50 55 60 65 70 75 80 altro che la mano che gli dà il pane, e le botte, magari. Ma l asino, povera bestia, sbilenco e macilento,18 sopportava tutto lo sfogo della cattiveria di Malpelo; ei lo picchiava senza pietà, col manico della zappa, e borbottava: «Così creperai più presto! . Dopo la morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo, e lavorava al pari di quei bufali feroci che si tengono coll anello di ferro al naso. Sapendo che era malpelo, ei si acconciava19 ad esserlo il peggio che fosse possibile, e se accadeva una disgrazia, o che un operaio smarriva i ferri, o che un asino si rompeva una gamba, o che crollava un tratto di galleria, si sapeva sempre che era stato lui; e infatti ei si pigliava le busse20 senza protestare, proprio come se le pigliano gli asini che curvano la schiena, ma seguitano a fare a modo loro. Cogli altri ragazzi poi era addirittura crudele, e sembrava che si volesse vendicare sui deboli di tutto il male che s immaginava gli avessero fatto gli altri, a lui e al suo babbo. Certo ei provava uno strano diletto a rammentare ad uno ad uno tutti i maltrattamenti ed i soprusi che avevano fatto subire a suo padre, e del modo in cui l avevano lasciato crepare. E quando era solo borbottava: «Anche con me fanno così! e a mio padre gli dicevano Bestia, perché egli non faceva così! . E una volta che passava il padrone, accompagnandolo con un occhiata torva: « stato lui! per trentacinque tarì! .21 E un altra volta, dietro allo sciancato: «E anche lui! e si metteva a ridere! Io l ho udito, quella sera! . Per un raffinamento di malignità22 sembrava aver preso a proteggere un povero ragazzetto, venuto a lavorare da poco tempo nella cava, il quale per una caduta da un ponte s era lussato il femore, e non poteva far più il manovale. Il poveretto, quando portava il suo corbello di rena in spalla, arrancava in modo che gli avevano messo nome Ranocchio; ma lavorando sotterra, così Ranocchio com era, il suo pane se lo buscava. Malpelo gliene dava anche del suo, per prendersi il gusto di tiranneggiarlo, dicevano. Infatti egli lo tormentava in cento modi. Ora lo batteva senza un motivo e senza misericordia, e se Ranocchio non si difendeva, lo picchiava più forte, con maggiore accanimento, dicendogli: «To , bestia! Bestia sei! Se non ti senti l animo di difenderti da me che non ti voglio male, vuol dire che ti lascerai pestare il viso da questo e da quello! . O se Ranocchio si asciugava il sangue che gli usciva dalla bocca e dalle narici: «Così, come ti cuo- 18. sbilenco e macilento: storto e denutrito. 19. si acconciava: si sforzava. 20. busse: percosse. 21. per trentacinque tarì: per pochi soldi. Il tarì era una moneta siciliana. 22. raffinamento di malignità: forma sottile di cattiveria. 415 IL 45 CLASSICO Il mondo fra le righe