LEZIONE 20.3 I Longobardi L amministrazione dei poderi La solidit del regno, almeno nei primi decenni, fu messa a dura prova dai gravi problemi economici e sociali che affliggevano la penisola. Lo stato di guerra continua, i rapporti conflittuali tra conquistatori e conquistati e le confische delle propriet terriere prolungarono infatti la crisi economica che, eredit dei disastri della guerra greco-gotica, aveva provocato lo spopolamento delle citt e un vistoso calo della produzione agricola. Nel corso del VII e dell VIII secolo, tuttavia, anche la vita economica conobbe segnali di ripresa. Come abbiamo visto, dopo la fondazione del regno la nobilt germanica, in origine dedita pressoch esclusivamente all esercizio delle armi, si trasform in un ceto di proprietari terrieri e agricoltori e la societ longobarda divenne essenzialmente contadina, come testimoniano molte norme dello stesso editto di Rotari. Tra le leggi emanate dall editto del 643, in particolare, vi erano diverse disposizioni relative alla gestione delle propriet rurali, dalle quali emerge un modello di sfruttamento del territorio che, erede del latifondo romano e della villa rustica di epoca tardoantica, si sarebbe affermato definitivamente nei secoli successivi. Come le ville rustiche romane, le grandi propriet terriere longobarde erano quasi del tutto autosufficienti dal punto di vista economico. All interno dei possedimenti i campi migliori erano riservati al padrone; nella sua porzione di terra erano presenti anche stalle, magazzini, mulini per la produzione della farina o frantoi per la spremitura delle olive, oltre a forni e a officine artigianali. All interno delle ville rurali si svolgevano infatti piccole attivit manifatturiere, come la produzione di attrezzi agricoli e di tessuti di lana, lino e canapa. La parte restante della propriet , di dimensioni pi ridotte, era invece riservata a uno o pi contadini, i massari (dal latino mansus, termine che indicava l appezzamento coltivato da una famiglia contadina). I massari vivevano in condizioni non molto dissimili da quelle dei servi, sostentandosi con i raccolti del loro podere ma lavorando anche i campi del padrone per conto di quest ultimo. Molto importanti, nell economia agricola di questo periodo, erano anche le risorse rappresentate dai boschi e dai pascoli liberi che circondavano le propriet terriere. Qui i contadini potevano cogliere i frutti selvatici e le erbe e far pascolare gli animali, senza corrispondere al padrone alcun tributo. Dai boschi si ricavava inoltre la legna utilizzata come combustibile per il riscaldamento e come materiale per la costruzione delle abitazioni e la fabbricazione di utensili e strumenti di lavoro. Alcuni articoli dell editto di Rotari prevedevano pene molto severe contro il danneggiamento dei boschi e norme per la salvaguardia degli animali selvatici, a testimonianza dell importanza che i Longobardi riservavano all economia silvo-pastorale. Le citt , l artigianato e i commerci Sebbene fondamentalmente agricola, la vita economica del regno longobardo non era limitata esclusivamente al sistema chiuso delle propriet rurali. Nonostante la crisi e lo spopolamento che aveva colpito le citt della penisola dopo il crollo dell impero romano d Occidente e dopo la guerra greco-gotica, la civilt urbana non cess mai di esistere del tutto nel territorio che ne era stato il cuore, l Italia. I duchi longobardi avevano stabilito nelle citt la loro sede e, se le citt dipendevano dalle campagne per gli approvvigionamenti alimentari, per molte attivit , come per esempio quelle di tipo artigianale, era vero il contrario: erano infatti ancora le campagne a dover dipendere dalla produzione di manufatti tipica dei contesti urbani. Le botteghe e i laboratori di fabbri, falegnami, vasai e altri artigiani erano gestiti soprattutto dalla popolazione di origine romana, ma con il tempo si svilupp anche un artigianato a opera dei Longobardi, i quali erano esperti soprattutto nella lavorazione del legno e dei metalli (anche per produzioni di grande valore artistico). I commerci erano invece limitati ai mercati in cui si scambiavano i prodotti locali. I traffici di lunga distanza vennero completamente meno in questo periodo, nell ambito di un contesto sociale e produttivo assai lontano dai fasti dell economia che la penisola aveva conosciuto ai tempi della Roma imperiale. Una fibula longobarda in argento dorato, pietre dure e smalti. 191