LA PITTURA ROMANICA AFFRESCHI E DIPINTI SU TAVOLA immagini sacre a tinte vivaci In epoca romanica la pittura, ancora legata alla tradizione bizantina, è impiegata nella decorazione delle chiese, dove, al pari della scultura, serve a narrare le storie della Bibbia. Le chiese dipinte Oggi le basiliche romaniche hanno un aspetto semplice, con pareti spoglie in pietra o intonaco, ma originariamente tutte le murature, comprese le volte e addirittura i rilievi scolpiti, erano decorate da . Questi dipinti, generalmente realizzati con la tecnica dell’ , sono andati quasi completamente perduti nel corso del tempo. pitture a colori vivaci affresco Uno dei pochi esempi rimasti è il ciclo di affreschi della Basilica di Sant’Angelo in Formis presso Capua, in Campania. Negli , su fondo azzurro, è raffigurato un grande , seduto su un trono decorato con gemme preziose. Questa maestosa figura presenta caratteri ancora legati all’ : è rigida, inespressiva, definita con marcate linee di contorno. ▶ Affreschi dell’abside Cristo benedicente arte bizantina Sugli , nelle scene che raccontano le storie della Bibbia, è invece impiegato un linguaggio diverso. Osservando , un miracolo raccontato nei Vangeli, si possono notare un maggior e una certa , anche se rimangono elementi della tradizione, come le guance rosse e le rughe marcate sui volti dei personaggi. Si pensa che questi affreschi siano opera di seppur formati da maestranze bizantine. ▶ Affreschi delle pareti ▶ Gesù che guarisce un cieco movimento vivacità delle figure artisti locali , 1065-1066. Capua (Caserta), . Affreschi dell’abside Basilica di Sant’Angelo in Formis , particolare degli , 1065-1066. Capua (Caserta), Basilica di Sant’Angelo in Formis. Gesù che guarisce un cieco Affreschi delle pareti OSSERVA L’OPERA ✓ I colori brillanti ✓ Il grande Cristo benedicente di ispirazione bizantina ✓ La nuova vivacità delle figure pagina 169 La pittura su tavola: il crocifisso Con la tecnica della vengono realizzate opere di diverse forme e dimensioni, tra cui , alte anche più di tre metri. Su tavole appositamente sagomate, Cristo crocifisso è rappresentato con uno stile rigido, ancora influenzato dall’arte bizantina, come dimostra la grande , conservata agli Uffizi, di cui non conosciamo l’autore. tempera su tavola grandi croci ▶ Croce 432 In quest’opera Gesù è raffigurato vivo con gli occhi aperti a rappresentare il suo trionfo sulla sofferenza e sulla morte: questa tipologia di crocifissi è detta del . Cristo trionfante Il corpo nudo di Gesù, coperto solo da un panno, il perizòma, che gli cinge i fianchi, è rigido e fisso, definito da linee di contorno molto marcate. Uno stile diverso, più vivace e naturale, è impiegato nelle che, ai lati della croce, raccontano la vita di Cristo. piccole scene Il , elemento caratteristico delle pitture medievali su tavola, è simbolo della dimensione soprannaturale e divina. fondo oro , inizio del XII secolo, tempera su tavola, 302 x 231 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi. Maestro della Croce 432, Croce 432 OSSERVA L’OPERA ✓ Cristo vivo sulla croce (Cristo trionfante) ✓ La rigidità e la fissità di derivazione bizantina ✓ La maggior vivacità e naturalezza nelle scene laterali SCOPRI DI PIÙ La pittura a tempera su tavola Nel XII secolo inizia a diffondersi anche la pittura a tempera su tavola, cioè su un , appositamente e preparato con vari strati di gesso e colla. La tecnica prende il nome di perché i colori utilizzati sono ottenuti “temperando”, cioè mescolando, pigmenti in polvere (generalmente di origine minerale) con acqua e rosso d’uovo. supporto di legno rivestito da tela di lino tempera