LEZIONE 16.4 NUOVE RELIGIONI NELL IMPERO Il sincretismo romano Sincretismo: mescolanza di tradizioni culturali e correnti di pensiero filosofico e religioso diverse, conciliate in un unico insieme di credenze e rituali. La diffusione dei culti orientali STUDIO SULLA CARTA p. 71 Nei territori annessi in seguito alle guerre di conquista, i Romani avevano sempre mantenuto un atteggiamento di tolleranza nei confronti delle tradizioni e dei costumi locali. Di conseguenza, fin dall epoca repubblicana le religioni con cui erano venuti in contatto si erano diffuse anche tra la popolazione romana, dando luogo a una contaminazione tra culture diverse (sincretismo religioso). I Romani, infatti, non solo tolleravano che le popolazioni sottomesse venerassero le loro divinit , ma in alcuni casi innestarono addirittura queste nuove fedi all interno dei loro culti ufficiali. La tolleranza si mutava per in durissima repressione nei confronti dei culti che risultavano in contrasto con le leggi statali o che minacciavano le autorit politiche, come era successo con i Baccanali, banditi da un apposito senatoconsulto nel 186 a.C. La diffusione di religioni di origine orientale si intensific a partire dal II secolo d.C., in concomitanza con la crisi politica, sociale ed economica che colp l impero romano. I sentimenti di insicurezza e di angoscia per il futuro provocati dall instabilit politica, le minacce dei popoli germanici che premevano ai confini delle province, la povert causata dalla crisi economica spinsero masse sempre pi consistenti ad allontanarsi dalla religione tradizionale romana, che aveva un carattere pubblico e politico, e a cercare conforto in un rapporto pi intimo con la divinit . Le aspettative di chi sceglieva un culto diverso riguardavano soprattutto la speranza di un esistenza migliore dopo la morte. A differenza dei culti greci e romani, che davano valore agli aspetti concreti e terreni dell esistenza e avevano una visione particolarmente pessimistica dell oltretomba, le religioni orientali erano in grado di rispondere a questo anelito spirituale, perch promettevano la salvezza dell anima dopo la morte del corpo e la possibilit di riscattarsi dalle sofferenze nell aldil . La contaminazione culturale e religiosa nell impero fu favorita dall unificazione amministrativa delle province e dall estensione della cittadinanza, che rese pi rapida ed efficace la circolazione delle idee. Si diffusero cos , in ampi territori, alcuni culti di origine orientale: il mitraismo, cio il culto indopersiano del dio Mitra, identificato con il Sole e legato a complesse simbologie astrali; era praticato nelle province orientali fin dall et repubblicana e fu riconosciuto ufficialmente dalle autorit romane nel III secolo d.C.; il culto di Iside e Osiride, proprio dell antica religione egizia e legato alla fecondit della natura e alla sopravvivenza dell anima dopo la morte; la sua affermazione a Roma fu favorita dagli intensi contatti commerciali e culturali seguiti alla conquista dell Egitto da parte di Augusto; i culti misterici di Dioniso-Bacco e di Demetra-Cibele, originari dell Asia Minore e radicati gi nella Roma repubblicana in virt dei contatti con il mondo greco, dove da secoli erano praticati in cerimonie segrete riservate agli iniziati; a questo tipo di pratica cultuale, che instaurava un rapporto intimo e diretto con la divinit , appartenevano anche i Baccanali ufficialmente soppressi nel 186 a.C. (ma sopravvissuti fino all epoca imperiale); dalla Fenicia si diffuse il culto di Baal, divinit delle piogge e della fecondit dei campi, che a Roma fu identificata con il dio Saturno; anche la venerazione di Baal era legata al tema della morte e della resurrezione dell anima, che accomunava varie religioni orientali; 70