SPECCHI di CARTA «Il verbo leggere , scrive Pennac, «non sopporta l imperativo . Se qualcuno vuole farci credere il contrario, finisce con l infastidirci e metterci in sospetto. Per questo lo scrittore francese ha elaborato un decalogo di diritti, che aiutano a far capire come leggere letteratura si tratti di un racconto, un romanzo, un sonetto, una biografia non sia un noioso dovere, ma un piacere volontario, che chiunque può praticare lontano da ogni imposizione. Ecco l elenco. Sei d accordo, o qualcuno di questi diritti ti lascia perplesso? 1. Il diritto di non leggere. 2. Il diritto di saltare le pagine. 3. Il diritto di non finire un libro. 4. Il diritto di rileggere. 5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa. 6. Il diritto al bovarismo1. 7. Il diritto di leggere ovunque. 8. Il diritto di spizzicare. 9. Il diritto di leggere ad alta voce. 10. Il diritto di tacere. 1. diritto al bovarismo: diritto a fantasticare, per evadere da una realtà che non soddisfa, come fa Madame Bovary, protagonista dell omonimo romanzo di Gustave Flaubert, pubblicato nel 1857. CAMILLA BARESANI Le trappole della lettura T3 TRATTO DA Il piacere tra le righe. Le seduzioni della lettura, 2003 Audio LETTURA Camilla Baresani (n. 1961), scrittrice e giornalista, ragiona sull approccio che sarebbe opportuno avere nei confronti dei libri che leggiamo, individuando una serie di pericoli. 5 10 1. refrain: frase fatta, che si ripete senza variazioni. 24 Saper leggere serve anche a vivere. E quindi, come gran parte delle sentenze anche questa può essere rigirata a piacimento: saper vivere serve anche a leggere. Per quasi tutto quello che sta sotto i nostri occhi esistono una verità in cui ci siamo accomodati come in una poltrona e una controverità spiazzante, una sorta di: in una casa piccola ma sporca, viveva una famiglia povera ma disonesta . L effetto straniante di questo ribaltamento di un classico refrain1 da fiaba, è un elementare dimostrazione di quanto le nostre orecchie siano abituate a contenuti di ovvietà, al punto di non riuscir più nemmeno a coglierli. Ci risvegliamo dal torpore intellettivo solo nel momento in cui l ovvietà è contraddetta, cioè solo se la casa è piccola ma sporca . Lo stesso accade con ciò che crediamo di sapere: a un certo punto si trasforma in abitudine, certezza, non è più oggetto di riflessione, né tantomeno di dubbio. lo stesso meccanismo per cui molte persone leggono libri che affermano e illustrano contenuti scontati, per nulla illuminanti, semplici rassicurazioni e