CAPITOLO 20 L EUROPA DOPO LA CADUTA DELL IMPERO in luoghi isolati, come i deserti della Siria e dell Egitto. Richiamandosi all esperienza dei primi martiri cristiani e all esempio di Ges , essi conducevano una vita ascetica fatta di preghiera e lunghi digiuni e segnata dalla rinuncia completa ai beni terreni. Altri cristiani, pur vivendo in luoghi lontani dalle citt , formarono comunit di preghiera insieme ad altri fedeli. Essi furono chiamati monaci cenobiti (dal greco koin s, comune e b os, vita ) perch , pur conducendo una vita di gruppo con altri confratelli, trascorrevano gran parte del proprio tempo nel raccoglimento interiore, pregando o svolgendo in solitudine le attivit quotidiane necessarie al loro sostentamento. La diffusione del monachesimo STUDIO SULLA CARTA p. 199 IL PERSONAGGIO Il monachesimo era nato in Oriente fra il III e il IV secolo, ma a partire dal V secolo si diffuse anche in Occidente, in particolare in Italia e in Gallia. Alla base dell impegno religioso dei primi monaci vi fu in molti casi l opera di evangelizzazione dei popoli germanici. Sulle orme di Ulfila, il vescovo ariano che alla fine del IV secolo era riuscito a convertire i Goti, nel V secolo il monaco britannico Patrizio si era recato in Irlanda, evangelizzandone la popolazione. Sull isola sorsero poi numerosi monasteri che, tra il VI e il VII secolo, diffusero il cristianesimo in tutta la Britannia. Nello stesso periodo altri monaci evangelizzarono l Europa centrale, mentre nel IX secolo i monaci greci Cirillo e Metodio avrebbero convertito al cristianesimo anche le trib nomadi di Slavi insediate nell Europa orientale e nei Balcani. Mentre nelle regioni orientali a diffondere la fede cristiana fu comunque soprattutto la Chiesa guidata dal patriarca di Costantinopoli, il monachesimo ebbe un ruolo determinante nel mondo occidentale. Qui i monaci, spingendosi come missionari pressoch in ogni parte d Europa, compirono un impresa fondamentale per l affermazione politica e sociale della Chiesa e per la formazione dell identit religiosa europea. Gli evangelizzatori cristiani incontrarono ovviamente anche molte resistenze; pi che tra i Germani, Gregorio Magno Durante il suo pontificato (590-604), papa Gregorio I fu il solo punto di riferimento per la citt di Roma contro la minaccia longobarda, in mancanza e in sostituzione del polso dell imperatore romano d Oriente. Le qualit militari e politiche di Gregorio valsero al papa l appellativo di Magno, cio grande , soprattutto in ragione delle tregue che seppe negoziare con i nemici. Nato a Roma nel 540, da una famiglia dell aristocrazia senatoria, sembra che avesse intrapreso dapprima, sulle orme del padre, la carriera politica che lo colloc a Roma come prefetto, nel 573. Tale compito era senz altro sostenuto da una profonda cultura, che Gregorio seppe costruirsi fin da giovanissimo quando frequentava la biblioteca del colle Celio. Le sue conoscenze spaziavano dalle scienze naturali ai classici latini e greci, ma sembra eccellesse nella materia giuridica. Papa Pelagio II ordin Gregorio diacono nel 579 in previsione dell imminente missione che il giovane avrebbe svolto a Costantinopoli come rappresentante del papa, per esporre all imperatore le problematiche relative ai disordini scatenati dai Longobardi. Alla morte di Pelagio II (590), l elezione a papa di Gregorio fu immediata, tanto pi per l urgen- 198 za di sanare la situazione che vessava Roma, sotto lo scacco dei Longobardi, indebolita dall esondazione del Tevere e dall epidemia di peste. Di fronte al pericolo longobardo Gregorio intervenne sia militarmente sia diplomaticamente, riuscendo a stipulare diverse tregue. Durante il suo pontificato resatur la liturgia e si distinse come guida politica e religiosa della citt di Roma. Gregorio Magno, ispirato dallo Spirito Santo (la colomba), compone i canti gregoriani; sotto di lui, tre scribi.