La riorganizzazione dello Stato Uno dei primi problemi che Ottaviano si trovò ad affrontare dopo aver assunto il potere fu la riorganizzazione dello Stato, che comprendeva ormai una popolazione vastissima. , sorte quando Roma era solo una città-Stato e basate sulle tradizioni culturali e politiche dei popoli latini, . Forte del suo controllo sull’attività legislativa, Augusto introdusse riforme che trasformarono radicalmente l’amministrazione statale romana. Persa la propria autonomia, , che Augusto riportò a 600 membri, vide ridotte le proprie competenze: a esso spettava l’amministrazione ordinaria dello Stato e la gestione della spesa dell’erario; era inoltre un al quale affidare i processi per i reati di corruzione e di lesa maestà (per cui veniva punito chiunque tentasse di offendere il principe o un membro della sua famiglia). La facoltà di compiere le scelte politiche più importanti fu invece attribuita a , composto da collaboratori nominati direttamente da Augusto tra i suoi uomini più fidati: . Le istituzioni repubblicane non erano più adatte a governare territori tanto ampi e popoli con mentalità e costumi così diversi tra loro il senato tribunale speciale un nuovo organismo il consilium principis Il fregio nord dell’arco di Augusto a Susa. , poiché i magistrati venivano nominati direttamente dal principe, che per di più poteva utilizzare contro di loro il suo diritto di veto. Le assemblee vennero convocate sempre più raramente e la partecipazione dei cittadini subì una drastica riduzione. L’estensione della cittadinanza romana agli Italici aveva tra l’altro consentito l’accesso ai comizi a un numero molto elevato di persone, che però abitavano lontano da Roma e la cui presenza alle assemblee era di fatto impossibile. La gestione degli affari dello Stato fu invece affidata a . Essi furono elevati ai vertici dell’amministrazione, attraverso un profondo cambiamento delle funzioni dirigenziali dello Stato. Le tradizionali cariche pubbliche, ricoperte gratuitamente da magistrati eletti ogni anno dai comizi, persero il vincolo del limite temporale e furono progressivamente attribuite a professionisti nominati dall’imperatore e retribuiti dallo Stato. , che avrebbe caratterizzato la gestione dello Stato in epoca imperiale. Nell’ottica di Augusto, un nucleo stabile di funzionari era essenziale per garantire la continuità amministrativa e rendere più efficace l’azione di governo, che sarebbe invece stata compromessa dall’avvicendamento annuale tipico delle magistrature repubblicane. Anche i comizi persero gradualmente il loro ruolo funzionari fedeli al principe e per lo più appartenenti all’ordine equestre Nacque così l’embrione della burocrazia : il termine, composto dal francese , “ufficio pubblico”, e dal greco , “potere”, indica l’organizzazione di persone e risorse destinate all’amministrazione e alla gestione della vita di una comunità. Burocrazia bureau krátos