LA PITTURA GOTICA CIMABUE E DUCCIO DI BUONINSEGNA due scuole a confronto Dalla metà del XIII secolo, due città diventano  protagoniste del rinnovamento in pittura: Firenze,  che privilegia la ricerca di figure solide e naturali,  e Siena, che sviluppa il tema dell’eleganza. L’ATTENZIONE AL VERO del fiorentino Cimabue detto (Firenze, 1240 ca. - Pisa, 1302) è un artista “nuovo”, il primo a riportare la pittura alla , dopo secoli in cui questo linguaggio era stato condizionato dall’astratta arte bizantina. Questa nuova via è testimoniata dalla   degli Uffizi, una tipica composizione medievale che prevede al centro la Vergine in trono e tutto intorno angeli, santi e profeti. Cenni di Pepo Cimabue rappresentazione della realtà ▶ Maestà Nell’opera di Cimabue, la Vergine è al centro, tiene in braccio il piccolo Gesù e indossa un con un , colori che alludono alla sua natura divina (il blu del cielo) e insieme umana (il rosso). Ai lati del trono sono posizionati in maniera simmetrica otto angeli, mentre in basso vi sono quattro profeti. abito rosso mantello blu La composizione ricalca quindi la tradizione delle Maestà, ma del tutto nuova è l’ , sia nella resa dello spazio sia in quella dei corpi. attenzione alla realtà Cimabue, infatti, cerca di riprodurre la , rappresentando la stondatura del trono e posizionando intorno gli angeli a semicerchio. Inoltre, tenta di dare un alla Vergine, facendo intravedere la forma del ginocchio sotto la stoffa della veste. Ma soprattutto dona al volto della Madonna, che sembra accennare un sorriso. profondità spaziale corpo vero espressione   Video – Cimabue: la Maestà di Santa Trinita , , 1280, tempera e oro su tavola, 385×223 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi. Cimabue Maestà  pagina 195  L’ELEGANZA DELLE LINEE del senese Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 ca. - 1319) si impone alla fine del Duecento per il suo . Duccio di Buoninsegna gusto raffinato ed elegante Conosciamo poco di lui, sappiamo però che dal 1278 è maestro indipendente e che, dopo un breve soggiorno a Firenze dove incontra Cimabue e Giotto (p. 197), rientra a Siena, e qui rimane fino alla morte. Nel 1308 viene chiamato a eseguire una d’altare dedicata alla Madonna per il duomo di Siena. Nel giro di pochi anni, l’artista realizza una   di dimensioni eccezionali, dipinta su entrambe le facce. pala ▶ Maestà L’opera è tradizionale per alcuni caratteri e assolutamente nuova per altri. Di impianto tradizionale è la , che vede al centro della tavola la Vergine con il Bambino, seduta in trono e circondata da una schiera di santi e angeli disposti simmetricamente. In alto, in una sorta di galleria, ci sono gli apostoli raffigurati a mezza figura e più piccoli, secondo la scala gerarchica di impostazione bizantina. composizione Al nuovo stile gotico, invece, rimandano la che copre il trono, la della Vergine, la sua , non più rigidamente frontale, e i del mantello. preziosità della stoffa delicatezza del volto posa bordi mossi e sinuosi   Video – Duccio di Buoninsegna e il modello della di Cimabue Maestà , , fronte, 1308-1311, tempera su tavola, 211×426 cm. Siena, Museo dell’Opera Metropolitana del Duomo. Duccio di Buoninsegna Maestà OSSERVA E CONFRONTA CIMABUE ✓ La ricerca di profondità e volume ✓ I colori classici ✓ La naturalezza di gesti ed espressioni DUCCIO DI BUONINSEGNA ✓ La bidimensionalità bizantina ✓ La varietà dei colori ✓ La morbidezza ed eleganza delle linee