L’ARTE BIZANTINA L’EPOCA D’ORO DI RAVENNA una città tra Oriente e Occidente Divenuta capitale dell’Impero romano d’Occidente, Ravenna a partire dal V secolo conosce una straordinaria fioritura artistica che vede il rinnovarsi dell’arte del mosaico. UNESCO PATRIMONIO MONDIALE Galla Placidia e il suo Mausoleo A favorire la fioritura dell’arte bizantina in Italia è soprattutto una donna, sorella dell’imperatore Onorio e reggente dell’Impero tra il 425 e il 450: . È lei a volere la costruzione delle prime due basiliche a : una dedicata a San Giovanni Evangelista e l’altra, poi distrutta, intitolata alla Santa Croce. A quest’ultima era collegato l’edificio ancora oggi più noto della città, che porta il suo nome, il   . Galla Placidia Ravenna ▶ di Galla Placidia Mausoleo La costruzione presenta una pianta quasi a con copertura a cupola sopra l’incrocio dei bracci. Alla in mattoni, ritmato da semplici archi ciechi (cioè senza aperture), si contrappone l’estrema , interamente rivestito di . croce greca sobrietà del paramento esterno sontuosità dell’interno mosaici Varcato l’ingresso, infatti, si rimane meravigliati dal sul fondo blu notte, dai festoni  gioco di stelle dorate di fiori e di frutti che rivestono gli archi e i sottarchi e dalle figurazioni sacre nelle lunette. La luce e il bagliore dei colori sembrano quasi annullare le poderose pareti, facendoci entrare in un mondo incantato. Quella luce e quei colori servono proprio a raccontarci, in , lo splendore del regno dei cieli e la grandezza divina. chiave simbolica  Asset ID: 370 ( )  sta-vidrac-mausoleo-di-galla-plac120.mp4 , 425-430 ca., esterno. Ravenna. Mausoleo di Galla Placidia , 425-430 ca., interno. Ravenna. Mausoleo di Galla Placidia , 425-430 ca., pianta. Ravenna. Mausoleo di Galla Placidia OSSERVA L’OPERA ✓ L’esterno sobrio  a contrasto con  l’interno ✓ Il bagliore dei  mosaici ✓ Il cielo stellato  pagina 133  Una chiesa per Sant’Apollinare Se i simboli usati in alcuni mosaici sono semplici da comprendere, altri invece sono molto più complessi. È questo il caso della raffigurazione nel   , cioè nella copertura semisferica dell’abside. ▶ Catino absidale della Basilica di Sant’Apollinare in Classe La scena è suddivisa in due parti ben distinte: nella  occupata da un grande prato verde, in piedi, al centro, in abito color porpora, c’è , ben identificabile per la scritta ; intorno a lui, perfettamente simmetriche nel numero e nella posa, ci sono dodici candide , che alludono ai dodici apostoli o, più in generale, al “gregge” dei ; zona inferiore, sant’Apollinare SAN CTUS APOLENARIS pecore fedeli nella  esattamente sopra la figura del santo, c’è una su un cielo stellato, circondata da un anello. Al centro della croce è rappresentato il volto di Cristo. A destra e a sinistra del disco con la croce si trovano i profeti e , mentre un po’ più in basso, proprio all’inizio della zona occupata dal prato, ci sono tre pecorelle che simboleggiano i discepoli , e : siamo di fronte a una rappresentazione allegorica della . zona superiore, croce gemmata Elia Mosè Pietro Giacomo Giovanni trasfigurazione sul Monte Tabor Il dell’immagine è evidenziato dallo  valore simbolico stile scelto: infatti, benché vi siano nella scena molti elementi naturali (il prato, i fiori, i sassi, i cespugli e le pecore), la mancanza di movimento, di realismo e di volume suggeriscono che non ci troviamo di fronte a un vero paesaggio di campagna, ma davanti a qualcosa che ha un altro significato. , 549 ca., mosaico. Ravenna. Catino absidale della Basilica di Sant’Apollinare in Classe OSSERVA L’OPERA ✓ Gli elementi naturali  usati come simboli ✓ Il contrasto di colori ✓ Le figure rigide e piatte SCOPRI DI PIÙ La trasfigurazione sul Monte Tabor L’episodio è narrato nei Vangeli. Si racconta che Cristo si fosse recato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor. Qui cambiò aspetto, mostrandosi circondato di luce e con vesti bianchissime; mentre appaiono anche i profeti Mosè ed Elia e la voce di Dio indica in Gesù suo figlio.