Raccontare per immagini Storie filmate „ L effetto di realtà Secondo la leggenda, la prima proie­zione del film dei fratelli Lumière, L arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1896), gettò nel panico il pubblico parigino, terrorizzato dall idea che la locomotiva potesse bucare il telone e fare irruzione in sala. Per quanto sia divertente immaginare dame urlanti e signori baffuti in fuga, non sappiamo in realtà se le cose siano andate davvero così: anzi, è probabile che l aneddoto sia falso. Se ancora oggi ricordiamo questo episodio, è per via della sua capacità evocativa: ci fa capire che non basta riprendere qualcosa, per girare un film. A colpire gli spettatori dell epoca non era tanto la ripresa di una stazione affollata: ciò che stupiva era la particolare angolazione dell inquadratura, che conferiva profondità e realismo alla scena. Proprio perché non era ripreso frontalmente, il treno dei Lumière prendeva vita nello spazio, nel tempo e forse anche nella sala di proiezione! L effetto di realtà non è dato dalla semplice cattura di cose e persone su un supporto fisico come il fotogramma (oggi anch esso digitale e immateriale), ma dalla scelta del punto di osservazione e dal montaggio delle immagini secondo un intreccio coerente. Questo principio vale anche per la letteratura e il teatro, ma come ci ricorda il famoso regista Alfred Hitchcock, i confronti tra il cinema e le altre forme d arte sono sempre difficili: «Non bisognerebbe mai paragonare un film a un lavoro teatrale o a un romanzo. Quello che più gli si avvicina è il racconto, che si fonda sulla regola di contenere una sola idea che arriva a esprimersi nel momento in cui l azione raggiunge il punto drammatico culminante. [ ] Raramente lo sviluppo di un racconto incontra punti morti, ed è qui che sta la sua somiglianza con il film . Un fotogramma di L arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei fratelli Lumière. 156