UNITÀ 3 – L’EUROPA E IL MONDO GRECO

3.2 LE ORIGINI DELLA CIVILTÀ GRECA

la civiltà palaziale di creta

Poco dopo il 3000 a.C. popolazioni provenienti dall’Oriente si insediarono sull’isola di Creta e fondarono diversi villaggi neolitici.

Queste popolazioni conoscevano le tecniche agricole; inoltre la posizione strategica dell’isola di Creta, al centro del Mediterraneo orientale e all’incrocio di tre continenti (Europa, Asia e Africa), favorì lo sviluppo delle attività commerciali. Col tempo queste popolazioni si sostituirono alla civiltà cicladica e assunsero il dominio sui mari.

LA SOCIETÀ CRETESE: I PALAZZI

I villaggi cretesi si svilupparono fino a diventare piccoli regni indipendenti.

Tra il 2000 e il 1700 a.C. a Creta si costruirono i principali palazzi (per questo si parla di civiltà palaziale).

I palazzi erano edifici di grandi dimensioni dove si trovavano i magazzini e dove risiedeva il sovrano che, con l’aiuto dei funzionari (in particolare degli scribi), esercitava uno stretto controllo su tutte le attività economiche: agricoltura, artigianato e commercio.

La società cretese era organizzata in modo gerarchicoal vertice c’era il re, poi c’era una nobiltà fatta di proprietari terrieri e mercanti, poi c’erano contadini e artigiani e infine c’erano gli schiavi, che erano per lo più stranieri catturati dai marinai cretesi.

I palazzi cretesi erano privi di mura difensive, probabilmente perché il mare era una difesa naturale efficace, ma questa assenza è anche una prova dei tranquilli rapporti tra le diverse città cretesi e la conferma del carattere pacifico di questa civiltà.

Le città cretesi esercitarono una vera e propria supremazia sulle rotte marittime del Mediterraneo orientale, tanto che si è parlato di talassocrazia cretese (dal greco “dominio del mare”). Il dominio commerciale di Creta non cercò mai di trasformarsi in dominio territoriale.

La prova dell’importanza di Creta nel Mediterraneo è data dalla diffusione nel II millennio a.C. della sua scrittura, una scrittura sillabica chiamata “lineare A”, che ancora non è stata decifrata.

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LA DISTRUZIONE DEI PALAZZI

Nel 1700 a.C. si verificò la prima distruzione di tutti i palazzi cretesi, che avvenne contemporaneamente in tutta l’isola.

Forse fu provocata da una catastrofe naturale o da una serie di rivolte sociali.

In ogni modo i palazzi furono subito ricostruiti e, tra il 1700 e il 1500 a.C., la civiltà cretese raggiunse la sua massima potenza.

In questo periodo il palazzo di Cnosso impose la sua supremazia su tutta l’isola.

Nel 1450 a.C. ci fu una nuova distruzione dei palazzi, dopo la quale la civiltà cretese scomparve.

Anche in questo caso si ipotizza che la causa sia stata una catastrofe naturale.

In seguito, Creta fu conquistata dai Micenei che fino a quel momento avevano subìto la supremazia cretese.

Teseo e il Minotauro

Nelle antiche leggende greche, Creta è associata al mito del Minotauro. Il Minotauro era un essere mostruoso: aveva il corpo di uomo e la testa di toro, e si nutriva di carne umana. Il re Minosse teneva il Minotauro rinchiuso in un labirinto. Ogni anno i Greci erano costretti a inviare a Creta sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al mostro.

La leggenda narra che Teseo, figlio del re di Atene, riuscì a uccidere il Minotauro con l’aiuto della figlia di Minosse, Arianna.

Questo mito probabilmente racconta simbolicamente la fine della supremazia cretese sui Greci.

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LA CIVILTÀ MICENEA

I Micenei erano una popolazione indoeuropea, che si stabilì in Grecia, in particolare nel Peloponneso, intorno al 1750 a.C., cioè nella stessa epoca in cui un altro popolo indoeuropeo, gli Ittiti, si stabiliva in Anatolia.

Il nome Micenei deriva da Micene, una delle più importanti città micenee.

Questo non vuol dire che Micene avesse un ruolo dominante: infatti i Micenei avevano una cultura comune ma non ebbero mai un’unità politica.

I Micenei erano organizzati in entità politiche indipendenti che furono spesso in lotta fra loro. I loro insediamenti infatti si presentavano come cittadelle fortificate, circondate da mura gigantesche (le cosiddette mura ciclopiche) e posizionate su alture, per poter sorvegliare meglio il territorio circostante.

I PALAZZI DEI RE

Il centro delle città micenee era il palazzo reale.

Qui risiedeva il sovrano (wanax) che aveva il potere politico, religioso e militare. Il re era affiancato da un’aristocrazia guerriera e sacerdotale e dai funzionari.

Artigiani e contadini lavoravano alle dipendenze del palazzo perché, come a Creta, il re controllava ogni attività economica.

L’economia micenea era soprattutto agricola e la proprietà delle terre era solo del re e dell’aristocrazia.

L’ESPANSIONISMO DEI MICENEI

Al contrario dei Cretesi, i Micenei fecero continue guerre di conquista, che furono per loro una importante fonte di ricchezza.

Verso la metà del II millennio a.C. si insediarono a Creta, ottenendo così il controllo sulle rotte marittime del mar Egeo, ma raggiunsero anche le coste dell’Italia meridionale e conquistarono molte città della costa dell’Asia Minore.

Tra queste città c’era anche Troia, che minacciava le rotte commerciali micenee verso il mar Nero.

Questa probabilmente fu la vera causa della famosa Guerra di Troia, la cui conquista da parte dei re micenei attorno al 1250 a.C. è raccontata nell’Iliade.

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LINGUA, SCRITTURA E RELIGIONE

I Micenei appresero l’uso dell’alfabeto dai Cretesi, che utilizzavano una scrittura sillabica, la lineare A. I mercanti micenei semplificarono e adattarono questa scrittura alla loro lingua e crearono la lineare B. La lineare B è stata decifrata e così si è visto che la lingua parlata

dai Micenei era molto simile al greco. Si conferma quindi una continuità culturale tra la civiltà micenea e la successiva civiltà greca.

Un altro elemento di continuità tra la civiltà micenea e quella greca è la religione. Troviamo infatti le stesse divinità: Poseidone, dio del mare; Demetra, dea della terra; Ares, dio della guerra.

LA FINE DEI REGNI MICENEI

Nel 1200 a.C. la civiltà micenea ebbe un crollo improvvisole cui cause non sono chiare.

Un disastro naturale potrebbe aver sconvolto le attività commerciali determinando una grave carestia.

La contrazione dei commerci fu senza dubbio aggravata dalle incursioni dei popoli del mare che, con le loro scorrerie, fecero venire meno i commerci su media e lunga distanza, mettendo in crisi l’economia micenea.

In ogni caso i palazzi vennero distrutti e i centri urbani furono abbandonati.

La scrittura che si praticava nei palazzi scomparve con loro e riapparve in Grecia solo secoli più tardi.

La Guerra di Troia e l’Iliade

Molte delle informazioni che possediamo sull’epoca micenea le abbiamo grazie all’Iliade e l’Odissea, i poemi epici attribuiti a Omero. In particolare l’Iliade racconta la spedizione achea guidata dal re di Micene, Agamennone, contro una città dell’Asia Minore, Ilio, poi chiamata Troia dai Romani. 

Nell’Iliade, il motivo della guerra era stato il rapimento di Elena, moglie di Menelao (re di Sparta) a opera di Paride, figlio del re di Troia.

Nel XIX secolo l’archeologo Heinrich Schliemann scoprì sulla costa anatolica le rovine di un centro urbano che corrispondeva alla città descritta nel racconto omerico.