L’ORA DI GEOGRAFIA – L’URBANIZZAZIONE La città, centro di servizi Fin dall’antichità, le città sono state i centri da cui si irradiavano . Ancora oggi la maggior parte dei luoghi in cui si esercitano questi poteri – come i palazzi che ospitano le assemblee legislative (i parlamenti), le residenze di sovrani o di importanti cariche politiche, le chiese e i templi, le sedi di organi e istituzioni internazionali – si trova nelle grandi città. Molti di questi edifici sono divenuti col tempo , e a volte monumenti simbolo del Paese in cui si trovano (basti pensare alla Casa Bianca a Washington o al palazzo del Quirinale a Roma). In molte città, soprattutto i capoluoghi regionali e le capitali statali, ci sono poi edifici (spesso meno grandiosi) che ospitano : i tribunali, gli uffici delle tasse, gli enti che gestiscono i servizi sociali. Nei centri urbani si trovano infine tutti : scuole, istituti di istruzione superiore (come le università), ospedali, oltre ai servizi “di base”, come gli impianti per la raccolta dei rifiuti e l’erogazione dell’acqua potabile e dell’energia elettrica (servizi che non sono affatto scontati nelle aree rurali). Le statistiche indicano che, nonostante i problemi delle città, la popolazione urbana, proprio grazie a questo accesso privilegiato ai servizi, ha in media un maggiore livello di istruzione, un reddito più elevato, una maggiore aspettativa di vita e, in generale, un miglior stato di salute rispetto alla popolazione che abita nelle aree rurali. i “poteri forti” della società, come quello politico e quello religioso opere di interesse storico, architettonico e artistico i numerosi uffici e le istituzioni della “macchina amministrativa” di un territorio i servizi al cittadino tipici delle società evolute La Casa Bianca a Washington, residenza del Presidente degli Stati Uniti d’America. Città “aperte” e deurbanizzazione Negli ultimi decenni, fenomeni come l’aumento della percentuale di mezzi di trasporto personali per abitante (la diffusione delle automobili), il miglioramento dei trasporti pubblici che collegano le città ai centri vicini (come le ferrovie suburbane) e lo sviluppo di una fitta rete di telecomunicazioni (cellulari e Internet) nei Paesi sviluppati hanno fatto sì che una persona possa avere facile accesso ai servizi della città risiedendo a una distanza maggiore dal centro cittadino rispetto a quanto avveniva in precedenza. In altri termini, la nascita o la maggiore diffusione di comportamenti come il (cioè lo spostarsi ogni giorno su distanze medie e lunghe per raggiungere il posto di lavoro), il e l’uso di per acquistare beni e servizi o per interagire con le istituzioni hanno permesso anche a chi non risiede nel cuore di una città di adottare uno stile di vita “cittadino”. Queste nuove risorse hanno reso ormai sorpassata la tradizionale struttura cittadina a cerchi concentrici, con zone e quartieri sempre più esclusivi e ricchi a mano a mano che ci si avvicina al centro. pendolarismo lavoro svolto a distanza Internet Oggi infatti, almeno in molte città dei Paesi avanzati come gli Stati Uniti e gli Stati europei, questo modello non vale più perché, a partire degli ultimi decenni del XX secolo, si è assistito al , e in particolare dal centro. I motivi di questa fuga sono in genere quelli legati ai problemi tipici della vita cittadina, come , che inducono molte persone a spostarsi nelle aree circostanti. Le città si sono quindi aperte verso l’esterno: in Paesi come gli Stati Uniti tutto questo ha significato soprattutto la nascita di grandi sobborghi residenziali nelle periferie, abitati prevalentemente dalle classi medie e alte, mentre nei Paesi dalla storia urbana più antica, come l’Italia, si è verificata una rinascita dei centri urbani medi e piccoli intorno alle grandi città, dove sono sorti anche parchi commerciali e complessi di uffici trasferitisi dai costosi centri cittadini. fenomeno della deurbanizzazione, cioè la “fuga” dalla città l’inquinamento, la criminalità e soprattutto i prezzi elevati delle abitazioni Accanto a questi di modelli di espansione e “apertura” delle città, che avvengono in maniera per lo più ordinata secondo specifici progetti, esistono anche tipologie di espansione più disordinata, come il cosiddetto : si tratta di gruppi poco densi di edifici residenziali, commerciali e industriali, sorti senza un centro o un progetto unitario, che si allargano occupando i terreni un tempo agricoli o inutilizzati tra un centro urbano e l’altro. Le aree di si espandono lungo le grandi vie di comunicazione (strade e autostrade) senza tener conto delle tradizionali suddivisioni amministrative e politiche tra Comuni, Regioni o addirittura Stati, e sono caratterizzate dalla mancanza di servizi pubblici vicini, poiché questi si trovano ancora nei “vecchi” centri urbani. La nascita dell’ è una : con le sue strade a grande scorrimento e spesso prive di marciapiedi, questa realtà urbana è quasi impossibile da percorrere senza un veicolo a motore. Il modello dell’ è molto criticato, in quanto massima espressione dello : la mancanza di servizi e la difficoltà di spostamento per chi non possiede un veicolo penalizzerebbero le categorie più deboli (come anziani e disabili). Inoltre, questo tipo di espansione non pianificata dei centri abitati è stato attaccato per l’ e la . urban sprawl urban sprawl urban sprawl conseguenza della diffusione del trasporto personale urban sprawl stile di vita urbano improntato all’individualismo uso indiscriminato del suolo scarsa sostenibilità ambientale I quartieri residenziali dei sobborghi di Las Vegas, negli Stati Uniti.  pagina 84  Le sfide per il futuro , la disciplina che studia le misure per controllare e organizzare l’ambiente urbano, è antichissima. La pianificazione dei centri urbani contemporanei è molto complessa, e deve tenere conto di numerosi fattori, dalla larghezza delle strade all’altezza degli edifici, dalla collocazione dei parchi al percorso e alle fermate dei mezzi pubblici, dalla costruzione di infrastrutture di pubblica utilità alla gestione di servizi come l’illuminazione stradale e la raccolta dei rifiuti; tutto questo per rendere più razionali i “meccanismi” della città e migliorare la qualità della vita degli abitanti. , in cui è la città a essere al servizio del cittadino e non il contrario. L’urbanistica contemporanea è giunta poi alla conclusione che il modello di crescita senza freni dei centri urbani, prevalente fino ad anni recenti, non è più praticabile in quanto provoca gravi danni all’ambiente e comporta un consumo indiscriminato di risorse. Il nuovo modello è quello della : per esempio la promozione delle energie rinnovabili, oppure il potenziamento dei mezzi pubblici che dovrebbe limitare l’inquinamento. Purtroppo, questo nuovo modello si è finora imposto soltanto in alcuni Paesi industrializzati, come dimostra, per esempio, l’agenda urbana creata dalla Commissione Europea per definire le linee guida per lo sviluppo sostenibile delle città. I come Cina e India, proprio dove l’espansione urbana è attualmente più intensa, nella maggior parte dei casi stanno invece abbracciando ancora il . L’urbanistica L’intento è quello di creare città “a misura d’uomo” sostenibilità applicata allo sviluppo delle città, con misure volte a limitare gli sprechi in ogni campo Paesi emergenti modello della crescita continua e indiscriminata  pagina 85  Riqualificazione urbana contro espansione Abbiamo visto che l’espansione dei centri urbani, specialmente se incontrollata, è un fenomeno ormai molto criticato nei Paesi avanzati. Sono viste favorevolmente, invece, le opere di riqualificazione urbana, cioè i . Un esempio è il quartiere Bicocca a Milano, che ospitava fino agli anni Ottanta del Novecento un grande polo industriale. Con la dismissione dell’area industriale è iniziato un vasto lavoro di riqualificazione, che ha portato alla costruzione di complessi residenziali, ma anche di opere di interesse pubblico come l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e il teatro degli Arcimboldi. lavori di ristrutturazione e riconversione di edifici o di interi quartieri cittadini Nelle città sorte lungo le coste o le rive dei fiumi, invece, sono state frequentemente oggetto di riqualificazione (magazzini e così via), le cui attività sono cessate o sono state trasferite. È il caso dei Docklands di Melbourne, il quartiere portuale che è stato trasformato con la costruzione di complessi residenziali e di uffici, ma anche di stadi sportivi e attività commerciali. le aree dei porti e delle loro infrastrutture La zona portuale di Melbourne, riconvertita in area residenziale e di svago. GUIDA ALLO STUDIO Quali sono i servizi al cittadino presenti in una città? Che cosa si intende per deurbanizzazione? Dove si è verificato questo fenomeno? Che cosa si intende con l’espressione ? urban sprawl Che cosa studia l’urbanistica? Quali sono le linee guida del progetto di una città a misura d’uomo? Quale modello di crescita urbana si sta attualmente applicando nei Paesi emergenti come Cina e India? Che cosa si intende per riqualificazione urbana? Sai fare qualche esempio?