il secondo triumvirato
Antonio cercò di ottenere il governo della Gallia cisalpina, ma il governatore di quella provincia si rifiutò di lasciarglielo e si rifugiò a Modena.
Antonio assediò la città ma il senato, sebbene il governatore della Gallia Cisalpina fosse
un cesaricida, dichiarò Antonio nemico pubblico e gli inviò contro l’esercito.
Antonio allora raggiunse la Gallia Narbonense, e unì le sue forze a quelle di Marco Emilio Lepido, altro fedele ufficiale di Cesare.
A questo punto Ottaviano, con un colpo di Stato, impose la sua nomina a console. Roma rischiava di nuovo una guerra civile.
Ma Ottaviano, Antonio e Lepido si incontrarono a Bologna e si accordarono.
Nasceva così nel 43 a.C. il secondo triumvirato.
A differenza del primo triumvirato, che era stato un accordo privato, il secondo triumvirato venne
approvato dai comizi tributi.
Ai triumviri venne attribuito il potere consolare con l’incarico di restaurare la repubblica.
I triumviri crearono liste di proscrizione
contro gli uccisori di Cesare e gli oppositori (tra i quali venne inserito anche Cicerone, che si era apertamente schierato contro Antonio).
Poi, nel 42 a.C., con un potente esercito, i triumviri attaccarono i partecipanti alla congiura contro Cesare e li sconfissero a Filippi (sulle coste nord della Grecia). Bruto e Cassio si tolsero la vita.
La Grecia e le regioni orientali tornarono sotto il controllo di Roma.
A quel punto i triumviri si spartirono le province di Roma:
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Ottaviano ottenne il comando dell’Italia e delle
province occidentali;
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Antonio ottenne il governo delle province orientali;
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Lepido ottenne il governo delle province centrali dell’Africa settentrionale, che però in seguito cedette a Ottaviano, in cambio della carica di
pontefice massimo.