UNITÀ 2 – LE CIVILTÀ DEL VICINO ORIENTE ANTICO

2.1 MESOPOTAMIA: DALLE CITTÀ AGLI IMPERI

L’AGRICOLTURA IRRIGUA E LE CIVILTÀ FLUVIALI

L’agricoltura aveva favorito la nascita dei primi villaggi neolitici.

Tra il IV e il III millennio a.C. nelle pianure vicino ai grandi fiumi ci fu un altro cambiamento importante: il passaggio dall’agricoltura pluviale, cioè che dipendeva dalle piogge, all’agricoltura irrigua che utilizzava l’acqua dei fiumi.

Il passaggio all’agricoltura irrigua ebbe conseguenze importantissime, perché fece aumentare la produzione agricola e di conseguenza anche la popolazione, e creò le condizioni per la nascita dei primi insediamenti urbani.

In tutto il mondo, dal Vicino Oriente fino all’India e alla Cina, le più antiche civiltà nacquero nelle pianure vicino ai fiumi: si parla infatti di civiltà fluviali.

I SUMERI

La prima civiltà fluviale del Vicino Oriente fu quella dei Sumeri, una popolazione che tra il IV e il III millennio a.C. si stabilì in Mesopotamia, la pianura compresa tra i grandi fiumi Tigri ed Eufrate.

Infatti Mesopotamia in greco vuol dire “tra i fiumi”.

Le piene del Tigri e dell’Eufrate facevano straripare i due fiumi e rendevano fertili i terreni, ma erano improvvise e violente, e danneggiavano i campi.

I Sumeri quindi studiarono un sistema di argini, dighe e canali per regolare il flusso dei fiumi e per far arrivare l’acqua anche nei campi più lontani.

Queste attività richiedevano precise conoscenze e un’organizzazione più complessa della vita della comunità. Queste due esigenze e l’aumento della popolazione portarono alla nascita delle prime città.

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la società dei sumeri
Il magazzino e il re-sacerdote

L’aumento della produzione agricola non solo portò a un aumento della popolazione, ma produsse anche delle eccedenze agricole, cioè una parte dei raccolti che non veniva consumata ma avanzava.

L’eccedenza agricola era la ricchezza di una comunità e doveva essere conservata e gestita. A questo scopo, nelle città sumere nacque il magazzino.

Il suo ruolo era così importante che presto il magazzino divenne il centro delle principali attività della città e anche un luogo sacro (il tempio).

Le persone che avevano l’incarico di custodire queste riserve agricole acquisirono sempre più potere e prestigio, fino a diventare i capi della comunità. Nasceva così la figura del re-sacerdote, capo religioso, economico, politico e militare delle città sumere.

La divisione del lavoro

Le eccedenze agricole permisero una divisione del lavoro all’interno della comunità. Mentre nei villaggi neolitici tutti gli abitanti facevano tutto (coltivavano la terra, producevano utensili e all’occorrenza difendevano il villaggio), nelle città sumere gli abitanti si specializzarono in diversi lavori:

  • i contadini coltivavano la terra, producendo cibo per tutti;
  • gli artigiani si dedicavano alla produzione di utensili, attrezzi agricoli e armi;
  • i mercanti si dedicavano al commercio, scambiando i prodotti agricoli in eccedenza con altri beni che venivano da terre lontane;
  • anche la difesa del territorio diventò un’attività a sé e si ebbero gruppi stabili di soldati, agli ordini del re-sacerdote.
La ziqqurat

Le città-Stato sumere erano dominate dalle ziqqurat, torri quadrate a più piani. Nella parte superiore c’era il tempio, nei piani bassi si trovavano i magazzini, dove venivano conservate le scorte alimentari della comunità.

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Le città-Stato sumere

Le città sumere non solo si ingrandirono ma divennero sempre più complesse. Per questo il re-sacerdote dovette ricorrere all’aiuto di funzionari, che lo aiutavano a gestire i diversi aspetti della vita della comunità. Tra questi, erano molto importanti gli scribiperché avevano il compito di controllare e annotare le quantità di cereali che entravano o uscivano dal magazzino.

I funzionari avevano un ruolo di prestigio all’interno della comunità e si distinguevano dal resto della popolazione.

Gli uomini quindi cominciarono ad avere ruoli e compiti diversi e anche una diversa importanza sociale. Si passò dalla sostanziale uguaglianza delle comunità neolitiche a società che avevano una struttura gerarchica.

La città sumera organizzava tutte le attività necessarie alla vita della comunità, dall’agricoltura al commercio, dall’amministrazione alla difesa militare. Controllava un territorio anche molto esteso, ed era autonoma e indipendente, per questo gli storici hanno definito le città sumere città-Stato.

Le città-Stato sumere condividevano la stessa lingua e gli stessi usima rimasero sempre indipendenti l’una dall’altra, non si unirono mai in un’unica realtà statale. Anzi furono spesso in lotta fra loro.

Questa divisione rese le città-Stato più vulnerabili agli attacchi delle popolazioni nomadi, che erano attratte dalla ricchezza dei loro territori ed erano favorite dal fatto che la Mesopotamia era una pianura priva di difese naturali.

Stendardo di Ur

Lo stendardo di Ur è un pannello decorativo del III millennio a.C. ritrovato in una tomba di un re della città di Ur.

Lo stendardo ha due facce. In questa è ben rappresentata la struttura della società sumera: in alto c’è il re 1 di fronte a lui ci sono i suoi funzionari 2 in basso i pastori 3 e i contadini 4 .

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L’invenzione della ruota

Nella seconda metà del IV millennio a.C. i Sumeri furono i primi a usare la ruota di legno. Questa novità fu una rivoluzione nei trasporti, infatti consentiva spostamenti più veloci e il trasporto di carichi molto pesanti, di conseguenza fu fondamentale anche per lo sviluppo dei commerci.

I Sumeri e l’invenzione della scrittura

Intorno al 3500 a.C. i Sumeri inventarono la scrittura, evento che per gli storici segna il passaggio dalla Preistoria alla storia.

Le prime forme di scrittura servivano a registrare la quantità e il tipo di merce che entrava e usciva dai magazzini.

Erano dei disegni, chiamati pittogrammi, che raffiguravano i vari prodotti: una spiga per esempio simboleggiava i cereali.

Questo sistema di scrittura era molto complicato perché bisognava avere un disegno per ogni cosa. Era quindi molto difficile da imparare e i pochi che sapevano scrivere, gli scribi e i sacerdoti, avevano un grande potere.

Il problema di una scrittura così complicata fu superato quando, nella città di Uruk, si passò dalla scrittura pittografica alla scrittura fonografica o sillabica: si stabilì cioè una corrispondenza tra segni e suoni. A ogni segno corrispondeva una sillaba. In questo modo per scrivere servivano meno segni e si potevano scrivere anche parole astratte.

Nel corso del tempo i segni divennero sempre più semplici e stilizzati, fino ad arrivare alla scrittura cuneiforme, chiamata così perché il segno lasciato sulle tavolette d’argilla su cui si scriveva era a forma di cuneo.

All’inizio la scrittura cuneiforme espresse solo la lingua sumerica. Poi si estese ad altre lingue del Vicino Oriente Antico.

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Gli Accàdi fondano un impero

Nel III millennio a.C. si stabilirono nel Nord della Mesopotamia gli Accàdi, una popolazione semitica che proveniva dalla penisola arabica.

Nel 2350 a.C. con il re Sargon, gli Accàdi conquistarono gran parte della Mesopotamia, approfittando della debolezza delle città sumere, sempre in lotta fra loro. Gli Accàdi mantennero e assorbirono la cultura sumera, ma nel loro impero la funzione religiosa e quella politica-militare (che nelle città sumere era riunita nella figura del re-sacerdote) si differenziarono.

Gli Accàdi fondarono un impero molto esteso. Le popolazioni sottomesse dovevano pagare forti somme di denaro che servivano a finanziare le imprese militari degli Accàdi.

Come puoi vedere dalla cartina l’impero degli Accàdi nel momento della sua massima espansione andava dal Golfo Persico fin quasi al mar Mediterraneo.

L’invasione dei Gutèi e la caduta dell’impero degli AccÀdi

La grandezza dell’impero degli Accàdi era anche un elemento di debolezza, perché era sempre più difficile controllare il territorio e difenderlo.

Nel 2150 a.C. l’invasione dei Gutèi fece crollare l’impero accadico e favorì la ribellione delle città sumere.

La rinascita delle città sumere però durò poco, circa un secolo, perché queste non erano comunque abbastanza forti per difendersi dall’attacco di altre popolazioni straniere.

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L’impero babilonese

Intorno al 2500 a.C. erano arrivati in Mesopotamia gli Amorrèi, un altro popolo di origine semitica che veniva dalla penisola arabica.

Verso il 2000 a.C. gli Amorrèi sottomisero le città sumere e nacque l’impero babilonesechiamato così dal nome della capitale, Babilonia, città fondata dagli Amorrèi sulle rive dell’Eufrate.

la società babilonese

La società babilonese aveva a capo un re che possedeva quasi tutte le terre.

Poi c’erano i cosiddetti uomini liberidiscendenti dei guerrieri Amorrèi che avevano conquistato la Mesopotamia.

Questi erano o proprietari terrieri o mercanti.

Alle loro dipendenze c’erano i liberti di origine sumera che facevano i contadini o gli artigiani.

Infine c’erano gli schiavi, prigionieri di guerra o liberti caduti in miseria, che avevano perso la libertà.

re hammurabi

L’impero babilonese raggiuse la sua massima potenza con il re Hammurabi che regnò a lungo, dal 1792 al 1750 a.C.

Hammurabi rafforzò il potere centrale del re limitando l’autonomia dei territori e il potere dei sacerdoti.

Per raggiungere questo obiettivo Hammurabi:

  • fece una raccolta di leggi scritte, il codice di Hammurabi, che stabiliva regole certe e valide per tutto l’impero, per ridurre l’influenza dei poteri locali;
  • fondò il culto di una sola divinità, Marduk, per cercare di controllare i sacerdoti.

Dopo la morte di Hammurabi, l’impero babilonese entrò in un periodo di decadenza e poi crollò sotto la spinta di nuove popolazioni nomadi.