LEZIONE 18.1 ROMA E I BARBARI La crisi dell impero romano, iniziata nel II secolo d.C. per cause interne, fu aggravata dalle migrazioni dei popoli germanici, che da tempo premevano alle frontiere settentrionali e orientali dell impero e che nel corso del III secolo penetrarono sempre pi frequentemente all interno dei suoi confini. I movimenti dei Germani contribuirono in modo decisivo a spostare il baricentro della vita economica e politica europea verso il Nord del continente e al profilarsi di nuovi equilibri tra le regioni occidentali e quelle orientali del Mediterraneo. Mentre la barriera naturale costituita dai rilievi dei Balcani e del Caucaso attut l impatto delle invasioni di popoli stranieri in Oriente, le vaste pianure dell Europa centrosettentrionale favorirono gli spostamenti di popoli dalle steppe asiatiche verso le province occidentali dell impero e verso la penisola italica. Il declino economico dell Occidente ebbe ovviamente ripercussioni sociali notevoli: i ceti mercantili e artigiani praticamente scomparvero, determinando il venir meno di una classe media che aveva avuto un ruolo importante nell economia imperiale, e le disuguaglianze tra gli honestiores (i ricchi proprietari terrieri e i funzionari imperiali) e la massa degli humiliores (in cui rientrava tutto il resto della popolazione, ridotta in miseria) si accentuarono ancora di pi . Popoli e lingue p. 110 Epoca tardoantica: fase storica di transizione tra l antichit e il Medioevo che si colloca tra il III secolo d.C. e il regno di Giustiniano. La storiografia, per indicare gli spostamenti di popoli che interessarono l Asia e l Europa a partire dal III secolo d.C., ha ampiamente utilizzato l espressione invasioni barbariche . Essa risente di una tradizione che ha a lungo interpretato questi processi storici dal punto di vista dei Romani, cio di chi li aveva a quel tempo percepiti come una minaccia per la stessa sopravvivenza della civilt . Di fatto pi che di invasioni, si tratt di veri e propri movimenti migratori che coinvolsero diverse popolazioni. Le grandi migrazioni dell epoca tardoantica determinarono la fine del mondo classico, delle sue strutture politiche e dei suoi orizzonti culturali, in circostanze spesso contrassegnate dalle violenze, Barbaro e CIVI CA #leparolevalgono cazion Il mondo dei barbari Edu Il termine barbaro deriva dal latino barbarus, a sua volta derivante dal greco b rbaros. L etimologia dimostra la connotazione negativa che sin da subito ha accompagnato questa parola: il barbaro, lo straniero, colui che non sa nemmeno parlare, ma al massimo balbettare (bar bar), e rappresenta quindi uno stadio pi basso di civilt rispetto a chi emette tale giudizio. Per i Greci antichi, gi i Macedoni potevano essere considerati barbari e tanto pi lo erano gli altri popoli che vivevano al di fuori della comunit linguistica che parlava il greco. I Romani, anch essi considerati barbari dai Greci, fecero proprio il termine per designare tutti quei popoli che non solo non parlavano il latino, ma che vivevano anche al di fuori della civilt romana e delle sue regole. Per secoli, ai barbari e alle loro invasioni stata imputata la principale responsabilit della caduta dell impero romano d Occidente, in realt in crisi gi dal III secolo. I regni che si formarono dopo il 476 sono stati a lungo definiti romano-barbarici , e in generale tutto il Medioevo, ma soprattutto i primi secoli, stato ammantato di questa immagine di declino, di caduta in uno stato di barbarie dopo i secoli luminosi della classicit , prima quella greca e poi quella romana. La rivalutazione del Medioevo barbarico iniziata nell Ottocento, quando proprio nella fusione tra i Romani e i popoli germanici stato individuato l inizio dell identit e delle culture nazionali europee. FINO A NOI Oggi la parola barbaro continua a essere usata come sinonimo di rozzo, ignorante, incivile. Gli storici, tuttavia, preferiscono non usare pi il termine barbari a proposito delle popolazioni che progressivamente migrarono all interno dell impero romano, ma parlano piuttosto di Germani e di regni romano-germanici . 108