LEZIONE 9.2 – Le origini di Roma tra storia e mito Nel corso del VII e del VI secolo a.C., mentre gli Etruschi raggiungevano la loro massima espansione, le furono protagoniste di un notevole incremento demografico favorito dallo sviluppo delle attività agricole e dell’allevamento, praticati nei territori attraversati dal Tevere. nella parte centrale del Lazio popolazioni latine e Familiae gentes La struttura sociale di queste comunità era in parte analoga all’organizzazione in fratrìe della Grecia arcaica. Diversi nuclei familiari legati da vincoli di parentela formavano una , guidata da un membro anziano ( ) che godeva di grande prestigio. Egli gestiva i beni e le proprietà, dirimeva le controversie e la sua autorità si estendeva su tutti i membri della , sui quali aveva diritto di vita e di morte. Più discendenti da antenati comuni formavano una ( ), la cui ricchezza era basata sul possesso di terre e di bestiame. Il legame con le origini era molto sentito, e . familia pater familias familia familiae gens plurale gentes ogni venerava con culti particolari i propri antenati gens A poco a poco gli insediamenti fondati da queste comunità si estesero, trasformandosi in che, pur restando indipendenti, si riunirono in una religiosa attorno al . I villaggi latini più importanti furono Alba Longa, Velletri, Lanuvio, Gàbii e Roma. villaggi fortificati federazione santuario di Giove, sui colli Albani Il luogo IL LUOGO – Educazione civica Alba Longa Secondo Dionigi di Alicarnasso, storico vissuto nel I secolo a.C., l’origine dei Latini è riconducibile al territorio di e all’ . La leggenda narra infatti che Alba Longa, ubicata sui Colli Albani, fosse stata fondata da Ascanio, figlio di Enea, principe troiano giunto in terra italica dopo la fine della guerra di Troia. L’ultimo sovrano di Alba Longa discendente di Enea sarebbe stato Numitore, nonno di Romolo, il fondatore di Roma. Alba Longa unione dei popoli italici locali e dei Troiani Il deriva dall’unione di due parole latine, due aggettivi: (“bianca”) e (“lunga”). Tale etimologia potrebbe trovare spiegazione nella leggenda che vuole che la scrofa che indicò ad Ascanio il luogo da scegliere come dimora fosse di colore bianco. Un’altra ipotesi riconduce l’etimologia del toponimo a una radice indoeuropea che significa “monte”, riscontrabile anche in altri toponimi come e . Una terza ipotesi sostiene che l’aggettivo sia riconducibile al colore ( ) dell’altura, oggi individuata come monte Cavo, che accolse la fondazione della città e che, anticamente, sembra ospitasse in cima l’antichissimo santuario dedicato a Giove Laziale. Si trattava di un centro di culto preziosissimo per la popolazione e di cui oggi sopravvivono solo poche rovine, raggiungibili seguendo le tracce della via Sacra, la strada lastricata che aveva origine dalla via Appia. In armonia con gli studi etimologici, Tito Livio, storico romano del I secolo a.C., conferma l’ubicazione della città sul monte Albano, ma . nome della città alba longa Alpi Albania alba albus non è certa l’esatta collocazione originaria di Alba Longa Fino a noi La città fu distrutta dai Romani nel VII secolo a.C. e non più ricostruita. Si ipotizza che fosse il centro maggiore di un gruppo di villaggi a sud del lago di Albano e che sia quindi da situare nel territorio dell’attuale Castel Gandolfo, ancora sede di molte ville edificate in età repubblicana e in età imperiale. I reperti archeologici testimoniano infatti sia una necropoli più estesa in corrispondenza di questo comune, sia tracce di un gruppo di villaggi risalenti all’età del ferro, che si pensa siano stati distrutti da Roma in uno stadio preurbano. Il monte Cavo in un acquerello del XVIII secolo di Thomas Girtin.  pagina 354  La nascita di Roma tra storia e mito conobbe il maggiore sviluppo economico e politico. Essa sorgeva su affacciati sulla valle del Tevere presso l’isola Tiberina: il Palatino, sul quale probabilmente furono fondati i primi insediamenti, il Campidoglio, il Quirinale, il Viminale, l’Esquilino, il Celio e l’Aventino. Tra i villaggi latini, Roma sette colli Le tradizioni antiche affermano che la di Roma avvenne nel , la data che per i Romani divenne poi il punto di riferimento per il conteggio degli anni. La storia delle origini di Roma si confonde ampiamente con la leggenda sia per quanto riguarda la data di fondazione, sia per tutte le vicende dell’età più arcaica. Esistono in particolare . Una la fa risalire ai , giunto nel Lazio dopo la conquista della sua città, descritta nell’ , a opera degli Achei. L’altra la attribuisce a (secondo alcuni discendente dei re di Alba Longa, la città fondata dal figlio di Enea, Ascanio). La tradizione narra che Romolo, insieme al gemello , fosse figlio del dio Marte e di Rea Silvia (figlia del re di Alba Longa Numitore). Sottratti alla madre e abbandonati in una cesta sul Tevere, i due gemelli furono trovati e nutriti da una . Nel 753 a.C., dopo essere stato prescelto dagli dèi, Romolo avrebbe fondato la città e ucciso Remo; costui, invidioso del fratello, aveva infatti oltrepassato il solco sacro che – come era tradizione anche presso gli Etruschi – delineava il primo nucleo della città. fondazione 753 a.C. due tradizioni sulla nascita della città discendenti del troiano Enea Iliade Romolo Remo lupa (divenuta poi simbolo della città di Roma) Sebbene sia , i resti delle fondazioni testimoniano che sul colle Palatino fu costruita una cinta di mura tra il 730 e il 720 a.C., dunque in un periodo non molto lontano dalla data tradizionale della fondazione di Roma. Gli scavi archeologici hanno anche dimostrato che i primi insediamenti di pastori e di agricoltori sui colli di Roma, risalenti al 1400 a.C., erano già entrati nell’età del ferro intorno al 1000 a.C. difficile stabilire il confine tra leggenda e storia La Lupa Capitolina collocata all’esterno della Basilica di Aquileia. TRECCANI leparolevalgono – Educazione civica # Re Il termine “re” proviene dal latino , a sua volta derivazione del verbo , che significa governare. Il re è quindi colui che governa, il capo legittimo e da tutti riconosciuto di uno Stato che, in virtù della presenza stessa di un re, si definisce . rex regere monarchia Si tratta di una delle forme di governo più antiche della storia, attestata già presso le più antiche civiltà della Mesopotamia (come quella babilonese e assira) e dell’Egitto, in cui il sovrano era anche una figura divina, cioè un dio incarnato nel corpo di un uomo mortale. La della figura del re fu assente presso il popolo ebraico, poiché la religione monoteista impediva di riconoscere nel sovrano una divinità. Nemmeno i avevano questa caratterizzazione, essendo stati sovrani che basavano il loro potere sull’appartenenza alla casta dei guerrieri e sulle proprietà terriere. Nel mondo greco, dove a lungo prevalsero le oligarchie (come a Sparta) e i regimi democratici (come ad Atene), la divinizzazione della figura del re comparve con i Macedoni, in particolare con , che sfruttò la tradizionale visione politica che si aveva in Oriente per rafforzare la sua autorità facendosi venerare come un dio. divinizzazione wanax del mondo miceneo Alessandro Magno , la monarchia fu la prima forma di governo, che rimase in vigore tra l’VIII e il VI secolo a.C. Come vedremo [ Capitolo 10], ancor prima della sua abolizione a favore della repubblica, , come il senato e i comizi curiati. A Roma ▶  il potere del era comunque limitato da altre istituzioni rex Fino a noi Nei secoli successivi, i re hanno continuato a basare il loro diritto a governare sul , non più quindi come dèi incarnati, ma come sovrani che dio aveva voluto sui rispettivi troni. Per quanto alcuni sovrani della storia, specie in Europa, abbiano tentato di rendere il loro , cioè libero da qualsiasi vincolo o restrizione, il processo di limitazione e moderazione dei poteri e dell’autorità dei re in Europa è comunque andato avanti, portando alla sopravvivenza di sole (per esempio quella inglese o spagnola), in cui però il sovrano ha un . volere divino potere assoluto oggi poche monarchie ruolo poco più che simbolico e di rappresentanza  pagina 355  I sette re e l’influenza etrusca Sempre , alla guida della città si succedettero : Romolo, il fondatore, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. . secondo la tradizione sette re I primi tre re successivi a Romolo furono latino-sabini, mentre gli ultimi tre di stirpe etrusca Anche in questo caso, la storia si confonde con la leggenda, e in particolare con l’episodio mitologico del “ ”, secondo cui Romolo aveva organizzato delle celebrazioni cui aveva invitato i Sabini allo scopo di rapire le loro donne. In realtà, la popolazione della Roma delle origini era già composta, oltre che dai Latini, anche da gruppi di Sabini, un altro popolo dell’Italia centrale. Nel VI secolo a.C., in corrispondenza con il periodo che la tradizione associa a Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo, si estese su tutto il Lazio l’influenza politica ed economica degli Etruschi. , in particolare, . ratto delle Sabine I nomi dei due Tarquini rivelerebbero un rapporto di dipendenza di Roma dalla città etrusca di Tarquinia In questo periodo i Romani intrapresero la costruzione di mura difensive (sotto Servio Tullio), di templi e di edifici pubblici. Ereditarono inoltre , come la conoscenza delle tecniche di canalizzazione delle acque utilizzate per la bonifica dei terreni paludosi, la costruzione di reti fognarie (la ) e di canali per l’approvvigionamento idrico della città. Queste opere pubbliche estesero le superfici coltivabili e migliorarono l’igiene e le condizioni di vita della popolazione, favorendo un . molti aspetti culturali e tecnologici della civiltà etrusca cloaca maxima notevole incremento demografico Il personaggio IL PERSONAGGIO  Tarquinio Prisco Secondo la cronologia fissata dallo storico romano (59 a.C.-17 d.C.) nella sua celebre opera , Lucio Tarquinio Prisco fu il , occupando il trono per trentasette anni, dal 616 a.C. fino alla morte, avvenuta nel 579 a.C. Proveniente, come evocato dal suo stesso nome, dalla città di Tarquinia, fu il che si impose a Roma. Tito Livio Ab Urbe condita quinto re della storia di Roma primo sovrano etrusco Come per altri personaggi ed eventi legati alla Roma più antica, anche per Tarquinio Prisco . Secondo la tradizione, era , Demarato, originario di Corinto. Il suo essere per metà straniero gli impedì di fare carriera politica all’interno della città di Tarquinia, spingendolo a emigrare a Roma insieme alla moglie. Qui cambiò il suo nome da Lucumone, tipicamente etrusco, al più latino Lucio Tarquinio (Prisco venne aggiunto in seguito per distinguerlo dal successivo re di nome Tarquinio, detto il Superbo). Nella ancora piccola realtà di Roma, Tarquinio spiccò subito per le sue qualità, tanto da farsi conoscere e apprezzare dal re, Anco Marzio, che non solo lo incluse tra i suoi consiglieri, ma anzi lo adottò, affidandogli la cura dei suoi figli. Alla morte del sovrano, nel 616 a.C., si fece eleggere re dal popolo romano, iniziando un periodo di governo ricordato per molti risultati raggiunti: una serie di importanti ; significative , con l’aumento del numero dei patrizi e dei cavalieri; la realizzazione di grandi opere pubbliche, come il prosciugamento del Foro con la e la costruzione del . Tarquinio cadde vittima di una congiura, orchestrata dai figli del precedente re, Anco Marzio, anche se il trono passò comunque a suo genero Servio Tullio, anch’egli, secondo la tradizione, di stirpe etrusca. è difficile distinguere la storia dal mito figlio di una donna etrusca e di un greco vittorie militari ottenute contro Latini, Sabini e varie città etrusche riforme sociali Cloaca Massima Circo Massimo Elementi quali l’espansione del dominio di Roma su territori e città vicine, le riforme sociali e i cambiamenti a livello urbanistico sono generalmente considerati rispondenti alla realtà storica. Molto più discussa è invece la questione se Tarquinio sia stato effettivamente etrusco e se il suo stesso personaggio rappresenti il dominio che la città di Tarquinia avrebbe esercitato su Roma. Le sue stesse origini sembrano in realtà profondamente simboliche, perché uniscono due civiltà, quella greca e quella etrusca. Ricostruzione del Circo Massimo in un disegno del XVIII secolo di Giovan Battista Piranesi.  pagina 356  La crescita di commerci e artigianato Il numero degli abitanti aumentò anche a causa dell’ , attratti dalle opportunità di sviluppo economico. Grazie alla , al centro delle vie di comunicazione tra Latini, Etruschi e Greci, gli scambi commerciali ebbero infatti un notevole impulso, conferendo a Roma un ruolo di primo piano nella regione. Con , in breve tempo anche le attività artigianali fiorirono e determinarono un ulteriore incremento delle relazioni mercantili con gli altri popoli italici. In questo periodo vennero introdotte le prime forme rudimentali di moneta, costituite da pezzi di bronzo non lavorato. arrivo di artigiani e mercanti dalle aree limitrofe favorevole posizione geografica della città l’intensificazione dei commerci e (cioè “bronzo non lavorato”) del VII secolo a.C., una sorta di pre-moneta. Aes rud STUDIO ATTIVO Il periodo monarchico di Roma e l’influenza etrusca IN SINTESI La Roma delle origini Confederazione di villaggi (riuniti sui colli Albani attorno al santuario di Giove): Alba Longa Velletri Lanuvio Gabii GUIDA ALLO STUDIO Come erano strutturate le comunità delle popolazioni latine? Quali vicende, secondo la tradizione, sono alla base della fondazione di Roma? Quali re si succedettero nel periodo monarchico? Quali aspetti culturali e tecnologici i Romani ereditarono dagli Etruschi? Quali elementi geografici e quali attività economiche favorirono l’affermazione della città?