UNITÀ 3 – L’EUROPA E IL MONDO GRECO

3.5 LA GRECIA CLASSICA

Mentre in Grecia si affermavano le póleis, nel Vicino Oriente l’impero persiano si sostituiva alla potenza assira.

L’espansionismo persiano portò l’impero a controllare gli scambi commerciali tra il Mediterraneo, la Mesopotamia e l’Oriente e lo mise in conflitto con gli interessi commerciali greci (in particolare ateniesi).

Nel V secolo questo conflitto sfocerà nelle guerre persiane, che vedranno vittoriose le póleis greche, in particolare Atene e Sparta, e questo segnerà l’inizio di quella che viene chiamata l’età classica della Grecia.

L’IMPERO PERSIANO

I Persiani erano un popolo indoeuropeo che si era stanziato sull’altopiano iranico. Nel corso del VI sec. a.C. tre re persiani Ciro il Grande, Cambise e Dario – estesero i loro domini su tutto il Vicino Oriente, comprendendo l’Egitto e arrivando fino alla Valle dell’Indo.

L’impero persiano era vastissimo. Riuscì a mantenersi unito grazie alla politica di tolleranza nei confronti delle popolazioni sottomesse (che dovevano pagare tributi e fornire soldati, ma potevano mantenere le loro tradizioni e una certa autonomia) e grazie all’organizzazione del territorio attuata da Dario. 

Dario divise l’impero in 20 satrapìe, province guidate da governatori locali (sàtrapi) strettamente controllati dal re.

L’unità dell’impero era facilitata anche da una vasta rete di strade e canali navigabili, che consentiva un efficiente controllo del territorio.

Queste stesse vie di comunicazione erano fondamentali anche per gli scambi commerciali, che furono facilitati dall’adozione delle prime monete di metallo.

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LA RELIGIONE rafforza il potere del re

Nell’impero persiano si affermò una religione (monoteistica) chiamata zoroastrismo, dal nome del suo predicatore Zaratustra.

C’era un’unica divinità, di cui il re persiano era espressione diretta.

Gli ordini del re quindi erano considerati volere divino e come tali dovevano essere rispettati da tutti i sudditi.

L’idea persiana del potere era dunque molto diversa da quella delle póleis greche, fatte di cittadini liberi, che in misura maggiore o minore partecipavano al governo.

Questa profonda diversità tra il mondo greco e l’impero persiano darà alle guerre persiane il carattere di una sfida tra “civiltà” e sarà alla base del trionfalismo con cui le vittorie greche verranno raccontate e celebrate.

LA PRIMA GUERRA PERSIANA

L’impero persiano aveva conquistato alcune isole dell’Egeo e la Tracia e impediva il passaggio alle navi greche dirette alle colonie sul mar Nero.

Inoltre alcune città greche della Ionia, sottomesse ai sàtrapi persiani, nel 499 a.C. si ribellarono e in loro aiuto andarono Atene ed Eretria, una pólis dell’Eubea.

La ribellione delle città della Ionia fu sconfitta e l’intervento in loro favore di Atene e di Eretria diede a Dario il pretesto, nel 492 a.C., per una spedizione navale contro le due città greche, che avrebbe consentito un’ulteriore espansione dell’impero verso Occidente.

Questa prima spedizione non ebbe conseguenze perché la flotta persiana fu gravemente danneggiata da una tempesta. Ma nel 490 a.C. cominciò la prima guerra persiana: la flotta persiana conquistò le isole Cicladi e distrusse Eretria, da dove si diresse verso l’Attica. In questa occasione Dario sfruttò con efficacia le rivalità tra le póleis greche e per questo in soccorso di Atene andò solo una piccola città della Beozia.

Nonostante la sua grande forza militare, l’impero persiano fu sconfitto nella battaglia di Maratona che, pur lasciando intatta la forza dei Persiani, consentì ai Greci di riorganizzarsi.

La battaglia di Maratona

La battaglia di Maratona fu molto importante per i Greci, che riuscirono a sconfiggere l’esercito persiano considerato imbattibile.
Oggi la maratona è una gara di corsa di circa 42 chilometri, in ricordo della corsa del soldato incaricato di portare la notizia della vittoria da Maratona ad Atene, la cui distanza è appunto di 42 chilometri.

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IL RINNOVAMENTO POLITICO AD ATENE

Nel frattempo ad Atene si contrapponevano due opposte parti politiche:

  • da una parte c’era il gruppo guidato da Temistocle, che sosteneva le richieste del démos e da questo era sostenuto;
  • dall’altra c’era il gruppo guidato da Aristide, di cui facevano parte i proprietari terrieri aristocratici.

Temistocle proponeva il rafforzamento della flotta e la fortificazione del porto di Atene, il Pirèo; la sua era quindi una politica che:

  • rafforzava la potenza navale della pólis favorendo così l’espansione dei commerci;
  • offriva occupazione ai ceti più poveri, che avrebbero lavorato alla realizzazione di queste grandi opere e potevano diventare rematori sulle triremi, navi a vela con tre file di rematori.

Gli aristocratici si opponevano alle proposte di Temistocle perché temevano che la maggiore forza della flotta militare finisse per togliere importanza all’esercito terrestre, del quale avevano il controllo.

Alla fine prevalse Temistocle, vennero costruite 200 triremi da guerra e nel 482 a.C. Aristide venne condannato all’esilio con il provvedimento dell’ostracismo.

LA SPEDIZIONE DI SERSE, LA SECONDA GUERRA PERSIANA

Nel 486 a.C. Dario morì e diventò re suo figlio Serse, che di nuovo decise di invadere la Grecia.

Nel 480 a.C. partì una spedizione via terra e via mare dei Persiani, ma questa volta le póleis greche – tranne poche eccezioni – si schierarono tutte al fianco di Atene. Anche Sparta si alleò con Atene prendendo la guida dell’esercito terrestre. Era cominciata la seconda guerra persiana.

L’esercito persiano attraversò il Nord della Grecia. Le prime battaglie avvennero sul mare, dove la flotta ateniese riuscì a resistere.

Ma la battaglia più famosa della seconda guerra persiana fu quella delle Termòpili, dove un piccolo gruppo di soldati guidati dal re spartano Leonida riuscì a ritardare di tre giorni l’avanzata dell’imponente esercito persiano, consentendo agli ateniesi di mettere in salvo la loro flotta.

Dopo le Termòpili i Persiani invasero l’Attica e occuparono Atene, distruggendo l’acropoli.

Gli Ateniesi però si erano rifugiati, cittadini e flotta, a Salamina.

Qui avvenne lo scontro con le navi persiane, che vennero sconfitte dalle agili triremi ateniesi.

I Persiani allora si ritirarono in Tessaglia, ma quando tornarono all’attacco via terra vennero sconfitti dall’esercito greco guidato dallo spartano Pausania.

Anche la seconda guerra persiana si concluse quindi con la sconfitta del grande impero persiano.

L’INiZIO DELL’ETÀ CLASSICA

Con la fine delle guerre persiane comincia quella che gli storici chiamano l’età classica della Grecia, un periodo di grande sviluppo economico e culturale.

SPARTA E ATENE DOPO LE GUERRE PERSIANE

Inizialmente la sconfitta dei Persiani avvantaggiò Sparta e Atene:

  • Sparta aveva l’esercito di terra più forte e consolidò la sua posizione nel Peloponneso, promosse la lega del Peloponneso, che riunì tutte le póleis della regione, a cui impose un governo oligarchico analogo a quello spartano.
  • Atene si mise a capo della lega delio-attica, che riuniva città dell’Attica e della Ionia e che aveva sede a Delo, dove veniva custodito il tesoro della lega. Questa alleanza, sorta con lo scopo di impedire una nuova invasione persiana, in realtà divenne uno strumento della supremazia politica ed economica di Atene.

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L’IMPERIALISMO ATENIESE

Con la vittoria nelle Guerre persiane, Atene ottenne la supremazia sul Mediterraneo e affermò la sua egemonia politica sulla Grecia.

Con la lega delio-attica infatti le altre póleis delegarono ad Atene la difesa e, privandosi di ogni apparato militare, risparmiavano sulle spese per la difesa ma di fatto rinunciavano alla loro autonomia.

CIMONE E TEMISTOCLE: DUE POSIZIONI a confronto

Ad Atene aristocratici e démos si scontrarono su due opposte posizioni in politica estera.

  • Temistocle e il démos volevano trasformare la lega delio-attica in un’alleanza contro Sparta e la lega del Peloponneso, anziché contro l’impero persiano come era nel suo scopo originario.
    Infatti Temistocle voleva concludere dei trattati di pace con i Persiani per chiudere definitivamente ogni conflitto con loro.
  • Cimone, che guidava la parte aristocratica, voleva invece stabilire un’alleanza con gli Spartani e continuare la guerra contro i Persiani.
CIMONE: L’ESPANSIONISMO MILITARE ATENIESE

Nel 471 a.C. Cimone e gli aristocratici riuscirono a far sembrare la scelta di Temistocle come un favore ai nemici Persiani e fecero ostracizzare Temistocle.

Poi venne subito intrapresa un’altra guerra nei confronti dei Persiani. Atene, con la lega delio-attica, sconfisse l’impero persiano e conquistò le coste della Tracia, ma soprattutto Bisanzio e lo stretto dei Dardanelli, che metteva in comunicazione il mar Egeo con il mar Nero ed era quindi molto importante per i commerci.

In teoria la dura sconfitta dell’impero persiano avrebbe dovuto portare alla fine della lega delio-attica perché era stato raggiunto lo scopo per cui era stata creata.

Ma Cimone volle invece proseguire la sua politica espansionistica e obbligò le città della lega a continuare a pagare tributi e a fornire contingenti di opliti per l’esercito.

Nel frattempo Sparta era alle prese con ribellioni e conflitti che aveva difficoltà a reprimere.

Cimone propose a Sparta l’invio di truppe ateniesi, ma Sparta rifiutò temendo che Atene volesse così imporsi anche nel Peloponneso.

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IL RITORNO DEI DEMOCRATICI CON EFIALTE

Il rifiuto di Sparta mise in difficoltà Cimone che infine nel 461 a.C. fu ostracizzato. I democratici allora ripresero il controllo di Atene con la guida di Efialte.

Con Efialte la politica estera ateniese cambiò:

  • si riaprirono le ostilità nei confronti di Sparta;
  • si offrì sostegno alle fazioni democratiche di molte póleis; questo portò alla caduta dei governi oligarchici.

In politica interna Efialte cancellò gli ultimi privilegi degli aristocratici riducendo il campo di intervento dell’areopago e attribuendo la competenza per molti giudizi alla bulé e ai tribunali popolari dell’eliea.

Questi cambiamenti però furono giudicati eccessivi anche da una parte dei democratici ed Efialte fu assassinato nel 460 a.C.

Alla sua morte a capo della fazione democratica arrivò lo stratego Pericle, che avrebbe guidato Atene per più di 30 anni.

L’ETÀ DI PERICLE

LA POLITICA ESTERA

Pericle rafforzò la flotta e fortificò il collegamento tra Atene e il suo porto, il Pireo, con delle lunghe mura che avrebbero consentito i rifornimenti alimentari anche in caso di assedio della città.

Pericle iniziò una nuova guerra contro i Persiani, inviando in Egitto, dove era scoppiata una rivolta antipersiana, un contingente di soldati che venne però sconfitto.

A quel punto Pericle, adottando una strategia opposta, si impegnò a stipulare trattati di pace per garantire la sicurezza delle rotte commerciali ateniesi.

  • Nel 449 a.C. fu firmata la pace di Callia con cui l’impero persiano riconosceva l’indipendenza delle città greche della costa dell’Anatolia e Atene rinunciava a ogni espansionismo verso Oriente. Con la pace di Callia non aveva più scopo la lega delio-attica, ma Atene la mantenne trasformando l’alleanza antipersiana in un suo piccolo impero.
  • Nel 446 a.C. Atene si accordò per una tregua trentennale con Sparta, con cui si stabiliva il predominio di Sparta sulla Grecia continentale e l’egemonia ateniese sulle rotte marittime.
  • Si risolsero i conflitti con altre due città, Corinto ed Egina, che avevano conteso ad Atene la supremazia sul mare.

Si apriva così un periodo di pace.

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LE RIFORME POLITICHE DI PERICLE

Pericle fece delle riforme politiche a vantaggio delle classi popolari.

  • Rafforzò i poteri dell’ecclesìa cui venne dato anche il potere di proporre le leggi che prima era affidato alla bulé.
  • Estese il sorteggio per l’assegnazione delle cariche, escludendo solo gli strateghi, perché la guida dell’esercito non poteva essere lasciata al caso.
  • Infine introdusse la retribuzione per chi svolgeva incarichi pubblici; questo fece sì che anche i più poveri potessero dedicarsi al governo della pólis.

Le donne, gli schiavi e i metèci rimasero comunque esclusi dalla vita politica.

LE RIFORME DI PERICLE
Schema: tutti i cittadini formano l'ecclesìa, che propone e approva le leggi e vota l'ostracismo; l'ecclesìà elegge gli strateghi, che comandano l'esercito; l'ecclesìa sorteggia gli arconti, che governano e a fine mandato vanno a comporre l'areòpago, il bulé (consiglio dei 500), che prende le decisioni più importanti, e l'elièa, che amministra la giustizia. Chi svolge incarichi pubblici viene retribuito.

Cosa cambia rispetto alla riforma di Clistene:
  • l’ecclesìa non solo approva ma propone le leggi;
  • il sorteggio si estende a tutte le cariche, tranne gli strateghi;
  • tutte le cariche sono retribuite.

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LA CULTURA E LA VITA AD ATENE NELL’ETÀ CLASSICA

IL PERIODO D’ORO DI ATENE

L’età di Pericle fu per Atene un periodo di pace e di grande sviluppo economico. Pericle favorì anche lo sviluppo della cultura e dell’arte, promosse la costruzione di monumenti pubblici e religiosi che dovevano esaltare la potenza della città.

Nel 454 a.C. Pericle spostò il tesoro della lega delio-attica da Delo ad Atene con la scusa che sarebbe stato meglio difeso. In realtà Atene si appropriò del tesoro, e i soldi della lega furono usati per commissionare opere d’arte e costruire nuovi edifici, come per esempio la nuova acropoli, distrutta durante la seconda guerra persiana.

Per questo ad Atene vennero artisti e intellettuali da tutto il mondo greco e la città divenne il più importante centro culturale della Grecia.

LA NASCITA DEL TEATRO

Ad Atene si affermò il teatro, nacquero compagnie di attori (tutti maschi) che mettevano in scena opere dei grandi autori di questo periodo.

Eschilo, Sofocle ed Euripide, autori di tragedie, o Aristofane, autore di commedie.

Tragedie e commedie erano una rappresentazione della vita del tempo e stimolavano la riflessione dei cittadini sui problemi della società greca. Per questo il teatro era considerato un momento educativo per la collettività e il costo del biglietto era molto basso.

Le spese per le rappresentazioni teatrali non erano sostenute dallo Stato, ma dai cittadini più ricchi che offrivano alla città spettacoli e altre attività pubbliche, considerando questo un onore.

Questa pratica si chiamava “liturgia”, cioè “attività a favore della popolazione” ed era usata anche per accattivarsi le simpatie del popolo ateniese a favore della propria carriera politica.

Il teatro greco
I teatri venivano costruiti sul fianco di una collina. Le gradinate dove sedevano gli spettatori formavano un semicerchio attorno al palcoscenico, in modo da offrire una visuale perfetta.
Gli attori indossavano delle maschere che contenevano un piccolo imbuto per amplificare la voce.

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LA CONDIZIONE DELLE DONNE

Nella democratica Atene, le donne vivevano una condizione di inferiorità sociale. La loro vita si svolgeva reclusa nella parte più interna della casa, il gineceo (da guné, “donna”).

Alle donne era vietato partecipare a ogni manifestazione pubblica, salvo le processioni. Non avevano patrimonio proprio, i beni portati in dote erano amministrati dal marito e se diventavano vedove,

tornavano sotto l’autorità del padre o dell’uomo più anziano della famiglia, che provvedeva a trovare un nuovo marito.

Le donne infatti non potevano vivere da sole.

Avevano una maggiore libertà le etère, che in genere erano straniere, donne istruite capaci di recitare e suonare strumenti musicali ai banchetti riservati agli uomini.

L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI

L’educazione dei giovani prevedeva sia l’esercizio fisico che lo studio teorico. Maestri privati istruivano i giovani in quattro materie fondamentali: lettere, ginnastica, musica e disegno.

Quando avevano 18 anni, i giovani ateniesi entravano nel periodo dell’efebìa che durava due anni e durante i quali i giovani ricevevano una preparazione militare completa. Per gran parte di questo periodo vivevano lontani dalla famiglia e dal resto della comunità, di cui entravano a far parte al termine dei due anni.

LA FILOSOFIA E LA STORIA

Nel V secolo ad Atene si affermò la figura del sofista.

I sofisti erano insegnanti dell’arte retorica, cioè del saper parlare e argomentare le proprie tesi. Una abilità molto importante in un sistema politico come quello greco dove le decisioni venivano prese con la discussione e il confronto.

In questo stesso periodo visse il filosofo Socrate, il cui insegnamento ci è noto attraverso le opere del suo discepolo Platone.

Socrate mise da parte l’indagine sulla natura, che aveva impegnato i primi filosofi, per concentrarsi sull’etica e il “vero” bene.

Al V secolo risale anche la nascita della storiografia con Erodoto (490-424 a.C.), che viene considerato anche il padre della geografia perché nei suoi lunghi viaggi descrisse luoghi e costumi dei diversi popoli.

Di poco successivo fu Tucidide (460-395 a.C.) anche lui storico, ma più attento alle vicende politiche e militari e alla verifica delle fonti.

Per lui lo studio della storia doveva avere uno scopro pratico, più che descrittivo, che consisteva nel fornire insegnamenti utili per il futuro.

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LA GUERRA DEL PELOPONNESO E LA DECADENZA ELLENICA

LA GUERRA CON SPARTA: L’ASSEDIO DI ATENE

Alcune città mercantili come Corinto e Megara non sopportavano il predominio di Atene sui commerci. Quando Megara chiese aiuto a Sparta perché Atene impediva alle sue navi di approdare nei porti della lega delio-attica, Sparta intervenne.

Nel 431 a.C. invase l’Attica e mise sotto assedio Atene.

Atene rifiutò lo scontro terrestre con Sparta, che era molto più forte militarmente. La città si rinchiuse nelle sue mura, che proteggevano anche il Pireo e consentivano quindi i rifornimenti che venivano via mare, lasciando che gli Spartani devastassero le campagne circostanti.

A questa strategia erano contrari gli aristocratici che erano proprietari terrieri e che quindi stavano subendo i danni di questa scelta.

Ma il prestigio di Pericle rese inefficace l’opposizione aristocratica.

LA MORTE DI PERICLE, LA TREGUA DI NICEA

Nel 430 a.C. scoppiò ad Atene una grave epidemia che fece migliaia di morti, tra cui lo stesso Pericle. Ci furono scontri ripetuti tra gli Spartani e gli Ateniesi che però non risolsero il conflitto con una vittoria dell’una o dell’altra parte.

Nel 421 a.C. venne firmata la pace di Nicea che stabiliva una tregua di 50 anni.

LA TREGUA NON VIENE RISPETTATA

La tregua non venne rispettata e le ostilità ricominciarono.

Nel 415 a.C. Alcibiade, nipote di Pericle, condusse l’esercito ateniese in Sicilia contro Siracusa, alleata di Sparta. 

Ma i Siracusani inflissero dure sconfitte agli Ateniesi, la cui flotta fu distrutta e i soldati sterminati.

LA CADUTA DI ATENE

Nel 412 a.C. Sparta si accordò con il re persiano Dario IIle póleis della Ionia potevano essere conquistate dai Persiani in cambio dell’oro che serviva agli Spartani per costruire una flotta in grado di affrontare quella ateniese.

Atene si trovò quindi in una posizione sempre più difficile.

Nel 411 a.C. l’opposizione aristocratica si ribellò, riuscì ad abbattere il governo democratico e a instaurare un regime oligarchico, che cancellò le riforme di Pericle. Ma l’oligarchia durò poco: già l’anno dopo (nel 410 a.C.) i democratici ripresero il potere.

Una serie di sconfitte portò alla caduta della città. Atene nel 404 a.C. dovette accettare durissime condizioni di pace, che prevedevano:

  • l’abbattimento delle mura difensive;
  • il ridimensionamento della flotta;
  • la cessione dei territori fuori dell’Attica;
  • l’adesione alla lega del Peloponneso dominata da Sparta.

L’egemonia di Atene sul Mediterraneo si era conclusa.

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I TRENTA TIRANNI

Il nuovo governo ateniese fu composto da trenta aristocratici che furono chiamati i Trenta tiranni. Gli oppositori democratici furono vittime di epurazioni. Il regime oligarchico di Atene durò poco: già nel 403 a.C. i democratici riconquistarono il potere, ma ormai la forza economica e politica di Atene era finita.

LA GRECIA NELLE MANI DI SPARTA

Al dominio ateniese si sostituì il dominio spartano che impose nelle città greche governi aristocratici e soprattutto il pagamento di pesanti tributi sia in denaro che in soldati e navi.

Ma l’egemonia spartana non durò a lungo, la città non aveva sufficienti risorse economiche per sostenere il costo delle continue spedizioni militari necessarie a controllare il territorio greco.

La stessa Sparta era continuamente minacciata da rivolte degli Iloti.

LA GUERRA DI CORINTO

In questa situazione si inserì l’impero persiano che nel 395 a.C. strinse un accordo con Atene, Tebe, Corinto e Argo per contrastare Sparta.

Cominciò così la guerra di Corinto che durò 10 anni e portò alla definitiva decadenza della civiltà ellenica.

Nel 386 a.C. venne firmata la pace del re che mise fine alla guerra di Corinto, riconoscendo a Sparta il controllo sulla Grecia e all’impero persiano il controllo sulle città greche della costa dell’Asia Minore e dunque il dominio sul mar Egeo.

L’EGEMONIA TEBANA

Negli anni successivi fu un susseguirsi di guerre, alleanze, vittorie, sconfitte e nuovi trattati di pace.

Nel 371 a.C. Tebe, una città della Beozia, sconfisse gli Spartani e successivamente sconfisse Sparta e Atene, alleate per contrastarla.

Ma il dominio di Tebe non ripristinò la potenza ormai perduta delle città greche. I continui conflitti indebolirono sempre di più il mondo greco e aprirono la strada alla sua conquista da parte del regno di Macedonia.

Epaminonda e la falange tebana

I Tebani erano guidati da Epaminonda, che adottò una variante della falange oplitica, la falange tebana.
Questa falange lasciava penetrare il nemico al centro dello schieramento mentre l’ala sinistra, formata dai soldati migliori, lo accerchiava e lo colpiva sul fianco.