L RA DI CIVICA IDENTITÀ mai neutrale e puramente descrittiva. Ogni mappa si riferisce a uno specifico punto di vista sul mondo e sul posto che nel mondo occupa chi la disegna. Confrontare queste mappe significa riflettere su quale visione del mondo noi stessi abbiamo interiorizzato e mettere in discussione la nostra prospettiva accogliendo altri punti di vista. Come abbiamo gi accennato, non solo la geografia esprime una visione ideologica del mondo, ma anche e soprattutto la storia. Per secoli l elaborazione della narrazione storica stata appannaggio di studiosi europei che hanno ritenuto quella del proprio continente come unica storia rilevante nel pianeta. Questa visione stata messa in discussione negli ultimi cinquant anni. In particolare, una nuova corrente storiografica, la World History, propone di inquadrare la storia in modo diverso: da un lato mettendo sullo stesso piano le diverse civilt , senza privilegiarne una a discapito delle altre; dall altro ampliando i confini temporali della storiografia e adottando una visione di lungo o lunghissimo periodo. Se guardiamo la storia con questa lente, infatti, scopriamo che anche l egemonia europea e occidentale sul mondo, che diamo normalmente come scontata, in realt occupa una parte limitata della storia mondiale. La World History si propone quindi di ricostruire una storia delle connessioni all interno della comunit umana globale, mostrando la rilevanza degli scambi e delle relazioni fra i popoli e non limitandosi a raccontare tante storie frammentate e chiuse dentro i confini degli Stati, che non possono restituire la complessit del cammino dell umanit nel tempo. DOMANDE 1. Che cos l eurocentrismo? Su quale assunto errato si basa? 2. Il racconto della storia solo una descrizione dei fatti avvenuti o frutto di una selezione e di una prospettiva ideologica? Motiva la tua risposta. 3. Come influisce l eurocentrismo sulla cartografia? 4. Che cos la World History? Quali sono i suoi principi? 2. Il discorso coloniale: noi e gli altri L eurocentrismo uno dei concetti alla base dell affermazione e della giustificazione del colonialismo europeo. Il termine colonialismo si riferisce specificamente all et moderna e contemporanea e indica lo sfruttamento dei territori e delle popolazioni che le potenze europee hanno attuato ai danni di popoli ritenuti inferiori o selvaggi. In questo senso, dunque, la storia del colonialismo ha inizio con lo sbarco in America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492 e con la successiva conquista delle terre americane da parte delle potenze europee, inizialmente Spagna e Portogallo e poi anche Inghilterra, Olanda, Francia. Dopo la sottomissione e lo sterminio delle popolazioni indigene delle Americhe, gli europei iniziarono a deportare uomini e donne africani nel continente come schiavi, con terribili conseguenze per milioni di persone, costrette a vivere e lavorare in condizioni disumane. Dalla fine dell Ottocento il colonialismo ha conosciuto una fase particolarmente violenta, nota anche come imperialismo. In questo periodo storico le potenze europee hanno attuato una politica di espansione aggressiva verso l Asia e, con la Conferenza di Berlino del 1884, si sono spartite il continente africano. In Africa, Germania, Belgio, Francia, Inghilterra, Olanda e in seguito anche l Italia hanno praticato una forma di oppressione delle popolazioni e di depredazione delle risorse con conseguenze di lunga durata. Il colonialismo anzitutto una forma di violenza, di potere e dominio di una parte del mondo su un altra. Ma non si limita a questo. I colonizzatori elaborano anche una cultura coloniale, cio un modo di pensare, di interpretare il mondo, di raccontare gli eventi che riflette i rapporti di potere in atto fra colonizzati e colonizzatori. Questo tipo di cultura, che gli studiosi chiamano discorso coloniale, parte dall assunto della superiorit dei colonizzatori e quindi giustifica la conquista e la violenza in virt della presunta incivilt dei colonizzati. Il discorso coloniale costruisce un interpretazione del mondo rigidamente binaria, perch divide il mondo in due e polarizza ogni riflessione su due elementi contrapposti. In questa narrazione da una parte ci sono i colonizzatori, che sono il centro del mondo, i civilizzati, i superiori, il noi del discorso coloniale; dall altra ci sono i colonizzati, che sono giudicati incivili e primitivi, differenti e, in quanto tali, 355