LEZIONE 2.2 – DAI SUMERI AGLI ACCADI CIVILTÀ E CITTADINANZA – Educazione civica La legge scritta Il passaggio da norme di comportamento orali a leggi scritte è stato fondamentale nella storia dei popoli. Da una parte, risponde all’esigenza di : mettere per iscritto le leggi, in modo che tutto il popolo possa conoscerle, è un modo per fortificare il proprio dominio. Dall’altra, scrivere un codice è anche un atto volontario con cui si vuole raccogliere in un unico testo coerente tutte quelle norme che devono regolare la vita di una comunità; questo significa , a cui tutta la popolazione deve rifarsi per convivere pacificamente. consolidare l’assetto politico e il governo di un re o di una casta far diventare le leggi un patrimonio comune Fin dall’antichità, dopo l’invenzione della scrittura, molte civiltà hanno prodotto codici per organizzare la convivenza civile e rinforzare il proprio potere sul territorio. Uno dei più antichi e noti è il , il quale, come spesso è avvenuto in epoca antica, sottolinea che le sue leggi, così come il potere del re, hanno origine divina; sul bassorilievo infatti campeggia la figura di Shamash, dio della giustizia, che detta ad Hammurabi le leggi perché governi il suo popolo. In realtà, quella di Hammurabi non è la prima raccolta di leggi scritte giunte fino a noi. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce alcuni codici e decreti più antichi: il ne è un esempio, anche se si tratta di testi frammentari e sparsi, che niente hanno a che fare con l’organicità del codice di Hammurabi. Inoltre il codice era quasi sicuramente “esposto” in pubblico e ne esistevano varie copie poste in luoghi significativi. Si trattava quindi di una sorta di “pubblicazione” ante litteram, perché tutti gli abitanti delle città più importanti potessero prenderne visione. codice di Hammurabi codice sumero Ur-Nammu Un fondamentale passo in avanti verrà compiuto nelle (un esempio sono le leggi di Gortina, a Creta, un’epigrafe datata tra il VI e il V secolo a.C. che regolava il diritto di famiglia). Qui le leggi che governano la vita comunitaria e la giustizia hanno origine dalle consuetudini e servono a moderare i contrasti sociali interni alle città. È la stessa spinta che porterà successivamente alla redazione delle . Nella prima età repubblicana, dopo la cacciata dei Tarquini, Roma diviene una città autonoma al cui interno si fanno sempre più forti i contrasti tra patrizi e plebei. Ma qual è, in sostanza, il vero mutamento? La legislazione scritta diviene uno strumento di giustizia nelle mani di tutti, anche e soprattutto dei plebei; essa cioè risponde alla loro esigenza di poter avere leggi più eque e, soprattutto, di poterle conoscere per far valere i propri diritti. Le tavole in bronzo vengono infatti esposte nel foro perché chiunque possa leggerle. Pur non essendo giunto a noi il testo integrale, le Dodici tavole ebbero un’enorme influenza sulla giurisprudenza latina successiva. Nel 533 d.C., l’imperatore bizantino Giustiniano I promulgò il , la monumentale opera che raccolse gli elementi più significativi della giurisprudenza romana, ed è alla base del diritto e di molte costituzioni di epoca moderna. póleis greche Dodici tavole (451-450 a.C.), la prima legislazione scritta del mondo romano Corpus iuris civilis L’idea che l’insieme delle leggi possa essere patrimonio di un popolo trova un vasto sviluppo dal periodo illuminista in poi. È così che nascono, . La Costituzione è infatti un testo che rappresenta la volontà di un popolo e nel quale il popolo stesso si riconosce, utile alla convivenza civile e d’ispirazione per scrivere tutte le altre leggi. La , promulgata nel 1948, espone in maniera semplice e chiara i diritti e i doveri dei cittadini, oltre che l’organizzazione dello Stato, perché si rivolge direttamente ai cittadini, in quanto legge fondamentale dello Stato. dal Settecento, le moderne costituzioni Costituzione italiana L'imperatore Giustiniano circondato dagli uomini della sua corte nel mosaico della chiesa di San Vitale a Ravenna.