I generi UNIT 6 La narrativa non fiction 95 100 105 lesioni pre-melanoma, macchie da mal di fegato, eczemi, verruche, cisti papulari, pancioni, celluliti femorali, vene varicose,18 trattamenti al collagene e al silicone, tinture orribili, trapianti di capelli malriusciti insomma, ho visto un sacco di gente seminuda che avrei preferito non vedere seminuda. Mi sono sentito depresso come non mi sentivo dalla pubertà e ho riempito quasi tre taccuini per capire se era un Problema Mio o un Problema Loro. Ho acquisito e nutrito un rancore che potrebbe anche durare tutta la vita verso il direttore d hotel della nave il cui nome era signor Dermatis e che io da allora in poi ho battezzato signor Dermatitis19 un rispetto quasi ossequioso per il mio cameriere e un ardente passione per la cameriera della mia cabina del corridoio sul ponte 10, Petra, Petra dalle fossette e dalle sopracciglia ampie e candide, che indossava divise sempre bianche inamidate e fruscianti e profumava del disinfettante al cedro norvegese che passava nei bagni; e che puliva ogni centimetro praticabile della mia cabina almeno dieci volte al giorno, ma che non si è mai fatta sorprendere nell atto di pulire una figura di eleganza magica e duratura, meritevole di una cartolina tutta dedicata a lei. David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più, trad. di G. D Angelo e F. Piccolo, minimum fax, Roma 2017 18. eritemi varicose: malattie della pelle, più o meno gravi. 19. In qualche modo aveva l impressione che io fossi un giornalista ficcanaso, così non mi lasciava vedere la cambusa, il ponte di comando, le cabine del personale di bordo, COME CONTINUA niente di niente, né mi lasciava intervistare qualcuno dell equipaggio o del personale con il registratore acceso; e poi portava gli occhiali da sole all interno della nave, e aveva le spalline, ed è rimasto un sacco di tempo a parlare al telefono in greco mentre aspetta- vo nel suo ufficio dopo che mi ero perso le semifinali di karaoke nel salone Rendez-Vouz per andare all appuntamento che mi aveva dato lui; spero che si ammali. [Nota dell autore] Foster Wallace continua a ragionare sulla straniante esperienza che ha vissuto, cercando di capire come mai abbia instillato in lui così tanta inquietudine anzi un autentico senso di angoscia quando tutto era così perfetto, tirato a lucido, organizzato nei minimi particolari. Per capire meglio analizza le brochure pubblicitarie della crociera, i vari momenti del viaggio, le caratteristiche di equipaggio e passeggeri. Per poi invariabilmente tornare a rivolgere lo sguardo su di sé. SPECCHI di CARTA Il mondo cambia, sì, e cambia sempre più in fretta di quanto pensiamo. Quando David Foster Wallace sale sulla sua splendida nave da crociera, alla metà degli anni Novanta, non può immaginare che di lì a poco tutti saremmo stati iperconnessi. Con la redazione della rivista che l ha incaricato di scrivere un pezzo comunica in modo per noi arcaico, grazie al radiotelefono della nave, mentre oggi persino nel 484 bel mezzo dell oceano sono disponibili connessioni internet. Comporre una «cartolina turistica gigante , come gli viene richiesto, ai tempi odierni è una bazzecola: un paio di clic ed eccola pronta su Instagram. Ma la realtà che ci sta intorno, oltre che mostrata, andrebbe studiata, esplorata, capita: ed è questo che ci insegna questo scrittore, un po spaesato, a spasso per i Caraibi a ritmo di conga.