L RA DI CIVICA FAKE NEWS La parola a... #paroleperilfuturo Massimo Bray Vorrei provare a spiegare perché le fake news non sono solo notizie false ma rappresentano un fenomeno più complesso e insidioso nel mondo dell iperconnessione . Massimo Bray e nato nel 1959 a Lecce. Ha studiato Lettere e Filosofia a Firenze e nel 1991 e entrato nella casa editrice Treccani come redattore. Dal 2015 ne e Direttore generale. Eletto alla Camera dei Deputati con il Pd nel 2013, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 e stato Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del governo Letta. La sua attività al Governo e stata contraddistinta dall approvazione di Valore Cultura, legge quadro sul riconoscimento, salvataggio e conservazione dell enorme patrimonio di beni culturali in Italia. Nel 2017 e nel 2018 e stato Presidente del Salone del libro di Torino. Ha pubblicato nel 2019 il libro Alla voce Cultura. Diario sospeso della mia esperienza di Ministro. 142 Oggi tutti noi le chiamiamo soprattutto fake news: questo fortunato anglicismo è forse più preciso della sua letterale traduzione notizie false , poiché al concetto di falso affianca anche quello di fasullo , contraffatto , finto , mettendo in evidenza il dolo e non il semplice errore che spesso si nasconde dietro la diffusione di questo tipo di informazioni. Se pseudonotizia non rende perfettamente questo concetto, in italiano abbiamo comunque un curioso lemma che serve allo scopo, ovvero bufala: basta una breve ricerca su Internet per scoprire quante e quanto variegate siano le ipotesi dei linguisti sull origine di questo termine, ma è innegabile come esso come il corrispettivo inglese hoax si connetta al concetto di frode , truffa , inganno . Chi mette in giro questo tipo di informazioni, dunque, spesso non è da identificarsi come un ingenuo credulone convinto di stare smascherando chissà quale complotto: è piuttosto un vero e proprio professionista della truffa, che ha un obiettivo ben preciso, ovvero quello di guadagnare (denaro, potere, visibilità) frodando il suo pubblico. Per questo il fenomeno della diffusione delle fake news, che esiste da tempi antichissimi ma solo in quelli più recenti ha raggiunto proporzioni allarmanti a causa della facilità di circolazione delle stesse sui social media, deve essere oggi guardato con attenzione e valutato come un rischio per la sicurezza e la salute dei cittadini. Da centinaia di anni gli storici si interrogano sulla veridicità o meno delle fonti a cui attingono: lo stesso Umanesimo, il periodo storico che ha origine alla fine del XIV secolo e culmina nel XV, fu in primo luogo un grande movimento intellettuale votato a dirimere il falso dal vero, cioè a liberare i testi fondanti della cultura classica dagli errori e dalle incrostazioni che vi si erano accumulate durante la trasmissione manoscritta medievale. Ed è proprio grazie a questa attenta ricerca della verità e ricostruzione delle fonti che il filologo Lorenzo Valla poté dimostrare, nel 1440, la falsità della donazione di Costantino, probabilmente uno dei documenti più importanti della storia politica e religiosa fino a quel momento, in cui si affermava che l imperatore Costantino avesse donato a papa Silvestro I e ai suoi successori il dominio politico su tutto l impero romano d Occidente, che per secoli era servito a fondare il potere temporale dei pontefici della Chiesa cattolica. Questo è probabilmente uno degli esempi più noti di falso storico conosciuti nella storia europea, ma molti erano venuti prima e molti sarebbero seguiti dopo: dall incendio di Roma del 64 d.C., la cui responsabilità Nerone attribuì alla comunità cristiana dell Urbe, alle notizie false di omicidi rituali compiuti all interno delle comunità ebraiche, fatte circolare nel corso del tardo Medioevo e della prima età