LA SOCIETÀ CRETESE: I PALAZZI
I villaggi cretesi si svilupparono fino a diventare piccoli regni indipendenti.
Tra il 2000 e il 1700 a.C. a Creta si costruirono i principali palazzi (per questo si parla di civiltà palaziale).
I palazzi erano edifici di grandi dimensioni dove si trovavano i magazzini e dove risiedeva il sovrano che, con l’aiuto dei funzionari (in particolare degli scribi), esercitava uno stretto controllo su tutte le attività economiche: agricoltura, artigianato e commercio.
La società cretese era organizzata in modo gerarchico: al vertice c’era il re, poi c’era una nobiltà fatta di proprietari terrieri e mercanti, poi c’erano contadini e artigiani e infine c’erano gli schiavi, che erano per lo più stranieri catturati dai
marinai cretesi.
I palazzi cretesi erano privi di mura difensive, probabilmente perché il mare era una difesa naturale efficace, ma questa assenza è anche una prova dei tranquilli rapporti tra le diverse città cretesi
e la conferma del carattere pacifico di questa civiltà.
Le città cretesi esercitarono una vera e propria supremazia sulle rotte marittime del Mediterraneo orientale, tanto che si è parlato di talassocrazia
cretese (dal greco “dominio del mare”). Il dominio commerciale di Creta non cercò mai di trasformarsi in dominio territoriale.
La prova dell’importanza di Creta nel Mediterraneo è data dalla diffusione nel II millennio a.C. della sua scrittura, una
scrittura sillabica chiamata “lineare A”, che ancora non è stata decifrata.