STRUMENTI E METODI DELLA STORIA

La nascita della storia

Gli esseri umani hanno sempre tentato di ricostruire quello che era avvenuto prima della loro nascita. Prima dell’invenzione della scrittura, il racconto del passato veniva tramandato oralmente, come per esempio nei miti, dove però le vicende passate si mescolavano con l’intervento di esseri soprannaturali come gli dèi o gli eroi.

La storia è invece il racconto e la ricostruzione del passato basata solo su fatti veri.

Il primo a usare la parola “storia” fu un greco, Erodoto, vissuto nel V secolo a.C., che viaggiò molto per raccogliere notizie sui fatti che voleva narrare.

Fu però un altro greco, Tucidide, a fondare il “metodo storico”. Tucidide infatti, per essere sicuro di raccontare fatti veri, confrontava le sue informazioni con altre testimonianze.

E soprattutto prendeva in esame i fatti più importanti e ne dava un’interpretazione, cioè una spiegazione, e indagava cause e conseguenze degli eventi.

La storia studia sia i singoli eventi storici, che avvengono in un momento preciso o in un periodo di tempo breve (per esempio una guerra) che fenomeni di lunga durata che coinvolgono periodi di tempo anche molto lunghi (per esempio la civiltà egizia).

Per questo nei testi di storia si parla anche di decenni (10 anni), secoli (100 anni) e millenni (1000 anni).

Nel mondo occidentale il conteggio degli anni utilizza come punto di riferimento la nascita di Gesù Cristo. La numerazione delle date successive a questo evento è crescente, mentre quella delle date precedenti è decrescente.

Gli storici dividono la storia in grandi periodi. Di solito un evento importante segna il passaggio da un periodo all’altro. L’invenzione della scrittura segna il passaggio dalla Preistoria alla storia. La storia a sua volta viene suddivisa in altri grandi periodi: l’età antica, il Medioevo, l’età moderna e l’età contemporanea.


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2200-2101   XXII sec.
2100-2001   XXI sec.
 
 
AVANTI CRISTO (a.C.)
II
MILLENNIO
2000-1901   XX sec.
1900-1801   XIX sec.
1800-1701   XVIII sec.
1700-1601   XVII sec.
1600-1501   XVI sec.
1500-1401   XV sec.
1400-1301   XIV sec.
1300-1201   XIII sec.
1200-1101   XII sec.
1100-1001   XI sec.
I MILLENNIO
1000-901      X sec.
900-801        IX sec.
800-701        VIII sec.
700-601        VII sec.
600-501        VI sec.
500-401        V sec.
400-301        IV sec.
300-201        III sec.
200-101        II sec.
100-1             I sec.
Nascita di Cristo
I MILLENNIO
1-100             I sec.
101-200        II sec.
201-300        III sec.
301-400        IV sec.
401-500        V sec.
501-600        VI sec.
601-700        VII sec.
701-800        VIII sec.
801-900        IX sec.
901-1000      X sec.
DOPO CRISTO (d.C.)

 
 
II MILLENNIO
1001-1100   XI sec.
1101-1200   XII sec.
1201-1300   XIII sec.
1301-1400   XIV sec.
1401-1500   XV sec.
1501-1600   XVI sec.
1601-1700   XVII sec.
1701-1800   XVIII sec.
1801-1900   XIX sec.
1901-2000   XX sec.
 
2001-2100   XXI sec.
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LE FONTI

Per ricostruire le vicende storiche, gli storici basano la loro ricerca sulle fonti, cioè sui documenti che sono testimonianza del passato.

Le fonti possono essere classificate secondo diversi criteri.

Sulla base delle loro caratteristiche materiali si distinguono in:

  • fonti scritte, cioè testi, iscrizioni, epigrafi ecc.;

  • fonti orali, cioè racconti, canzoni, interviste ecc.;

  • fonti materiali, cioè manufatti come vasi, utensili, statue ecc.

Oggi la tecnologia permette di avere anche fonti audiovisive e multimediali, come filmati storici o registrazioni di avvenimenti.

Le fonti si possono classificare anche in relazione al loro autore, cioè al soggetto che le ha prodotte.

Si parla allora di:

  • fonti primarie (dirette), quando il soggetto è stato testimone diretto di un evento;
  • fonti secondarie (o indirette), che sono delle testimonianze mediate da un soggetto che disponeva di fonti primarie;
  • fonti volontarie, che sono create dall’autore consapevolmente con lo scopo di lasciare una testimonianza di un evento;
  • fonti involontarie, che sono prodotte per un fine diverso ma offrono “involontariamente” una testimonianza su un evento.

Sulla base delle fonti gli storici possono ricostruire e interpretare gli avvenimenti del passato. Per questo è molto importante valutare l’attendibilità delle fonti, cioè quanto le informazioni fornite dalle fonti siano vere.

Per valutare la veridicità delle fonti gli storici ricorrono alle competenze di altre discipline, come:

  • la paleografia, l’epigrafia e la papirologia, che interpretano le iscrizioni e i testi antichi;
  • l’archeologia, che studia i resti materiali del passato;
  • la paleontologia, che analizza i resti fossili di piante e animali;
  • la numismatica, che esamina le monete;
  • l’etnologia, che studia i comportamenti dei popoli primitivi.

Una disciplina che in particolare si lega alla storia è la geografia, perché le caratteristiche dell’ambiente e dei diversi popoli sono molto importanti per lo studio della storia. 

Tanto è vero che nel secolo scorso un importante storico francese, Fernand Braudel, ha inventato il termine geostoria, per dire che non c’è storia senza geografia.