LEZIONE 18.4 – LA DIVISIONE DELL’IMPERO Come era avvenuto dopo l’uscita di scena di Diocleziano, anche con la morte di Costantino la stabilità del potere imperiale tornò a vacillare pericolosamente. Le riforme politiche e amministrative dei due imperatori avevano posto un rimedio solo temporaneo ai problemi dell’impero, sempre più attraversato dalla tendenza alla frammentazione del potere centrale. Subito dopo la scoppiarono dunque , con il ritorno all’instabilità politica che aveva a lungo caratterizzato il secolo precedente. morte di Costantino (337) nuove guerre civili Un impero instabile Le nuove lotte per la conquista del potere furono scatenate dagli stessi , che egli aveva nominato come suoi successori: Costanzo II, Costante I e Costantino II. Questi fu il primo a cadere, nel 340, ad Aquileia, per mano di Costante, il quale fu a sua volta ucciso nel 350 dopo essere stato deposto da una congiura organizzata in Gallia da Magnenzio, comandante delle sue guardie del corpo. e si insediò incontrastato a capo dell’impero. L’instabilità politica era accresciuta dalle , che approfittavano della debolezza del potere imperiale per compiere scorrerie nelle province periferiche, ottenere la concessione di terre o essere arruolati nell’esercito romano. figli di Costantino Nel 351 Costanzo II prevalse sui rivali incursioni dei popoli germanici L’ascesa politica di Giuliano Per evitare che alla sua morte ritornasse l’instabilità politica che aveva caratterizzato l’inizio del suo regno, , suo parente non diretto, nominandolo Cesare e . Nell’amministrare queste province, Giuliano dimostrò ottime capacità, soprattutto nella lotta contro la corruzione dei funzionari imperiali. Sotto la sua guida le Gallie furono dotate di nuove opere difensive presso le frontiere e nei centri abitati, con benefici per la sicurezza della popolazione e dei commerci. , riuscendo a respingere numerose invasioni lungo la frontiera del Reno. Questi successi gli guadagnarono tra l’altro il consenso della popolazione e delle truppe stanziate nelle Gallie. Così, quando Costanzo II chiese a Giuliano l’invio di alcuni contingenti per la sua campagna militare contro i Sasanidi, in Oriente, decise di muovere le sue truppe contro Giuliano l’anno seguente, ma mentre era ancora in Asia Minore. Costanzo II nominò come suo successore Giuliano assegnandogli il comando delle Gallie Giuliano si distinse anche per le sue doti di soldato e di comandante militare nel 360 le legioni della Gallia si ribellarono e acclamarono Giuliano imperatore. Costanzo II morì di malattia L’imperatore Giuliano, detto l’Apostata. Il ritorno al paganesimo Nel 361, quindi, l’impero passò a tutti gli effetti nelle mani di Giuliano (361-363). Avendo ricevuto un’educazione ispirata alla cultura ellenistica e ai princìpi della filosofia greca, durante il suo regno egli promosse il , ormai in gran parte abbandonati dalla classe dirigente. Per questo motivo egli sarebbe passato alla storia con il nome di (ossia “rinnegatore” della fede cristiana). Contrariamente a quanto affermarono i suoi detrattori, che abbondavano soprattutto negli ambienti cristiani, con Giuliano non si tornò però all’epoca delle persecuzioni, poiché egli . L’ostilità dei cristiani derivava dal fatto che proprio condannate dalla Chiesa e osteggiate dai Padri della Chiesa e dai difensori dell’ortodossia. Il risentimento dei cristiani divenne ancora più evidente in seguito all’ che gli imperatori precedenti avevano concesso ai seguaci del cristianesimo. Poiché ormai i cristiani rappresentavano una parte considerevole della popolazione dell’impero, questi provvedimenti danneggiarono molto la popolarità dell’imperatore, del resto già piuttosto ridotta, dal momento che le sue riforme a favore del paganesimo interessavano soltanto un numero ristretto di intellettuali legati a circoli culturali nostalgici dell’età classica. ritorno alla cultura greco-romana classica e ai culti pagani Giuliano l’Apostata mantenne la libertà di culto per tutti gli abitanti dell’impero questa libertà favoriva la ripresa delle eresie abolizione di alcuni privilegi economici