LEZIONE 12.3 – L’espansione in Oriente Dopo la sconfitta di Cartagine, Roma era ormai padrona del Mediterraneo occidentale. In tale situazione, era quasi inevitabile che l’espansione territoriale proseguisse anche verso il Mediterraneo orientale. L’influenza dei Romani si estendeva già sui regni orientali, ancora indipendenti ma privi della forza economica e militare per contrastare la loro influenza diplomatica. Nel corso della prima metà del II secolo a.C., Roma avrebbe piegato ogni resistenza residua. Prima di intraprendere nuove guerre, però, dovette risolvere alcune questioni al suo interno. Le nuove tendenze della politica romana La vittoria nella seconda guerra punica liberò i Romani dalla minaccia cartaginese, ma fece emergere i nella Roma dell’inizio del II secolo a.C. contrasti tra i gruppi sociali più influenti Da una parte vi erano i , di cui era uno degli esponenti più autorevoli. Essi si erano arricchiti notevolmente grazie alle terre confiscate ai popoli sottomessi e temevano che nuove guerre in Oriente potessero danneggiare l’economia (in particolare il settore dell’agricoltura, come era avvenuto durante lo scontro contro Annibale). senatori appartenenti all’antica aristocrazia dei grandi proprietari terrieri Catone Un’altra parte del senato era invece legata alle rappresentate da ex consoli come , interessati ai bottini di guerra e quindi favorevoli a una politica espansionistica in Oriente. élite militari Scipione l’Africano La contrapposizione tra i due “partiti” aveva anche un fondamento politico e poiché era connessa alla . Mentre i sostenitori dell’espansione a Oriente guardavano alla cultura greca con rispetto e ammirazione, la posizione di Catone accomunava i senatori più legati alla cultura romana tradizionale, che temevano l’influenza della civiltà greca su Roma. Essi ritenevano che la mentalità greca, portatrice di valori che esaltavano l’individuo, avrebbe causato la decadenza dei costumi romani e corrotto gli ideali patriottici, che privilegiavano gli interessi della collettività su quelli del singolo. Ponendo le premesse per l’instaurazione di un regime autoritario, questa deriva culturale avrebbe condotto al crollo delle istituzioni repubblicane. ideologico considerazione che nutrivano per la cultura greca L’ascesa politica dei cavalieri I senatori favorevoli alle guerre in Oriente erano sostenuti anche dalla . Si trattava di che avevano raggiunto la prosperità grazie ai commerci e che vedevano nell’apertura di nuovi mercati l’occasione per ulteriori guadagni. Il nome con cui erano identificati derivava dalle prime centurie dell’esercito, quelle degli , in cui erano inquadrati i cittadini più ricchi. In quest’epoca, infatti, , i cui patrimoni erano legati al possesso delle terre (meno redditizie delle imprese mercantili). che ottenevano grandi guadagni dagli appalti per le forniture alle legioni o per la riscossione dei tributi delle province; l’espansione militare costituiva dunque per loro una grande opportunità di arricchimento. classe dei cavalieri, membri dell’ ▶  ordine equestre ricchi mercanti plebei equites i redditi più elevati erano ormai quelli dei plebei che si dedicavano ai commerci e non più dei senatori Molti cavalieri, inoltre, erano pubblicani Nel II secolo a.C., l’ascesa economica dei cavalieri portò alla loro affermazione anche nella vita politica. La ricchezza ottenuta dai commerci generava però sospetti e pregiudizi presso l’élite senatoria romana, che da sempre considerava i traffici mercantili come attività poco sicure rispetto ai ricavi dei patrimoni terrieri. Per questo, la vietò ai senatori di impegnare le proprie ricchezze nelle spedizioni mercantili marittime. legge Claudia del 218 a.C. A partire dalla prima guerra punica, tramite il sistema degli appalti, i cavalieri avevano fornito allo Stato i fondi necessari per armare la flotta e l’esercito. Senza la riscossione dei tributi e gli approvvigionamenti per l’esercito garantiti dai pubblicani, inoltre, Roma non avrebbe potuto gestire i propri domini territoriali in continua espansione. In questo contesto, la costituì una minaccia per la supremazia politica del senato. Agli inizi del II secolo a.C., essi erano in grado di incidere sulle decisioni politiche dello Stato, orientandone le scelte nell’organizzazione economica, nei comizi e nell’esercito. crescente importanza economica dei cavalieri nella Roma antica era la classe sociale formata inizialmente dai cittadini sufficientemente ricchi da possedere e mantenere un cavallo; essi prestavano servizio militare nella cavalleria. Ordine equestre: Statua in bronzo di un cavaliere romano.  pagina 437  Il partito trasversale della guerra I due orientamenti politici presenti nel senato divergevano sull’obiettivo delle nuove guerre, ma non sulle in sé, che erano . I successi militari costituivano infatti il modo più efficace per accelerare la carriera politica, intesa sempre più come strada sicura per arricchirsi invece che come servizio reso alla comunità. Inoltre, i bottini di guerra e le terre confiscate ai nemici potevano essere utilizzati per finanziare le campagne elettorali, attraverso la distribuzione di denaro o di derrate alimentari alle classi più povere. L’espansione territoriale apriva anche nuove opportunità ai senatori che, una volta divenuti consoli o pretori, potevano essere nominati governatori delle nuove province. guerre caldeggiate da molti senatori indipendentemente dalle loro posizioni politiche e culturali Al di là delle contrapposizioni ideologiche, quindi, . I sostenevano l’espansionismo indipendentemente dall’area verso cui sarebbe stato indirizzato. I , invece, puntavano alla conquista del Mediterraneo orientale, mentre il intendeva attaccare e distruggere Cartagine, sia per evitare nuove minacce dagli antichi nemici, sia perché riteneva che questo obiettivo avrebbe distolto le energie romane dalla guerra in Oriente, ritenuta pericolosa. gli interessi delle classi sociali più influenti di Roma convergevano sull’opportunità di una politica di espansione militare cavalieri senatori della cerchia degli Scipioni gruppo che faceva riferimento a Catone L’interno del sepolcro degli Scipioni a Roma. Le vittorie in Oriente L’insieme di questi interessi determinò l’inizio di una politica imperialistica estesa su tutto il mar Mediterraneo. La prima regione a essere attaccata dalle legioni romane fu la . Approfittando delle contrapposizioni tra i regni ellenistici per la supremazia nel Mediterraneo orientale, nel Roma sconfisse nella , in Tessaglia, il re macedone Filippo V, già battuto pochi anni prima in Illiria ( ). Grecia continentale 197 a.C. battaglia di Cinoscéfale seconda guerra macedonica Con la sconfitta del regno di Macedonia . Nel 192 a.C. le città facenti parte della lega etolica per contrastare la crescente influenza romana nella regione. Le truppe della coalizione furono però sconfitte dalle legioni romane alle Termopili, nel 191 a.C., e a Magnesia, l’anno successivo. Nel 188 a.C. i Seleucidi accettarono le condizioni della pace di Apamea, che imponeva loro la cessione di alcuni territori della Tracia al regno degli Attalidi e all’isola di Rodi, alleati dei Romani. Per il momento, in modo diretto, non avendo ancora forze sufficienti per dominare militarmente questi territori. le città greche riacquistarono la propria autonomia si allearono con il re seleucide Antioco III Roma si accontentò di influire sulla situazione politica della regione senza occuparla   Video – La seconda guerra macedonica  pagina 438  Le guerre in Occidente e in Grecia Oltre che sul fronte orientale, infatti, . Tra il 200 e il 191 a.C. esse riconquistarono il controllo della , dove i Galli erano tornati indipendenti durante la seconda guerra punica, e fondarono la (cioè della Gallia “al di qua delle Alpi”). Tra il 193 e il 176 a.C. occuparono anche i territori dei Veneti e dei Liguri, annessi alla nuova provincia. le legioni romane erano impegnate a combattere anche in altre aree Pianura Padana nuova provincia della Gallia Cisalpina Negli stessi anni dovettero fronteggiare anche la ribellione della penisola iberica, dove nel 197 a.C. furono create le due . nuove province della Spagna Ulteriore e Citeriore Tra il 171 e il 167 a.C. i Romani furono di nuovo impegnati in una campagna militare , che aveva tentato di sottomettere tutta la Grecia ( ): dopo la , la Macedonia fu suddivisa in quattro piccoli regni, per evitare che rappresentasse ancora una minaccia alla stabilità della regione. Un nuovo intervento si rese però necessario , con la quarta guerra macedonica, quando . contro il re macedone Perseo, successore di Filippo V terza guerra macedonica vittoria romana a Pidna, nel 168 a.C. nel 148 a.C. la Macedonia divenne a tutti gli effetti una provincia romana Lo stesso destino attese la penisola ellenica: dopo la repressione della rivolta delle città greche riunite nella lega achea e la distruzione di Corinto nel 146 a.C., e fu assoggettata come . Molti abitanti delle sue città furono condotti a Roma come schiavi; tra questi vi erano , come lo storico , che avrebbero animato i circoli culturali filoellenici nati per opera della nobiltà romana. la Grecia perse definitivamente la sua indipendenza nuova provincia romana, con il nome di Acaia numerosi intellettuali Polibio   Video – La distruzione di Corinto  pagina 439  Il Mediterraneo romano Nei decenni successivi, la conquista romana del Mediterraneo si completò. Nel 133 a.C. , privo di successori, . Il lascito si ricollegava all’antica alleanza che il padre, Eumene II, aveva stabilito con i Romani e che, nel 188 a.C., dopo la pace di Apamea, aveva fruttato al regno degli Attalidi l’annessione di vaste regioni dell’Anatolia. La ribellione di alcuni dignitari di corte, riluttanti a diventare sudditi dei Romani, fu domata dalle legioni, e nel 129 a.C. . il re di Pergamo, Attalo III lasciò in eredità il proprio regno anatolico alla repubblica romana fu creata la provincia dell’Asia Sempre nel 133 a.C. i Romani soffocarono la e conquistarono la città di Numanzia, nella Spagna Citeriore. Infine, nel 123 a.C., sottomisero la Gallia meridionale, dove fu costituita la , dal nome dalla città di Narbona (nell’attuale Provenza, chiamata così proprio dal termine latino ). rivolta delle popolazioni iberiche provincia della Gallia Narbonense provincia Popoli e lingue Estensione del dominio romano e territori sotto la sua influenza intorno alla metà del II secolo a.C. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F) La Numidia e la Cappadocia erano regni clienti controllati da Roma.          V         F A Magnesia si disputò l’ultima battaglia combattuta sul territorio ellenico dai Romani.          V         F La Spagna Citeriore e la Spagna Ulteriore erano province romane confinanti con la Gallia Narbonense.          V         F Il fiume Ebro segnava il confine della Spagna Citeriore.          V         F POPOLI E LINGUE  Le antiche lingue mediterranee La regione del ha rappresentato, fin dai tempi antichi, . Il mare ha costituito lo spazio per gli scambi tra etnie radicalmente diverse che, nella documentazione scritta, hanno lasciato tracce delle reciproche influenze etnico-linguistiche e culturali alla base dello sviluppo delle civiltà successive. Mediterraneo un vero e proprio ponte tra le culture Anche nel mondo antico la diffusione delle lingue seguiva il movimento e i contatti delle popolazioni: questa dinamica spiega il motivo per cui, per esempio, , esperti nel commercio marittimo, , che divenne lo strumento comunicativo alla base dell’alfabeto greco e, successivamente, di quello latino. Tuttavia, la comunicazione scritta era la traccia della lingua usata dai parlanti e, nel caso dei Fenici, si trattava della , appartenente al ramo delle lingue semitiche, all’interno della famiglia afroasiatica. La diffusione di questa lingua avvenne anche per effetto della colonizzazione: ovunque i Fenici collocassero una colonia, . Questo processo generale spiega il motivo per cui il , parlato presso Cartagine, nell’attuale Tunisia, presentava alcune . In questo stesso territorio, nelle aree non urbanizzate, lingue come il copto e il libico resistettero tenacemente nella popolazione anche dopo la colonizzazione romana. i Fenici ebbero il merito di diffondere il loro alfabeto lingua cananaica i mponevano alle popolazioni locali la propria lingua che, nel tempo, si integrava a quella parlata localmente punico differenze rispetto alla lingua madre La diffusione delle lingue antiche nel bacino del Mediterraneo avvenne anche secondo processi di reciproca influenza a livello locale tra , quelle appartenenti alle popolazioni autoctone, e , quelle dei colonizzatori; ma anche per semplice contatto tra le popolazioni: pensiamo al caso di , la forma di saluto usata dai romani, che in realtà proveniva dal punico. lingue di sostrato lingue di superstrato Ave IN SINTESI Le guerre di conquista IN ORIENTE • Sconfitta di Filippo V a Cinoscefale 197 a.C. • Sconfitta delle città greche alle Termòpil 191 a.C. • Sconfitta delle città greche a Magnesi 190 a.C. • I Seleucidi accettano le condizioni della pace di Apamea 188 a.C. • Sconfitta di Perseo di Macedonia a Pidna 168 a.C. • La Macedonia diventa provincia 148 a.C. • La Grecia diventa provincia con il nome di Acaia 146 a.C. IN OCCIDENTE • Nuova provincia della Gallia Cisalpina 200-191 a.C. • Nuove province della Spagna Ulteriore e Citeriore 197 a.C. • Nuova provincia della Gallia Narbonense 123 a.C. GUIDA ALLO STUDIO Quali novità politiche emersero a Roma dopo la seconda guerra punica? Chi erano i cavalieri e quale ruolo sociale e politico avevano? Quali vantaggi traevano dalla guerra i senatori romani? Come si sviluppò l’espansione romana nel Mediterraneo orientale?