltanto se installati in . spazi molto ampi notevole impatto dal punto di vista paesaggistico zone molto ventose Pale eoliche , cioè in mare aperto, in Danimarca. off-shore L’energia idroelettrica e mareomotrice Un è garantito dalle , attualmente in forte espansione, con decine di migliaia di impianti in tutto il mondo. La produzione di energia idroelettrica copre al momento il 25% circa del fabbisogno totale di energia del mondo e consente di limitare il ricorso ai combustibili fossili. Sfruttando il dislivello altimetrico tra i bacini artificiali e le centrali poste a valle, la muove enormi turbine collegate a generatori di corrente. I principali produttori di energia idroelettrica si trovano nel continente americano, dove immensi bacini idrografici, caratterizzati da notevoli dislivelli, garantiscono le condizioni ambientali ideali per lo sfruttamento dell’acqua. rendimento energetico elevato centrali idroelettriche forza cinetica dell’acqua Questi impianti, però, hanno un , dovuto alla cementificazione di ampi bacini fluviali, al dissesto idrogeologico provocato dal disboscamento di vaste aree geografiche e all’alterazione degli equilibri idrici dei territori (interi Paesi sono stati sommersi dai bacini artificiali e le zone a valle sono state spesso colpite da siccità). In alcune aree del mondo, la costruzione di dighe che alterano le caratteristiche dei bacini fluviali e pregiudicano la possibilità di sfruttarne le risorse idriche è addirittura . impatto ambientale molto critico causa di conflitti armati Dal movimento delle acque dipende anche , generata dall’alternarsi periodico di innalzamento e abbassamento del livello del mare. La diffusione degli impianti in grado di sfruttare questo fenomeno è però attualmente limitata a poche zone costiere degli oceani, dove le maree sono caratterizzate da ampiezze verticali notevoli, che possono raggiungere anche i 20 metri. l’energia delle maree pagina 129 L’energia geotermica e le biomasse Anche il è oggi sfruttato per ottenere energia. Il calore arriva in superficie sotto forma di (geyser e soffioni) a temperature altissime, che vengono utilizzati per produrre energia elettrica attraverso apposite turbine. Questa risorsa energetica naturale è , ha un e non comporta emissioni inquinanti. La costruzione degli impianti è però vincolata alle : l’estrazione dell’energia geotermica direttamente dalle profondità della Terra sarebbe infatti troppo dispendiosa e per questo motivo la collocazione geografica delle centrali è limitata alle poche aree in cui si trovano sorgenti naturali di calore nel sottosuolo. In Italia, per esempio, le centrali geotermiche sono concentrate in Toscana, nella zona di Larderello. calore presente nel sottosuolo getti d’acqua o di vapore inesauribile elevato rendimento condizioni ambientali del territorio Un’altra fonte rinnovabile è rappresentata dalle biomasse, cioè i . Opportunamente trattati in appositi impianti, anche questi prodotti di scarto possono contribuire alla produzione di energia. Al momento sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo, che non dispongono di altre fonti energetiche, a utilizzare le biomasse per produrre energia, ricavandone mediamente più di un terzo del loro fabbisogno. prodotti biodegradabili ricavati dalle attività agricole e zootecniche e dagli scarti alimentari urbani Energie rinnovabili e non rinnovabili Il grafico mostra la crescita nell'utilizzo di risorse rinnovabili nei Paesi dell'Unione Europea. Le fonti energetiche principali sono quella idroelettrica e quella eolica. L’uso di energia eolica e solare, in particolare, è aumentato significativamente negli ultimi anni. GUIDA ALLO STUDIO Come sono classificate le risorse energetiche? Quali sono i combustibili fossili? Quali svantaggi presenta lo sfruttamento di carbone, petrolio e gas naturale? In che modo l’instabilità geopolitica di alcuni Paesi può influenzare la disponibilità di determinate risorse? Quali sono i vantaggi e i rischi del ricorso all’energia nucleare? Quali sono le principali energie alternative? Quali difficoltà limitano tuttora l’utilizzo delle energie rinnovabili?