LEZIONE 20.3 IL PERSONAGGIO Ermengarda Desiderata il nome che la tradizione ha attribuito alla seconda moglie di Carlo Magno. Tuttavia, si tratta di una tradizione alto-medievale, che si concilia con la tendenza a nominare i personaggi storici attraverso il patronimico: la principessa longobarda era infatti una delle quattro figlie del re Desiderio. La storiografia successiva, basata sulla Historia Langobardorum di Paolo Diacono, uno dei maggiori storici del Medioevo, si riferisce alla giovane con il nome di Irmogarda. Non certa la data di nascita della donna, ma le fonti sono concordi nel riconoscerle il ruolo di regina dei Franchi nel biennio dal 769 al 771. Il re dei Longobardi, Desiderio, strinse con Pipino il Breve, re dei Franchi, un alleanza consolidata con l unione di due delle sue figlie con gli eredi al trono dei Franchi, Carlomanno e Carlo. Tuttavia tali accordi matrimoniali furono severamente avversati dal papa Stefano II, mal disposto nei confronti della popolazione longobarda. Alcune fonti riportano come non ufficiale il primo matrimonio che leg Carlo a una giovane aristocratica di basso rango, Imiltrude, ma certamente da tale unione nacque un figlio, Pipino. Sembra che per sposare la principessa longobarda, Carlo fosse stato costretto ad abbandonare il suo primo legame. Altre fonti, invece, non danno per certo il matrimonio tra il re dei Franchi e la principessa longobarda, da cui Carlo non ebbe figli. Nel 771, Carlomanno mor , lasciando il fratello unico erede al trono. Questo evento di natura dinastica e po- STORIA I Longobardi litica ebbe importanti ricadute nella sfera privata della famiglia regale. Carlo ripudi infatti la principessa longobarda e mosse guerra a Desiderio. Nel 774, una volta conquistata Pavia e catturato Desiderio, Carlo divenne re dei Longobardi. Sulla sorte che tocc a Ermengarda (nome dato a Desiderata dal Manzoni nella sua tragedia Adelchi) esistono invece poche notizie: lo storico tedesco del XV secolo Aventinus sostiene che la donna, trovato asilo presso Pavia, fosse morta dando alla luce un figlio. Il ritorno di Ermengarda in Italia, illustrazione degli anni Cinquanta del Novecento. LETTERATURA L Adelchi di Alessandro Manzoni «Sparsa le trecce morbide Sull affannoso petto, Lenta le palme, e rorida Di morte il bianco aspetto, Giace la pia, col tremolo Sguardo cercando il ciel.» La vicenda di Ermengarda viene celebrata nel coro dell atto IV dell Adelchi, la tragedia scritta da Alessandro Manzoni nel 1822 che prende il nome dal figlio del re longobardo Desiderio. L opera narra della guerra mossa da Carlo, re dei Franchi, contro i Longobardi tra il 772 e il 774. Manzoni immagina che la principessa longobarda, confinata tra le mura del convento di San Salvatore a Brescia, consumi l ultimo tormentato tratto della sua vita col cuore infranto, tra la fine di un amore e la lealt per il suo popolo. La tragedia inserita nel gusto tipicamente ottocentesco che sullo sfondo della vicenda storica intreccia i drammi privati. Manzoni poggia uno sguardo tenero e compassionevole sulla donna, che vive ancora del ricordo dolce, ma crudele, dei giorni felici trascorsi con il suo re. Ermengarda a tratti colta dall illusione che Carlo torni a prenderla, ma infine, atterrita dallo sgomento e dalla rassegnazione, non sopporta la notizia del nuovo matrimonio di Carlo e si lascia morire. L umiliazione ricevuta da Carlo fa di Ermengarda una vittima innocente agli occhi di Manzoni: per questo, al termine dell atto, sulla sofferenza della donna discende la consolazione della Grazia divina. 195