LEZIONE 24.1 L impero gupta in India sioni dei regni confinanti, i cui sovrani, accettato il dominio Gupta, si occuparono di governare i loro territori come vassalli, con il vantaggio di guadagnarne reddito e con l onere di amministrarne e la popolazione. Samudragupta comprese che il governo doveva poggiare sul decentramento dell amministrazione e non fatic pi di tanto a sottomettere, con la forza del suo esercito, la quasi totalit del subcontinente indiano. Chandragupta II applic una scaltra strategia politica e militare per sottomettere i regni residui e allearsi con dinastie troppo forti da essere dominate. Per esempio, prese in moglie la principessa Kuberanaga, esponente della dinastia Naga, al governo dell India centro-settentrionale. Per stringere alleanza con la dinastia Vakataka, al governo dei territori occidentali strategicamente significativi per il controllo delle minacciose satrapie Shaka, Chandragupta II favor il matrimonio tra la propria figlia, Prabhavatigupta e il sovrano Vakataka Rudrasena II. Morto il sovrano Vakataka, Chandragupta II govern quel regno attraverso la figlia. Sembrerebbe che la campagna contro le satrapie Shaka fosse gi stata pianificata da Ramagupta, il fratello maggiore poi detronizzato da Chandragupta II. Quest ultimo valut la prospettiva di una nuova guerra contro le satrapie Shaka, dopo la deposizione del fratello: dalle iscrizioni, sembra che l obiettivo del territorio Shaka fosse particolarmente significativo, per il sovrano, nel quadro della sua conquista del subcontinente. Ottenuto anche questo territorio, Chandragupta II aveva ormai espanso l impero dal fiume Indo fino al Bengala, dalle pendici dell Himalaya fino al fiume Narmada. Anche il commercio ebbe un accelerazione, grazie al controllo dei porti marittimi occidentali. Il governo e la societ Dettaglio delle decorazioni delle grotte di Udayagiri, nello Stato del Madhya Pradesh, nell India settentrionale, realizzate durante il regno di Chandragupta II. L imperatore, bench investito di poteri divini, come capo dello Stato e dell amministrazione esercitava il proprio potere entro i limiti che incontrava sia nell applicazione del principio del Rajya Dharma (in sanscrito, il dovere dei governanti ), sia nelle figure che lo supportavano alla conduzione del governo. L apparato amministrativo prevedeva il contributo di alti funzionari (Amatyas) e del collegio dei ministri. Inoltre, anche le donne di corte erano ammesse alle consultazioni governative. Inizialmente i primi esponenti della monarchia avevano la consuetudine di corrispondere la retribuzione dell impiego pubblico amministrativo nella forma dello stipendio: successivamente, soprattutto a partire dal governo di Samudragupta, gli incarichi governativi cominciarono a essere retribuiti con l affidamento di terre e province. I villaggi erano le unit amministrative pi piccole, ma ciascun ordine territoriale godeva di ampi margini di autonomia e di libert , sempre in armonia con le leggi e l indirizzo politico amministrativo istituito dai Gupta che, nell ottica del decentramento, non lasciavano al caso nemmeno l aspetto legato alla giustizia. L applicazione delle leggi e delle sanzioni era, in realt , poco severa ma molto efficace. Lo Stato accresceva le proprie casse attraverso la tassazione e, nel bilancio, le spese principali erano relative al mantenimento dell esercito, della famiglia imperiale e per le opere pubbliche. La societ era divisa in caste, in base al credo induista: alla sommit della scala sociale c erano i Bramini, la casta dei sacerdoti depositari del sapere sacro; a un livello inferiore c era la casta dei Kshatriya, composta da principi e guerrieri; seguiva la casta dei Vaisya, compo- 303