CAPITOLO 20 L EUROPA DOPO LA CADUTA DELL IMPERO La conquista dei territori bizantini La mancanza di continuità territoriale e la debolezza del governo centrale esponevano i Longobardi sia alla minaccia dei Bizantini (che grazie al controllo delle coste potevano garantirsi gli approvvigionamenti via mare), sia a quella dei Franchi, che dalla Gallia meridionale miravano a espandersi in Italia. La necessità di fronteggiare diversi nemici spinse dunque i duchi a dare vita a un organismo statale più solido, guidato da una monarchia stabile che pose la propria sede a Pavia. Con il re Agilulfo (590-616) iniziò una nuova fase di espansione territoriale, che proseguì anche con i suoi successori. Sotto la guida del sovrano Rotari (636-652), in particolare, i Longobardi strapparono ai Bizantini i territori oggi corrispondenti all Emilia, alla Liguria e al Veneto. All impero d Oriente restò in pratica, nell Italia settentrionale, solo Ravenna e il controllo dell area della laguna adriatica in cui sarebbe sorta in seguito la città di Venezia. Nello stesso periodo i duchi longobardi dell Italia meridionale conquistarono il territorio dell attuale Salerno, mentre nel 670 sottomisero anche Taranto e Brindisi. Se si eccettuano le aree dell Italia centrale e la Calabria, alla fine del VII secolo il Sud della penisola era ormai quasi completamente sottomesso al dominio dei Longobardi. L interno della basilica di San Salvatore, a Brescia, fondata dal re longobardo Desiderio. Il dominio longobardo 188 La presenza longobarda in Italia ebbe caratteristiche simili a quella dei Vandali in Africa, dove non si era realizzata alcuna forma di collaborazione tra invasori e popolazione locale. Al contrario degli Ostrogoti, che almeno nei primi anni avevano dato vita a un regno caratterizzato da una relativa coesione sociale, i Longobardi, di fede ariana, instaurarono nella penisola italica un dominio autoritario, sottomettendo duramente la popolazione di origine romana e di religione cattolica. Dal punto di vista della struttura sociale ed economica si creò dunque una netta cesura con la fase precedente. La maggioranza della popolazione locale fu costretta a lavorare nelle campagne per mantenere la nobiltà dei guerrieri longobardi, mentre i latifondisti di origine romana che avevano fatto parte dell amministrazione del regno ostrogoto