I segni della crisi I Flavi erano riusciti a mantenere una relativa stabilità politica grazie a un’ , ottenuta sia attraverso il (entrambi di fatto mantenuti dalle elargizioni pubbliche di cereali), sia tramite la . Molto più duro poteva essere l’atteggiamento del potere imperiale , dove l’esercito non esitava a commettere e dove i funzionari locali . Le operazioni militari condotte dai legionari in Britannia, per esempio, furono accompagnate da numerosi episodi di crudeltà gratuita. Tale situazione aveva, tuttavia, il suo contrappeso nella sicurezza e nella pace interna, soprattutto grazie all’efficienza delle vie di comunicazione, che garantivano gli scambi commerciali tra le diverse aree dell’impero. Ciò portò a una rapida crescita delle province a discapito, però, dell’Italia, che andò incontro a un irreversibile . Durante il loro principato, Tito e Domiziano avevano dovuto tra l’altro far fronte alle conseguenze provocate da una . Le ragioni delle difficoltà dell’Italia erano inoltre legate ai cambiamenti che avevano caratterizzato l’organizzazione delle attività agricole. I proprietari terrieri tornarono ad affittare parte delle loro terre a coloni liberi, ai quali chiedevano in cambio una parte del raccolto. I coloni, a differenza degli schiavi, non dovevano essere mantenuti e lavoravano con maggiore impegno, spinti dall’incentivo del guadagno personale. La , con la conseguente frammentazione delle estensioni dei campi, contribuì però a rendere ancora meno competitiva la produzione agricola italica, esponendola ulteriormente alla concorrenza delle merci importate dalle province. apparente pacificazione interna consenso interessato del proletariato urbano e dei legionari repressione delle opposizioni nelle province atrocità per sedare qualsiasi tentativo di rivolta sfruttavano spesso pesantemente le popolazioni sottomesse declino economico violenta eruzione del Vesuvio, che nel 79 d.C. distrusse le città di Pompei, Ercolano e Stabia diffusione del colonato p. 43 Voci dalla storia Il luogo VOCI DALLA STORIA «Dicono pace, dove fanno il deserto» In questo brano dello storico Tacito è riportato il discorso che Calgaco, capo di una popolazione della Scozia, rivolse ai suoi guerrieri per spingerli a combattere i Romani in Britannia, facendo leva sulle loro ingiustizie e atrocità. […] […] Publio Cornelio Tacito, , XXX, 31, trad. di A. Resta Barrile, Zanichelli, Bologna 1964 Quelli che con varia fortuna combatterono prima di noi contro i Romani potevano sperare nell’aiuto del nostro braccio, perché noi, i più nobili di tutta la Britannia, e perciò situati nelle sue parti più interne, lontani da ogni lido di popoli schiavi, non eravamo neppure contaminati dalla vista della servitù. Ma più in là della nostra terra non vi sono che flutti e scogli e, ancor più pericolosi, i Romani, contro i quali a nulla varrebbero la sottomissione e l’obbedienza. Predatori del mondo, non avendo più terre da devastare, frugano il mare: avidi, se il nemico è ricco, arroganti, se povero, né l’Oriente né l’Occidente potrebbero saziarli. Furti, assassinii, rapine con falso nome essi chiamano impero e dicono pace, dove fanno il deserto. I figli e i parenti sono per natura quanto ciascuno ha di più caro: gli uni ci sono strappati con gli arruolamenti per servire altrove; le spose e le sorelle, anche se poterono sottrarsi alla violenza dei nemici, sono oltraggiate sotto la veste dell’amicizia e dell’ospitalità. Gli averi e i beni di fortuna ci sono consumati con i tributi, i raccolti annuali con le contribuzioni di frumento, le forze stesse e le mani ci sono logorate tra percosse e offese nella costruzione di strade attraverso foreste e paludi. Chi nasce schiavo è venduto una sola volta ed è inoltre nutrito dal padrone stesso: la Britannia ogni giorno compra la sua schiavitù, ogni giorno l’alimenta. E come tra gli schiavi di una casa l’ultimo arrivato è schernito anche dai compagni, così noi, disprezzati e ultimi venuti in questa grande e vecchia famiglia di servi, siamo assaliti per essere sterminati, non avendo campi, miniere, porti, dove essere serbati a lavorare. Agricola   STUDIO CON I TESTI Come vengono definiti i Romani nel discorso di Calgaco? Perché? Confronta l’idea di “pace” esaltata dalla propaganda di Augusto con quella presentata da Calgaco. Come vivevano i Britanni sotto il dominio romano?