LEZIONE 16.3 – IL RITORNO DELLE GUERRE CIVILI La fine dell’età aurea e dotate di un elevato senso delle istituzioni. La loro designazione era stata infatti, in genere, una conseguenza dell’ampio consenso di cui godevano tra i senatori e presso vasti strati della società. Una volta al governo, gli imperatori si erano preoccupati di mantenere il consenso di tutti i gruppi sociali, promuovendo politiche equilibrate e spesso ispirate ai princìpi di moderazione propugnati dalla filosofia stoica. . Con le guerre civili che si scatenarono per la sua successione, lo Stato romano fu nuovamente travolto da disordini interni. , che durante l’età aurea dell’impero aveva riacquistato un peso politico determinante, necessaria per influenzare l’elezione al trono imperiale. , il cui ruolo era rafforzato dal valore strategico della difesa di confini sempre più minacciati, . Alla fine del II secolo d.C., si inserì in questo quadro di precaria stabilità politica dello Stato. Essi poterono sfruttare il proprio prestigio per prendere il potere con il sostegno dei soldati; tra i comandanti più spregiudicati e ambiziosi nacquero quindi nuovi conflitti. Il principato adottivo aveva favorito l’ascesa ai vertici dello Stato di personalità capaci Questa fase della storia di Roma, caratterizzata dal perdurare della concordia civile, terminò sotto Commodo Il senato perse nuovamente l’autorità L’esercito acquisì invece un’importanza politica decisiva l’azione dei generali stanziati nelle province Ufficiali e pretoriani in un rilievo del II secolo d.C. Da Pertinace a Giuliano La prima vittima dell’instabilità politica fu , un valido comandante militare che nel 192 d.C., . La sua nomina era stata motivata dalla stima di cui godeva presso il senato e dal fatto che al tempo della congiura rivestiva la carica di prefetto del pretorio. Per questo motivo, in teoria, avrebbe dovuto essere sostenuto anche dai . Questi ultimi si aspettavano una gratificazione economica dal nuovo imperatore; Pertinace, invece, si preoccupò di risanare il bilancio statale, attraverso che gli alienò il sostegno delle guardie imperiali. Dopo soli tre mesi dalla sua elezione, , promettendo di sostenere l’ascesa al trono di chi offrisse loro più denaro. , un ricchissimo senatore di origine italica. La designazione di Giuliano fu approvata anche dal senato, timoroso che il vuoto di potere potesse provocare nuovi disordini. Ma . Giuliano doveva inoltre guardarsi dall’ , che non avevano riconosciuto la sua nomina. Publio Elvio Pertinace subito dopo la congiura contro Commodo, era stato eletto imperatore con il sostegno dei senatori pretoriani un’impopolare politica di rigore economico e di riforma delle distribuzioni di alimenti e di terre i pretoriani uccisero Pertinace e “misero all’asta” l’impero La gara fu vinta da Dìdio Giuliano la sua inadeguatezza a governare si mostrò subito in modo evidente ostilità degli eserciti stanziati nelle province p. 69 Voci dalla storia Una nuova guerra civile : Clodio Albino in Britannia, Pescennio Nigro in Siria e Settimio Severo in Pannonia. Ne seguì , che per alcuni anni avrebbe lasciato Roma senza una guida riconosciuta. , confidando nel sostegno dei pretoriani, Giuliano cercò di stabilire un patto con Settimio Severo, che era tornato in Italia e si era impadronito della flotta imperiale di stanza a Ravenna. Tuttavia, non esistevano le condizioni per una trattativa: Settimio Severo rifiutò l’accordo e . La guerra civile continuò per altri quattro anni: alla fine imporsi sugli avversari e a La sua ascesa al potere fu il segno della profonda trasformazione che aveva interessato l’impero alle soglie del III secolo: Settimio Severo infatti , sulle coste settentrionali dell’Africa. Il ruolo della penisola italica e dell’antica aristocrazia, ancora rappresentata dal senato, era ormai del tutto marginale. Alcuni contingenti militari si ribellarono all’autorità di Giuliano, acclamando imperatori i propri generali una nuova guerra civile (193-197 d.C.) Nel 193 d.C. Giuliano, abbandonato anche dai pretoriani, fu ucciso da una congiura organizzata dai senatori Settimio Severo riuscì a farsi riconoscere come nuovo imperatore di Roma nel 197 d.C. apparteneva a una famiglia dell’ordine equestre ed era originario di Leptis Magna (oggi in Libia)