LEZIONE 21.2 Le riforme di Eraclio POPOLI E LINGUE Il greco dei Bizantini Viene comunemente denominata come greco bizantino la variante linguistica del greco medievale che in età tardoantica era impiegata per la redazione di documenti ufficiali, prodotti dalle istituzioni. Il greco medievale testimoniava la piena sopravvivenza della koiné imperiale, sviluppata a partire dal dialetto attico: tuttavia, la koiné, estesamente diffusa, si diversificò localmente in una popolazione di dialetti che, a partire dall XI secolo, si sono trasformati nelle lingue moderne. Contemporaneamente, anche la lingua scritta si sviluppò a partire dal dialetto attico, che dal VI secolo a.C. si era diffuso attraverso le opere della letteratura greca: la produzione scritta in età tardoantica fu profondamente condizionata da questo modello illustre. La distanza che separava la lingua scritta da quella parlata aumentò a dismisura finché, a partire dal VII secolo, il registro popolare cominciò a inserire i propri elementi linguistici nella produzione scritta. Questo riavvicinamento dei due registri, popolare e formale, si accrebbe quando il mondo bizantino finì sotto il dominio occidentale a seguito della quarta crociata e del saccheggio di Costantinopoli, nel 1204: la vicinanza tra i due registri era talora tanto forte da rendere riconoscibili, agli studiosi della lingua, le provenienze geografiche degli autori, in base agli elementi dialettali rintracciabili nei testi. In termini strettamente letterari, la produzione tardoantica intrecciava, all interno di costruzioni sintattiche incerte e tortuose, arcaismi ereditati dalla tradizione omerica a risemantizzazioni, cioè mutamenti di significato in parole preesistenti, introdotte dall universo cristiano, familiari anche al mondo latino. Eraclio contro Cosroe II Pagina di un manoscritto bizantino del X secolo. Durante il regno di Eraclio il conflitto con l impero persiano si infiammò nuovamente. Tra il 611 e il 627 l impero bizantino che aveva già impegnato grandi risorse finanziarie e umane per contrastare l arrivo degli Slavi nei Balcani subì anche i danni dovuti alle incursioni degli vari. I Persiani guidati dal sasanide Cosroe II (590-628) approfittarono di questo momento di difficoltà per attaccare le frontiere orientali. Cosroe II conquistò rapidamente molti territori nemici, occupando la Siria e l Egitto e, alleatosi con gli Slavi e gli vari, nel 626 pose Costantinopoli sotto assedio. Le strutture difensive della capitale, disposte su una triplice cerchia di mura, erano però state concepite proprio per resistere a un lungo assedio; inoltre, i territori dell Anatolia, con le loro ingenti risorse economiche e militari, restavano saldamente in mano all impero d Oriente. La città poteva infine contare sui rifornimenti garantiti dalla flotta, ancora in grado di controllare gran parte del Mediterraneo. Lasciando che la capitale resistesse con le proprie forze all assedio, Eraclio mobilitò il grosso dell esercito per muovere guerra direttamente contro la Persia. In due anni di campagne militari i Bizantini sconfissero le truppe persiane e respinsero al contempo gli attacchi degli vari stanziati nei Balcani. 223