UNITÀ 2 – LE CIVILTÀ DEL VICINO ORIENTE ANTICO

2.3 L’EGITTO DEI FARAONI

La valle del Nilo

Nella valle del Nilo sorse l’altra grande civiltà fluviale del Vicino Oriente.

Il Nilo scorre in Africa da sud a nord e sfocia nel Mediterraneo.

Lungo il fiume, grazie alle sue inondazioni, c’è una fascia di terra molto fertile, circondata da un territorio desertico.

Nella parte meridionale del Nilo, l’alto Egitto, la fascia di terra coltivabile era più stretta.

Nella parte settentrionale vicina alla foce, il basso Egitto, la pianura era più ampia. Fu qui che si insediarono le prime comunità agricole.

LE INONDAZIONI DEL NILO: IL LIMO

Tutta la fascia coltivabile era molto fertile perché le inondazioni del Nilo lasciavano sul terreno un fango ricco di sostanze nutrienti, il limoCome in Mesopotamia, la fertilizzazione del terreno garantiva raccolti abbondanti e forniva un’eccedenza agricola che favorì lo sviluppo economico di queste comunità.

A differenza del Tigri e dell’Eufrate, però, le inondazioni del Nilo erano regolari, avvenivano sempre nello stesso periodo dell’anno e non erano violente. In Egitto quindi non fu necessario costruire argini e dighe, ma solo canali per portare l’acqua del fiume ai campi più lontani.

IL NILO VIA DI COMUNICAZIONE

Il Nilo oltre a rendere fertili i terreni era anche una importante via di comunicazione che favoriva gli scambi commerciali, aumentando la ricchezza degli Egizi. Il fiume era un elemento che univa il territorio egiziano, unità rafforzata dal fatto che intorno c’era solo il deserto.

Il deserto limitava gli scambi commerciali alla valle del Nilo, ma allo stesso tempo era un’efficace barriera naturale contro le invasioni.

Per questo le città dell’antico Egitto non ebbero mai grosse fortificazioni, al contrario delle città della Mesopotamia che non erano protette da alcuna barriera naturale.

E sempre per questo motivo non si ebbero in Egitto i grandi fenomeni migratori e l’alternarsi continuo di imperi che ci furono invece in Mesopotamia.

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Le eccedenze agricole e i magazzini

CRESCE LA POPOLAZIONE

Come in Mesopotamia, i cereali che non venivano consumati erano conservati nei magazzini.

Queste riserve alimentari garantivano cibo alla popolazione anche in periodi di scarsità dovuta alla stagione o a carestie.

L’abbondanza di risorse alimentari fece aumentare la popolazione (incremento demografico) e di conseguenza anche la disponibilità dei lavoratori per la coltivazione dei campi e la realizzazione di opere idrauliche.

Questo fece aumentare ancora di più la produzione agricola.

SI SVILUPPA IL COMMERCIO

Una parte delle eccedenze agricole veniva usata per comprare beni che mancavano in Egitto, come il legname e i metalli necessari alla realizzazione di utensili.

Questi scambi commerciali furono un’altra importante fonte di arricchimento degli Egizi.

Nel tempo l’area degli scambi si ampliò e gli Egizi raggiunsero territori anche molto lontani (commercio su lunga distanza), percorrendo rotte non solo via terra e via fiume ma anche via mare.

L’unità del territorio egizio

L’EGITTO PREDINASTICO

A differenza di quanto era avvenuto in Mesopotamia con i Sumeri, le città egizie non restarono indipendenti, ma gradualmente si riunirono sotto un unico potere centrale.

Le prime forme di organizzazione statale in Egitto si ebbero alla fine del IV millennio a.C. (circa 3000 a.C.).

Il territorio era diviso in due regni: il basso Egitto e l’alto Egitto.

Questo periodo è stato chiamato predinastico, cioè precedente alle dinastie dei faraoni.

L’UNIFICAZIONE DELL’EGITTO

Tra il IV e il III millennio a.C. ci fu l’unificazione di alto e basso Egitto in un unico regno.

A partire da questo momento il sovrano trasmise il potere ai suoi discendenti e iniziò la serie di dinastie che caratterizzarono la storia dell’antico Egitto.

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L’organizzazione sociale e la religione

La struttura sociale nel regno egizio era in parte simile a quella delle città-Stato della Mesopotamia:

  • a capo dello Stato c’era il faraone;
  • accanto al faraone c’era una classe sacerdotale, composta da scribi e funzionari, che occupava i ruoli più importanti nella società, non solo a corte ma anche nei vari territori;
  • poi venivano i guerrieri, gli artigiani, i mercanti e i contadini che, per il loro lavoro, erano pagati con i cereali conservati nei magazzini;
  • per ultimi c’erano gli schiavi, che erano quasi sempre prigionieri di guerra. Gli schiavi non avevano alcun diritto e non venivano pagati per il loro lavoro.
IL POTERE DEL FARAONE E DEI SACERDOTI

Il faraone era considerato una divinità e aveva un potere assolutoErano sue tutte le terre del regno e aveva il controllo su tutto.

La classe sacerdotale che aiutava il faraone nel governo del regno era molto potente ed era un gruppo sociale chiuso, perché ogni membro tramandava le sue conoscenze solo all’interno della propria famiglia.

Nei momenti di crisi, dovuti per esempio alle carestie, l’autorità del faraone si indeboliva e spesso la classe sacerdotale minacciava di rompere l'unità del regno creando piccoli Stati indipendenti, rivendicando una maggiore autonomia dal potere centrale. Questi contrasti causarono guerre interne che portarono all’alternanza di molte dinastie di faraoni.

LA RELIGIONE degli egizi

La principale divinità egizia era Ra, il dio Sole. Il faraone era considerato suo figlio, quindi aveva natura divina ed era oggetto di culto.

C’erano poi molte altre divinità venerate localmente.

Spesso queste divinità erano zoomorfe, cioè avevano l’aspetto di animali importanti nella vita quotidiana degli Egizi; per esempio, la dea Bastet, protettrice della casa, aveva l’aspetto di una gatta perché i gatti cacciavano i topi che minacciavano i cereali custoditi nei magazzini.

Gli Egizi credevano nella vita oltre la morte, per questo usavano la tecnica della mummificazione per la conservazione dei corpi. Le tombe erano considerate una sorta di abitazione dopo la morte.

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Dall’antico regno al nuovo regno

La storia della civiltà egizia viene divisa in tre periodi principali: l’Antico Regno (2600-2150 a.C.), il Medio Regno (2050-1780 a.C.) e il Nuovo Regno (1550-1070 a.C.).

Tra questi periodi ci furono fasi di crisi politica, definiti periodi intermedi, in cui il potere dei faraoni si indeboliva.

L’ANTICO REGNo (2600-2150 a.C.)

Durante l’Antico Regno la capitale fu Menfi, nel basso Egitto, ma ci fu una espansione territoriale verso sud, fino alle regioni della Nùbia

L’organizzazione della politica dei faraoni di queste prime dinastie era molto costosa e resse finché ci furono raccolti abbondanti.

IL PRIMO PERIODO INTERMEDIO

Con la siccità e le conseguenti carestie che si verificarono intorno al 2200 a.C., l’Antico Regno entrò in crisi.

Cominciò il primo periodo intermedio.

Per circa 100 anni il territorio si divise in piccoli Stati guidati dai sacerdoti locali, spesso in conflitto fra loro.

IL MEDIO REGNO (2050-1780 a.C.)

Dopo questo periodo di crisi, si affermò una nuova dinastia che riunificò il territorio della valle del Nilo e impose di nuovo un forte potere centrale. La nuova dinastia era originaria di Tebe.

Per sostenere le enormi spese necessarie al funzionamento del regno, non era più sufficiente la produzione agricola. 

Come puoi vedere dalla cartina, i faraoni tebani promossero una politica di espansione territoriale verso la Nùbia (ricca di oro e legname) e verso la Siria, dove imposero pesanti tributi alle popolazioni conquistate e ridotte in schiavitù.

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IL SECONDO PERIODO INTERMEDIO: GLI HYKSOS

La ricchezza del regno egizio attraeva le popolazioni nomadi che vivevano ai suoi confini. Alcune tribù di pastori di origine semitica, gli Hyksos, si infiltrarono nei territori egizi e vissero qui senza grossi conflitti finché il potere dei faraoni fu forte.

Quando il Medio Regno entrò in crisi, i capi di queste tribù nomadi approfittarono dell’indebolimento del potere centrale e sottomisero il Nord dell’Egitto.

IL NUOVO REGNO (1550-1070 a.C.)

Con il ritorno di un forte potere centrale, gli Hyksos vennero cacciati dall’Egitto, che si riunificò sotto una nuova dinastia, sempre originaria di Tebe, di cui fecero parte faraoni come Tutankhamon e Ramses II.

I faraoni del Nuovo Regno utilizzarono le innovazioni introdotte dagli Hyksos, cioè i veloci carri da guerra trainati dai cavalli, per conquistare nuovi territori in Libia, Palestina e a Nord della Siria.

La loro espansione fu fermata dagli Ittiti.

Un nuovo culto monoteista

Verso la fine del Nuovo Regno, un faraone tentò di imporre a tutto l’Egitto il culto di un’unica divinità: Aton, il dio Sole. Lo stesso faraone cambiò il suo nome in Akhenaton.

In questo modo il faraone cercava di rafforzare il suo potere e di indebolire la classe sacerdotale che tendeva a creare poteri locali più forti e a frammentare l’unità politica dell’Egitto.

LA DECADENZA E LE INVASIONI STRANIERE

Morto il faraone Akhenaton, l’Egitto tornò alla religione politeista tradizionale e, dopo aver subìto scorrerie e invasioni dei popoli del mareperse i territori conquistati e soprattutto la sua unità politica.

Infatti, intorno al 1200 a.C., l’Egitto tornò a dividersi in piccoli Stati indipendenti.

Questi piccoli Stati erano troppo deboli per poter resistere alle invasioni di popolazioni straniere. Da questo momento in poi l’Egitto sarà terra di conquista, prima dell’impero assiro e dell’impero persiano, poi di Alessandro Magno e infine dei Romani.

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La scrittura: geroglifici e papiri

Anche in Egitto intorno al 3200 a.C. era nata l’esigenza di trovare un sistema di segni scritti per comunicare.

Furono creati dei segni pittografici, detti geroglifici, cioè “incisioni sacre”, perché solo gli scribi della classe sacerdotale sapevano usare questa scrittura. Per le necessità quotidiane invece gli scribi usavano una scrittura corsiva facile da tracciare, chiamata ieratica (cioè “sacra”). Poi nel I millennio a.C. si diffuse una scrittura più semplificata chiamata demotica (cioè “popolare”).

è stato possibile decifrare i geroglifici solo all’inizio del XIX secolo, grazie al ritrovamento della stele di Rosetta, una pietra sulla quale era inciso uno stesso testo in tre scritture diverse: geroglifica, demotica e greca.

LE ANTICHE CIVILTà FLUVIALI DELL’INDIA E DELLA CINA

Nel III millennio a.C. anche in India e in Cina si svilupparono importanti civiltà fluviali.

In India, presso il fiume Indo, grazie ai contatti con la civiltà sumera, si diffusero la coltivazione dei cereali e le tecniche di regolazione delle acque. In quest’area si svilupparono importanti centri urbani che avevano caratteristiche simili a quelle delle città della Mesopotamia.

In Cina, nella valle del fiume Giallo, sorse una ricca civiltà.

I cereali tipici di quest’area erano il miglio e il riso.

In quest’area si affermò l’impero Shang, che nel II millennio estese il proprio dominio su gran parte della Cina settentrionale.