LEZIONE 1.2 – DA A HOMO HABILIS HOMO SAPIENS : la prima specie umana Homo habilis Gli scienziati hanno denominato la prima specie umana (dal latino , “sono capace”), perché era in grado di realizzare , i cosiddetti  , pietre scheggiate e quindi taglienti ottenute colpendo tra loro alcuni ciottoli. Nonostante recenti scoperte abbiano dimostrato che l’ faceva uso di utensili già 1 milione di anni prima della comparsa dell’ , la distinzione tra le due specie resta valida per , per esempio per la differente dimensione del cranio. Con questi strumenti, gli esseri umani potevano spezzare o raschiare il legno e altri materiali o staccare con facilità la carne dalle carcasse degli animali. Gli studiosi hanno infatti ipotizzato che la fosse , ricca di proteine e calorie; questo spiegherebbe come questa specie abbia progressivamente sviluppato cervelli di dimensioni più grandi, che richiedevano un apporto energetico maggiore. L’espansione dei primi gruppi di era però ancora strettamente legata alle risorse presenti nell’ambiente: quando un territorio era stato sfruttato oltre misura e non era più in grado di fornire cibo sufficiente, il gruppo doveva spostarsi in cerca di condizioni migliori. Si trattava pur sempre di una specie che si nutriva di , frutta e forse tuberi, quindi non ancora dedita a caccia e raccolta. Questo stile di vita, basato sulla periodica migrazione delle comunità umane, è definito . Homo habilis habeo rudimentali strumenti di pietra ▶  chopper australopiteco Homo habilis motivi anatomici dieta dell’ Homo habilis costituita in rilevante quantità da carne Homo habilis carogne o carcasse nomadismo dal verbo inglese to , che significa “tagliare a pezzi”, “spaccare”; indica i primi rudimentali strumenti ottenuti scheggiando delle pietre e usati per tagliare. : Chopper chop Un esempio di , una pietra scheggiata e tagliente. chopper L’evoluzione del genere Homo L’immagine mostra il “cespuglio evolutivo”, che rappresenta la nuova teoria dell’evoluzione umana. Fino a pochi anni fa il modello evolutivo prevalente presentava lo sviluppo delle diverse specie di ominidi in maniera lineare, ossia come una sequenza che progredisce fino ad arrivare a noi. La nuova teoria mostra invece che il percorso dell’evoluzione del somiglia piuttosto a un cespuglio, fatto di ramificazioni che si sono sviluppate anche in modo indipendente le une dalle altre. genere Homo Completa la frase, segnando con una crocetta la conclusione corretta L’ è diretto discendente dell’ Homo sapiens Homo         neanderthalensis         heidelbergensis         erectus  pagina 37  TRECCANI leparolevalgono # Preistoria Con la comparsa del genere inizia la Preistoria, il lungo , avvenuta in momenti diversi nei vari contesti geografici, in un arco di tempo che va . Secondo il criterio basato sulla datazione dei manufatti di pietra, la Preistoria viene convenzionalmente divisa in tre periodi: Homo periodo della storia umana che precede l’invenzione della scrittura dal 3500 al 2000 a.C. circa il (dal greco , “antico”, e , “pietra”) o “età della pietra antica”, che va da 2,5 milioni di anni fa (comparsa di ) al 10 000 a.C. circa; Paleolitico palaiós líthos Homo habilis il (dal greco , “mezzo”) o “età della pietra di mezzo”, che va dal 10 000 all’8000 a.C. circa; Mesolitico mésos il (dal greco , “nuovo”) o “età della pietra nuova”, cioè levigata, che va dall’8000 al 4000 a.C. circa. Neolitico néos In alcuni casi, la Preistoria è venuta a sovrapporsi alla cosiddetta , ovvero il periodo – variabile per ogni singolo contesto culturale – nel quale una cultura non ha ancora sviluppato la scrittura, ma la cui esistenza viene ricordata negli scritti di un’altra cultura storica (cioè che ha già inventato la scrittura), “comparendo” dunque nella tradizione scritta. protostoria : i dubbi della ricerca Homo naledi Nel corso degli ultimi decenni, nuovi studi e scoperte sulla specie hanno mostrato quanto vi sia ancora da scoprire sulla sua evoluzione. Nel 2008, per esempio, è stato scoperto a Malapa, in Sudafrica, un fossile di adolescente, detto , la cui anatomia parrebbe una . Nel 2013, nella grotta chiamata (“stella nascente” in inglese, in lingua sesotho , che significa appunto “stella”), molto vicino a Malapa, è avvenuto il più grande ritrovamento di ossa di ominidi: oltre 1550 frammenti di ossa di almeno 15-20 individui di tutte le età, dai neonati agli anziani. Homo Australopithecus sediba via di mezzo fra gli australopitechi e il genere Homo Rising Star naledi L’ è un , forse vissuto tra i 236 000 e 335 000 anni fa: ha corporatura snella e statura di tipo umano ma un cervello piccolo come un’arancia; ha un piede simile a quello umano e dita della mano lunghe e affusolate, capaci di manipolare oggetti, mentre spalla, mano, polso sono più adatti ad arrampicarsi sugli alberi. Dunque camminava eretto ma non aveva perso la capacità di arrampicarsi e vivere sugli alberi. Da ciò che gli scienziati hanno potuto ricostruire manipolava oggetti ma non era carnivoro. Homo naledi ominide molto particolare : la scoperta del fuoco Homo erectus Gli studiosi ritengono che la continua variazione delle condizioni ambientali abbia comportato un aumento delle migrazioni e favorito l’affermazione di una nuova specie, definita in base alla , che considerava questo ominide come il primo ad avere assunto la . Homo erectus teoria, oggi superata postura eretta comparve in Africa intorno a 1,8 milioni di anni fa. Era dotato di un di quello di e di una struttura scheletrica adatta ai . Ciò potrebbe spiegare perché i resti di questo ominide siano stati ritrovati in territori molto distanti fra loro, come Africa e Asia orientale. I gruppi che restarono in Africa svilupparono , che consentivano forse di accendere e conservare il fuoco e di produrre manufatti complessi come le amigdale, pietre bifacciali scheggiate in modo simmetrico. Un’abilità di questo genere presuppone che questi esseri umani fossero in grado di immaginare la forma di un utensile prima ancora di realizzarlo. Si ritiene quindi che possedessero la necessaria a elaborare mentalmente idee e progetti prima ancora della loro realizzazione concreta. Alcuni studiosi ritengono che fosse anche in modo efficace le proprie esperienze pratiche ai suoi simili. Homo erectus cervello ancora più sviluppato Homo habilis lunghi spostamenti abilità intellettive e manuali piuttosto avanzate capacità di astrazione dei concetti Homo erectus in grado di esprimersi e di comunicare Esempio di amigdala.  pagina 38  : l’abile cacciatore Homo heidelbergensis L’ deriva il suo nome da , dunque relativamente recenti, scoperti nel 1907 (Germania). Altri reperti hanno poi fatto ipotizzare una sua comparsa in un periodo precedente, intorno agli 800 000 anni fa, in area iberica (caverna di Gran Dolina nella Sierra di Atapuerca) e in Italia, a Ceprano, presso Frosinone. Altri resti sono stati trovati in diverse parti d’Europa, in Africa e in Cina. Homo heidelbergensis resti fossili di 500 000 anni fa vicino a Heidelberg Con questo si assiste a un , poiché la specie era in grado di , ripari forse coperti con pelli di animali, con un’entrata e, in alcuni casi, anche un focolare e un foro per l’uscita del fumo – questi risalenti a 380 000 anni fa – e riuniti in accampamenti. A Schöningen (Germania) sono stati trovati resti di cavalli macellati, cioè scuoiati e preparati in pezzi per la cottura, e di numerosi altri mammiferi, e gli studiosi hanno ipotizzato che la avvenisse in luoghi dedicati. L’ era un abile cacciatore, un predatore ben organizzato, che si muoveva in “bande”, e ricorreva a . I ritrovamenti relativi alle armi mostrano una maggiore efficienza: non solo amigdale, ma anche lance di legno di abete rosso con punta intagliata, usate per colpire a distanza. Questa specie si serviva di , formati da due o più parti: in Kenya sono venute alla luce persino lame – schegge con margini paralleli e lunghezza doppia della larghezza –, testimonianze di un . Sicuramente l’ fu la specie più “intelligente” vissuta sino ad allora, con abitudini di vita più complesse rispetto agli altri ominidi. Gli studiosi ritengono che sia il comune progenitore dell’ e dell’ Homo “salto” evolutivo costruire capanne macellazione Homo heidelbergensis elaborate strategie di caccia strumenti composti livello cognitivo molto avanzato Homo heidelbergensis Homo heidelbergensis Homo neanderthalensis Homo sapiens . L’ Homo neanderthalensis Nel 1856, nel sito di in Germania, furono trovati resti di una particolare specie di ominidi, battezzata . Gli studi successivi hanno portato alla luce scheletri risalenti ; i paleontologi hanno ipotizzato che il si sia evoluto a partire dai gruppi di presenti in Europa fra gli 800 000 e i 300 000 anni fa, per fattori non ancora chiari, fra i quali vi è forse una glaciazione. Si trattava di una (da Gibilterra a Israele, dall’Uzbekistan alla Finlandia), costituita da gruppi che vivevano isolati gli uni dagli altri e avevano scarsissimi contatti con gruppi di altre specie. In territorio italiano vi sono ritrovamenti ad Altamura (Bari), sul Monte Circeo e a Saccopastore, poco lontano da Roma. Neanderthal Homo neanderthalensis da circa 30-40 000 fino a 430 000 anni fa neanderthalensis heidelbergensis specie ampiamente diffusa L’Uomo di Neanderthal aveva una . Per ripararsi dal freddo e dai predatori si rifugiava nelle , che riusciva a illuminare e a riscaldare grazie alla . I gruppi di questa specie, inoltre, erano soliti , forse per evitare la putrefazione dei cadaveri; tuttavia, questa pratica non implica che avessero elaborato vere e proprie forme di culto per i defunti. Le comunità di si estinsero intorno a 30 000 anni fa, quando il ridusse la disponibilità di risorse alimentari. Nella competizione che derivò da questa situazione di scarsità di cibo ebbe la meglio una nuova specie, molto più evoluta e più adatta alle mutate condizioni ambientali: . corporatura massiccia grotte capacità di utilizzare il fuoco seppellire i morti Homo neanderthalensis clima rigido causato da una glaciazione Homo sapiens Il luogo p. 39 Teschio di . Homo neanderthalensis  pagina 39  IL LUOGO – Educazione civica La valle di Neander La valle di Neander (Neandertal), in Germania, divenne famosa quando, nel , vi furono ritrovati i primi fossili dell’ . La valle si presentava, decina di migliaia di anni fa, come un , caratterizzato da . Il ritrovamento dell’ in questo contesto geomorfologico non deve stupire, perché proprio tra le rocce calcaree è più probabile ritrovare fossili che testimoniano la vita del passato, dal momento che il materiale calcareo (CaCo ) favorisce la conservazione dei tessuti ossei. 1856 Homo neanderthalensis Canyon calcareo ambienti impervi, cascate e grotte Homo neanderthalensis 3 Nel XIX secolo la valle era conosciuta come Neandershöhle (gola di Neander): un’attrazione naturalistica in un paesaggio che, tra due pareti rocciose e ripide, mostrava una gola stretta, profonda circa 50 metri ed estesa per circa 1000 metri, caratterizzata anche dall’elevato numero di grotte. Una gola è una valle profonda, chiusa da due pareti molto ripide, modellate dall’erosione operata da un corso d’acqua, in questo caso il fiume Düssel. Il ritrovamento dei resti dell’ avvenne casualmente, nel corso dei lavori di estrazione mineraria presso la : tra i detriti, emersero alcune ossa che inizialmente si ritenne fossero appartenute a un orso. Furono rinvenuti una porzione del cranio e del bacino, cinque costole, femori, parti delle braccia e delle scapole e una clavicola destra, che vennero sottoposte subito all’analisi condotta dall’università di Bonn. Homo neanderthalensis grotta, oggi scomparsa, chiamata Kleine Feldhofer Grotte Dopo la metà del XIX secolo il nome del sito viene collegato al nome del compositore che, vissuto nel XVII secolo, era solito recarsi presso la valle per trarne ispirazione. Joachim Neander Fino a noi . Iniziò a mutare aspetto a causa dell’intervento di sempre più invasivi. Dal 1841, con l’apertura della tra Düsseldorf e Elberfeld, essa divenne meta di locale e giornaliero. Nel corso dei secoli XIX e XX, l’intensa , interrotta solo nel 1945, rendeva disponibile il , fin da allora molto impiegato nell’edilizia, trovando applicazione nella produzione degli intonaci e della calce. Ma in quel territorio il calcare era molto richiesto anche per alimentare l’industria del carbone e dell’acciaio molto attiva nel vicino bacino della Ruhr. La valle di Neander ora non esiste più elementi antropici linea ferroviaria turismo attività estrattiva calcare La zona dove vennero rinvenuti i resti dell’ è oggi una , sia come , sia per il . Nel 1997 e nel 2000 sono stati effettuati scavi che hanno portato alla luce nuovi resti umani che presentano caratteristiche simili e complementari ai fossili ossei recuperati nel XIX secolo. Homo neanderthalensis meta turistica riserva naturale museo dell’Uomo di Neanderthal La valle e la cava di calcare di Neander, nel land Renania Settentrionale-Vestfalia.  pagina 40  L’affermazione dell’ Homo sapiens È ormai accettata in campo scientifico l’ipotesi che la comparsa dell’ sia recente, , e vada collocata in Africa. Homo sapiens non oltre 300 000 anni fa In particolare su un aspetto la differenza tra e tutti i suoi predecessori (oggi indicati come , cioè arcaici) è indiscutibile: il . Il cervello dell’ cambiò non tanto nelle proporzioni, ma in maniera rilevante nella sua organizzazione e nella morfologia: il cranio si accorciò e si alzò, si formò la fronte verticale, scomparve il e lo scheletro facciale divenne più sottile e piatto con il mento più visibile. La nuova organizzazione del cervello si combina con la nuova capacità di adattarsi all’ambiente e di fabbricare strumenti elaborati. Homo sapiens early-Homo Homo nuovo rapporto tra la struttura del cervello e gli adattamenti ambientali Homo sapiens ▶  prognatismo L’ era infatti in grado di produrre con il legno, la pietra, le ossa e le corna di animali, per esempio armi come le lance o l’arco e le frecce, utili sia per la caccia sia per difendersi da attacchi di predatori o di gruppi umani ostili. Grazie al potenziamento di queste capacità strategiche, l’ praticava , nonostante possedesse una corporatura meno robusta dell’Uomo di Neanderthal, e riusciva così a prevalere sulle altre specie e a procurarsi il cibo in modo relativamente agevole. Homo sapiens utensili molto sofisticati Homo sapiens la caccia e la pesca con maggiore efficacia Tra le caratteristiche che spiegano l’affermazione di ha un ruolo fondamentale anche l’ : i nostri diretti antenati sapevano comunicare in modo molto più preciso dei loro predecessori e dei loro contemporanei. La trasmissione di conoscenze e di esperienze favoriva il consolidamento delle relazioni sociali, garantendo una maggiore unità all’interno delle comunità, e rendeva più proficue le attività di sostentamento, poiché facilitava la messa a punto di strategie più efficaci per il reperimento delle risorse alimentari, come abbiamo visto, e la realizzazione di nuovi strumenti. Homo sapiens evoluzione del linguaggio Una prima tra i membri della comunità cominciò probabilmente in quest’epoca: per esempio, l’attività di raccolta dei vegetali veniva svolta dalle donne, mentre gli uomini erano soprattutto cacciatori. suddivisione dei compiti Il personaggio caratteristica fisica consistente nella prominenza in avanti della mascella. Prognatismo: IL PERSONAGGIO  L’uomo di Cro-Magnon Nel 1868, presso la , nell’attuale regione francese della Nuova Aquitania, fu rinvenuto il primo esemplare fossile di . Il ritrovamento francese ha portato alla luce quattro scheletri e altri sette esemplari della stessa specie, definiti cromagnoidi, sono stati rinvenuti in Liguria, presso le Grotte dei Balzi Rossi. La scoperta ha permesso di ipotizzare che, più di 30000 anni fa, partendo dall’Europa, tale specie sia stata capace di raggiungere territori che attualmente corrispondono all’America e all’Australia. valle di Cro-Magnon Homo sapiens , l’ osservava il mondo attraverso occhi tendenzialmente chiari, collocati all’interno di orbite oculari basse e rettangolari, all’interno di un cranio di capacità pari a circa 1350 cm cubici. È probabile che presentasse una capigliatura liscia, e la pelle olivastra. , il fossile di Cro-Magnon testimonia la fase evolutiva di una popolazione di statura media pari a 175 cm, sebbene si stima che alcuni individui potessero superare i 190 cm. I Cro-Magnon si alimentavano attraverso una , assumendo proteine, fibre e vitamine attraverso carne, grano, carote, cipolle, rape e così via. I resti degli insediamenti e i campi di carattere semipermanente dimostrano che tali popolazioni, inizialmente dedite alla caccia, sono passate . Molto simile all’uomo contemporaneo dal punto di vista anatomico Homo sapiens Più slanciato dell’uomo di Neanderthal dieta varia ed equilibrata dal nomadismo alla semistanzialità Le presenti nelle grotte di Lascaux, definite “la cappella sistina della Preistoria”, sembrano essere state realizzate con manganese e ossido di ferro, e testimoniano l’attività artistica della popolazione, molto abile anche nella attraverso l’impiego ingegnoso di una gran varietà di materiali come . All’uomo di Cro-Magnon è stata attribuita anche la creazione del , basato sulle fasi lunari, e la , come i culti funerari e altri, per buona parte, ancora oggetto di interpretazione. pitture ▶  rupestri costruzione di capanne roccia, argilla, ossa, rame e pellame primo calendario pratica di riti religiosi “che ha a che fare con le rupi”: in questo contesto indica le incisioni praticate in epoca preistorica sulle pareti di grotte o su rocce e rupi. Rupestre:  pagina 41  Le prime forme di arte e i primi culti Le abilità manuali di sono testimoniate anche dalle e dai reperti archeologici che raffigurano divinità femminili. Per celebrare le divinità protettrici della fecondità delle donne venivano realizzate statuette che, insieme a monili di pietra e di osso, flauti, sonagli e strumenti a percussione depositati accanto ai resti dei defunti, dimostrano la probabile elaborazione delle . Homo sapiens pitture rupestri prime forme di culto e di pensiero magico-religioso La rappresentazione di figure femminili così diffusa in epoca paleolitica sembra dimostrare il all’interno dei gruppi di . La garantiva il futuro della comunità e poteva essere associata all’idea di fertilità della terra, capace di generare spontaneamente nuove piante. L’attività di svolta dalle donne, del resto, aveva rafforzato nella mentalità degli esseri umani del paleolitico l’idea che ci fosse un legame tra gli individui di sesso femminile e il ciclo naturale di rinascita delle piante. Questi presupposti furono alla base del (“dalle grosse natiche” in greco), le statuette che forse simboleggiavano la fecondità delle donne attraverso una rappresentazione esagerata delle forme del corpo femminile legate alla funzione riproduttiva. ruolo fondamentale delle donne Homo sapiens funzione riproduttiva raccolta dei vegetali culto delle veneri steatopigie Donne nella storia   Video – Le pitture rupestri Venere di Willendorf, esempio di statuetta steatopigia. DONNE NELLA STORIA Le donne nelle società primitive Nel corso del Paleolitico, le popolazioni nomadi vivevano di caccia e di raccolta e i loro spostamenti erano guidati dalla ricerca di cibo. In questo contesto le donne, poco prestanti nella caccia grossa, offrivano al gruppo un importante contributo con la e con la . Esse svolgevano un’attività di raccolta organizzata, adottando criteri che prestavano attenzione alla cura della produttività dell’ambiente naturale, lavorando e concimando il terreno. Sembra che le donne, esperte dei cicli di produzione delle piante, conoscessero le diverse specie vegetali, le parti commestibili e le loro proprietà. Sebbene non sia possibile ricostruire con chiarezza i rapporti sociali che sorreggevano tali popolazioni, sembra corretto ritenere che le attività quotidiane condotte dalle donne non escludessero l’ . L’operosità delle donne, nel contribuire al sostentamento della collettività, ne motiverebbe anche una rilevanza sociale. A tal proposito è interessante notare che l’idea di matriarcato è affine al che descrive un contesto sociale in cui la discendenza è marcata per via materna. Già nel XIX secolo alcuni antropologi, come lo svizzero Johann Jakob Bachofen e lo scozzese John Fergusson McLennan, ipotizzarono la poliandria nei gruppi sociali antichi, ovvero l’ : ne derivava l’impossibilità di individuare la paternità della discendenza e, di conseguenza, la determinazione della prole unicamente per via matrilineare. Questa teoria spiegherebbe perché le costituissero il . raccolta di frutti e tuberi cattura di piccola selvaggina accudimento della prole concetto di matrilinearità abitudine delle femmine ad accoppiarsi con più maschi figure femminili vero punto di riferimento all’interno del gruppo sociale Frammento di statuetta di avorio risalente al Paleolitico che raffigura un volto femminile, nota come la Venere di Brassempouy. Dal matriarcato al patriarcato Il ruolo delle donne era notevole anche nell’organizzazione sociale delle prime comunità umane, che per questo motivo sono state definite . Le relazioni interpersonali che vigevano al loro interno erano probabilmente simili a quelle tuttora esistenti in alcune africane, nelle quali di tutte le attività e di tutte le risorse del villaggio, e la trasmissione ereditaria dei beni avviene per linea femminile. società ▶  matriarcali tribù le donne svolgono una funzione di guida e di controllo Durante il Neolitico, in seguito allo sviluppo dell’agricoltura e alla specializzazione dei ruoli avvenuta nei primi villaggi, questo tipo di organizzazione sociale scomparve. Le attività in grado di assicurare prosperità alla comunità, sempre più legate alla coltivazione dei campi anziché alla raccolta dei vegetali, cominciarono infatti a essere svolte in prevalenza dagli uomini. Di conseguenza, si assistette alla e il culto delle veneri lasciò gradualmente spazio a quello di divinità maschili. Tuttavia, : nelle antiche società agricole si continuò per molti millenni a venerare la dea Terra Madre, personificazione della fecondità delle donne e della natura. progressiva affermazione del ruolo sociale dominante dei maschi il culto per le divinità femminili non scomparve del tutto struttura sociale in cui è predominante il ruolo delle donne. Matriarcato: Resti dell’insediamento risalente al Neolitico di Skara Brae, Scozia.  pagina 42  IN SINTESI Australopiteco Andatura bipede Dieta onnivora Homo habilis Realizza strumenti di pietra ( ) chopper Ha una dieta a base di carne Pratica il nomadismo Homo naledi Manipola oggetti Si arrampica ancora sugli alberi Homo erectus Ha una struttura scheletrica adatta agli spostamenti Accende e conserva il fuoco Produce manufatti complessi Forse è in grado di esprimersi e comunicare Homo heidelbergensis Costruisce capanne Vive in accampamenti Macella e cuoce animali Ricorre a elaborate strategie di caccia Homo neanderthalensis Vive nelle grotte Seppellisce i morti Si estingue a causa del clima rigido Homo sapiens Ha il cranio più alzato Produce utensili sofisticati Pratica caccia e pesca Comunica in modo più preciso GUIDA ALLO STUDIO Per quale motivo la prima specie umana è stata denominata  ? Homo habilis Come spiegano gli studiosi il fatto che l’  abbia sviluppato via via cervelli più grandi? Homo habilis Quali caratteristiche possedeva l’ ? Homo naledi Quale specie sviluppò capacità comunicative e astrattive? Per quale motivo l’  testimonia un “salto” evolutivo rispetto alle altre specie di  ? Homo heidelbergensis Homo In quali località sono state rinvenuti scheletri di  ? Homo neanderthalensis Perché l’  si estinse? Homo neanderthalensis Quali capacità davano all’  un vantaggio rispetto alle altre specie di  ? Homo sapiens Homo Che ruolo avevano le donne nelle prime comunità umane? Quali cambiamenti si ebbero nell’organizzazione sociale delle prime comunità umane intorno al Neolitico?