LEZIONE 4.1 – L’uomo nel continente europeo Uno sviluppo più lento Nel periodo in cui nella si sviluppavano , le comunità umane stanziate , traendo sostentamento dalla pastorizia nomade, dalla caccia, dalla pesca e dalla raccolta dei vegetali. mezzaluna fertile fiorenti civiltà urbane nel cuore del continente europeo continuavano a vivere come i loro predecessori paleolitici Anche dopo la diffusione dell’agricoltura, lo sviluppo di centri urbani avvenne più lentamente e attraverso un percorso più travagliato, senza raggiungere il livello di complessità delle civiltà orientali. Accanto al divario tra Vicino Oriente ed Europa, inoltre, ne esisteva uno interno all’Europa stessa: le popolazioni stanziate lungo le coste e sulle isole furono infatti presto coinvolte nei traffici marittimi del Mediterraneo; l’entroterra europeo, invece, restò a lungo ai margini di questa rete di contatti economici e culturali. Il continente europeo p. 163 L’entroterra e le coste Le ragioni di queste differenze di sviluppo dipendevano in buona parte dalle dei territori. In Europa non esistevano valli fluviali con condizioni climatiche e ambientali paragonabili a quelle dell’Egitto o della Mesopotamia, dove la coltivazione di cereali aveva avuto vasta diffusione. Gran parte del continente europeo era ricoperta da foreste e il clima era di tipo continentale; anche lungo le coste meridionali, dove il clima era più mite, le aree pianeggianti erano poco estese e scarsamente irrigate, e le coste erano caratterizzate da ripidi pendii e da terreni aridi, in gran parte brulli e rocciosi. Di conseguenza, gli insediamenti neolitici erano sorti presso le rive dei fiumi o dei laghi, organizzati in villaggi di capanne di legno. Le abitazioni erano circondate da fossati e palizzate o sospese sull’acqua tramite strutture formate da pali di legno, le palafitte, che consentivano di popolare anche zone molto umide e di tenere lontani predatori e nemici. caratteristiche fisiche TRECCANI leparolevalgono – Educazione civica # Europa La parola “Europa” indica una porzione del continente eurasiatico che per noi è identificabile non solo da un punto di vista geografico, ma anche e soprattutto per la sua evoluzione storica e politica. Secondo alcuni studiosi, “Europa” deriva da un’antica parola semitica (cioè proveniente da un gruppo di lingue alle quali appartenevano il babilonese, l’assiro e il fenicio, ma anche l’ebraico, l’aramaico, l’arabo e l’etiopico): “ereb”, che significava “Occidente” ed era utilizzata dai Fenici, tra il 1500 e il 600 a.C., per indicare tutti i Paesi posti a ovest degli attuali Siria e Libano, fino allo stretto di Gibilterra. La parola era forse già usata in contrapposizione a un’altra di origine semitica, “Asia”, che indicava invece l’Oriente. Questa ipotesi è stata comunque superata in anni recenti, a favore di un’altra che vuole il nome “Europa” di derivazione greca, così come greca sarebbe la sua etimologia più probabile, “dall’ampio aspetto”. Nella Teogonia, l’opera più celebre del grande poeta greco Esiodo (vissuto tra l’VIII e il VII secolo a.C.), si fa infatti riferimento a due dee, Europa e Asia, figlie di Oceano e di Teti, ma che tuttavia non hanno alcun legame con specifici territori. È comunque probabile che i Greci indicassero inizialmente con il nome “Europa” il continente posto a nord del mar Egeo, in contrapposizione con la regione del Peloponneso e le isole. Con il passare dei secoli, mano a mano che i Greci aumentarono la loro conoscenza del mondo ed estesero i loro traffici e i rapporti culturali con altri popoli, la parola “Europa” passò a indicare tutte le terre poste a nord del mar Mediterraneo, sia verso Ovest (fino allo stretto di Gibilterra), sia verso Est (fino al mar Nero). Fino a noi Oggi quando si parla di Europa, soprattutto nei mass media, per esempio in espressioni come “L’Europa stanzia nuovi fondi”, ci si riferisce in realtà all’Unione Europea: se l’Europa infatti è un continente, dai confini geografici più o meno definiti, l’Unione Europea è invece un organismo politico ed economico che unisce alcuni Paesi europei, gli Stati membri, con l’obiettivo di costruire un mercato unico, una politica estera comune e uno spazio di cooperazione e tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini europei.  pagina 159  L’agricoltura europea La diffusione delle tecniche nel continente europeo avvenne intorno alla metà del VII millennio a.C., grazie ai contatti con il Vicino Oriente. La prima area a entrare in contatto con i popoli del Vicino Oriente fu quella dei Balcani, grazie ai rapporti con la penisola anatolica. Qui, a partire dall’VIII millennio a.C., si affermarono le prime forme di e di . Dalla penisola balcanica l’agricoltura si diffuse poi, tra l’VIII e il V millennio a.C., lungo le zone costiere dell’Europa meridionale; in seguito, tra il V e il IV millennio a.C., arrivò a interessare la valle del Danubio e l’Europa centrale. In questo periodo, lungo le coste affacciate sul Mediterraneo si iniziarono a coltivare l’ulivo e la vite, che crescevano bene sui pendii e non avevano bisogno di grandi risorse idriche per risultare redditizie. L’olio e il vino permisero così ai popoli mediterranei di intrattenere scambi con le aree in cui la produzione di cereali, ancora scarsa in Europa, era più fiorente. agricole coltivazione dei cereali allevamento Lo sviluppo dei commerci Le popolazioni costiere potevano contare sulle risorse derivanti dalle attività legate al mare: la , in primo luogo, e i , che si intensificarono nel corso del II millennio a.C. Lo sviluppo degli scambi fu favorito anche dalla presenza di nell’Europa continentale. Questa ricchezza di risorse naturali diede vita a un mercato che collegava l’entroterra con il Mediterraneo e grazie al quale i prodotti agricoli e i manufatti provenienti dalle regioni meridionali venivano scambiati con le materie prime dei territori del Nord: per esempio lo , necessario alla produzione del bronzo, e l’ , una resina ricavata dai resti fossili delle conifere, con cui si fabbricavano preziosi ornamenti. Un’altra merce molto ricercata, perché usata per conservare i cibi, era il . Esso proveniva in buona parte dall’area in cui oggi sorge la città di Hallstatt, in Austria, che grazie alle sue divenne un importante centro per l’estrazione e la lavorazione del sale. Dalle isole – la Sicilia, Malta, l’arcipelago delle Cìcladi, nel mar Egeo – proveniva l’ossidiana, una pietra di origine vulcanica, molto richiesta perché permetteva di fabbricare strumenti più resistenti del rame e altrettanto taglienti. Ad avvantaggiarsi dei commerci marittimi fu soprattutto Creta, che, grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, alla presenza di numerosi porti naturali e ai venti favorevoli, poteva controllare le rotte marittime e scambiare i propri prodotti (vino, olio, metalli preziosi, ceramiche e manufatti in rame e bronzo) con i preziosi tessuti di porpora e gli oggetti in vetro provenienti dalle città fenicie. pesca commerci marittimi giacimenti di minerali stagno ambra sale miniere I commerci in Europa tra l’VIII e il II millennio a.C.     Carta interattiva Rispondi alle domande Quali zone erano interessate dalle principali rotte di navigazione? Quali risorse erano presenti in Asia Minore?  In quali aree d’Europa si diffuse l’agricoltura tra il V e il IV millennio a.C.? Brocche di produzione fenicia provenienti da Malta.  pagina 160  L’età del bronzo e del ferro in Europa Come era accaduto per il rame, diffusosi in Europa intorno al 2600 a.C., cioè più di un millennio dopo l’inizio della sua lavorazione nella mezzaluna fertile, . Mentre a Creta e nelle altre isole del Mediterraneo questo metallo era già conosciuto dal III millennio a.C., nell’Europa continentale comparve solo a partire dal 1300 a.C., quando ormai nel Vicino Oriente si andava affermando la metallurgia del ferro. La lavorazione del bronzo stimolò gli e la nascita, in molti villaggi, di . Il centro più importante per la sua produzione era situato nella regione corrispondente all’odierna Boemia (Repubblica Ceca). Utilizzando il rame proveniente dalla penisola balcanica e lo stagno delle coste meridionali dell’Inghilterra, gli artigiani locali fabbricavano oggetti di uso quotidiano che venivano esportati anche in Oriente. La distanza fra i luoghi di origine delle materie prime, quelli di produzione dei manufatti e di destinazione finale dei prodotti dimostra che in quell’epoca si erano ormai affermati . Lo sviluppo della avrebbe presto rivoluzionato l’assetto economico e politico del continente europeo. , essendo legata alle vaste migrazioni dei popoli indoeuropei che interessarono sia il continente asiatico sia quello europeo. Come accadde nel Vicino Oriente, anche in Europa la metallurgia del ferro fu uno strumento di affermazione di nuove e fiorenti civiltà. anche la diffusione del bronzo avvenne con notevole ritardo scambi delle materie prime necessarie alla sua realizzazione (rame e stagno) fiorenti attività artigianali commerci di lunga distanza metallurgia del ferro In questo caso la grande trasformazione avvenne pressoché in contemporanea con la mezzaluna fertile Una parte di corazza risalente all’età del bronzo. Le prime civiltà neolitiche europee: le Cicladi Le principali civiltà preistoriche europee si svilupparono a partire dal IV millennio a.C. nelle (nel Mediterraneo orientale) e in alcune zone prevalentemente costiere dell’Europa occidentale, dove si affermarono le . Nel cuore del continente, invece, nel corso del II millennio si stanziarono alcune tribù celtiche provenienti, probabilmente, dall’Europa orientale, che arrivarono a occupare una vasta area compresa tra il Danubio e il Reno. isole Cìcladi civiltà megalitiche Le Cicladi sono un situate tra la Grecia continentale, Creta e l’odierna Turchia. Il loro nome deriva dal termine greco (“cerchio”) e fa riferimento alla loro disposizione circolare al centro del mar Egeo. Verso la fine del IV millennio a.C., in questi territori insulari si affermò una fiorente civiltà, che toccò il , quando subì in modo marcato l’influsso della civiltà cretese. La ricchezza degli abitanti di queste isole derivava in gran parte dal . Altra materia prima diffusa nelle Cicladi era il . Proprio il ritrovamento di numerose statuette di marmo testimonia l’evoluzione culturale della civiltà cicladica; esse dimostrano infatti l’abilità degli artigiani dell’area, in grado di scolpire con grande maestria diverse tipologie di figure antropomorfe. Molte statuette rappresentano divinità femminili ed erano probabilmente dedicate al culto, di origine paleolitica, della fecondità della natura. arcipelago di oltre duecento piccole isole kúklos massimo sviluppo tra il 2600 e il 2200 a.C. commercio dell’ossidiana marmo  pagina 161  Le civiltà megalitiche In altre regioni costiere e insulari dell’Europa e nelle isole britanniche si svilupparono invece le cosiddette civiltà megalitiche (dal greco , “grande”, e , “pietra”), la cui denominazione deriva dai realizzati dai popoli di queste terre in un’epoca compresa circa. Lo studio dei numerosi reperti archeologici di queste strutture, costruite con grossi blocchi di pietra sovrapposti, sembra indicare che fossero utilizzate come . mégas líthos complessi monumentali di pietra tra il 4500 e il 1500 a.C. santuari o tombe dalle comunità neolitiche Le enormi pietre dei complessi megalitici venivano trasportate da luoghi lontani anche decine di chilometri per mezzo di slitte e tronchi di legno posti a terra, che favorivano lo scorrimento dei blocchi di pietra sul terreno. Una volta raggiunto il luogo stabilito per l’edificazione del monumento, le pietre venivano appoggiate nei pressi di apposite buche del terreno e collocate in posizione verticale con leve di legno, funi e terrapieni. I monumenti potevano essere composti da un’unica grande pietra infissa nel terreno o da più pietre. Nel primo caso si parla di , un vocabolo della lingua bretone che significa “pietra lunga”; nel secondo caso di (“tavola di pietra”), quando si hanno due massi verticali sormontati da una pietra orizzontale, o (“pietra rotonda”), quando i monoliti o i triliti sono disposti in circolo. menhir dolmen cromlech   Video – e Dolmen menhir I del sito archeologico di Carnac, in Bretagna, Francia. menhir I Celti Nel II millennio a.C. varie regioni d’Europa erano state occupate da popolazioni nomadi di origine indoeuropea. Tra queste vi erano i Celti, un . Una probabile origine dei Celti è stata individuata nella cultura di Hallstatt, evoluzione a sua volta della , risalente alla tarda età del Bronzo. La , sviluppatasi all’inizio dell’età del Ferro, prende il nome da un villaggio situato in Austria nel quale fu rinvenuta un’ampia necropoli costituita da circa 2000 sepolture, accompagnate da corredi funerari molto ricchi, costituiti da oggetti di vario tipo, che testimoniano un livello avanzato nella metallurgia. Anche la cultura dei Campi di urne è testimone di un livello avanzato nella lavorazione di oggetti in bronzo, in ceramica e in ferro. Entrambe sono culture materiali che si svilupparono a partire dall’Europa centrale e si diffusero pian piano in gran parte del continente, ragion per cui si è pensato di poterle ritenere in qualche modo “antenate” dei Celti. Nel corso del I millennio a.C., l’espansione territoriale dei Celti interessò : le tribù celtiche si stabilirono nelle isole britanniche, nella penisola iberica, in Francia, nell’Italia settentrionale, nei Balcani e in Anatolia. I Celti vennero chiamati “ ” e “ ” , come testimoniano diverse fonti. Le tribù, guidate da , avevano spesso un atteggiamento bellicoso nei confronti delle popolazioni con cui entravano in contatto e le volte a conquistare bottini di guerra svolgevano un ruolo non indifferente nelle strategie per reperire risorse economiche. insieme di tribù indipendenti e spesso in lotta tra loro cultura dei Campi di urne cultura di Hallstatt tutta l’Europa Galli dai Romani Gàlati dai Greci capi guerrieri che facevano parte di famiglie nobili incursioni armate La principale ricchezza economica dei Celti era comunque costituita dall’agricoltura e dall’allevamento. In Europa centrale, tra le attività praticate dalle tribù celtiche raggiunse un certo grado di sviluppo anche l’artigianato metallurgico. Essi inventarono tra l’altro il , che consentì importanti progressi delle tecniche agricole. vomere di ferro Le tappe dell’espansione territoriale dei Celti nel I millennio a.C.     Carta interattiva Individua l’affermazione corretta I Gàlati si stabilirono:  nella penisola iberica e in Irlanda       nell’area balcanica e in Asia Minore       in Italia del Nord e in Grecia       pagina 162  IN SINTESI Agricoltura in Europa Ritardo nello sviluppo rispetto alle civiltà orientali dovuto al clima continentale e alle scarsità di pianure VIII millennio a.C.: prime forme di coltivazione di cereali e di allevamento nella penisola balcanica VIII-V millennio a.C.: diffusione dell’agricoltura in Europa meridionale V-IV millennio a.C.: diffusione dell’agricoltura in Europa continentale e inizio della coltivazione di vite e ulivo sulle coste mediterranee Gli scambi commerciali in Europa  stagno • rame • ambra • sale EUROPA CONTINENTALE  prodotti agricoli • prodotti artigianali COSTE E ISOLE Le prime civiltà europee  ossidiana • marmo CIVILTÀ CICLADICA    •  CIVILTÀ MEGALITICHE menhir dolmen  artigianato metallurgico • vomere in ferro CELTI GUIDA ALLO STUDIO Come si differenziò lo sviluppo delle aree europee rispetto a quelle orientali? Quali aspetti fisici differenziavano il continente europeo dai territori del Vicino Oriente? Quando si diffuse l’agricoltura in Europa? Quale isola del Mediterraneo sviluppò maggiormente i commerci marittimi? Grazie a quali risorse l’entroterra europeo venne coinvolto nei commerci di lunga distanza? Quali furono le prime civiltà del continente europeo? A che cosa si deve lo sviluppo della civiltà cicladica? Che cosa si intende con l’espressione “civiltà megalitiche”? Dove si diffusero i Celti?