Più vero del vero «La responsabilità penale è personale , recita l articolo 27 della Costituzione italiana, sottolineando come ogni individuo sia sempre responsabile delle proprie azioni. Dopo l assassinio di Luca Varani, effettivamente, il processo ha appurato, nelle sedi e nei modi previsti dalla legge, il chi e il come, il quando e il dove. Sfugge ancora, però, il perché: per quale ragione i due ragazzi, apparentemente normali, hanno seviziato il giovane, portandolo a una morte atroce? Quale oscura volontà ha guidato le loro azioni? Se la legge deve fermarsi ai puri dati, la letteratura può invece, con i suoi strumenti, cogliere gli aspetti più complessi e meno visibili della realtà. Lagioia offre a noi lettori un quadro più articolato di quello rilevato dalle indagini. Senza giustificare affatto gli assassini, il narratore mostra che il male può sorgere anche dall indifferenza, dal cinismo e dalla sciatteria, e suscita in noi la consapevolezza che un delitto tanto atroce, quando accade, ha anche il valore di un dito puntato sui guasti dell intera società. GUIDA ALLA LETTURA Una città grandiosa e ignobile Prima il turista truffato, poi i topi al Colosseo, il tecnico Angelucci e, ancora, l avvocato Florita... In pochi paragrafi si susseguono diverse figure, apparentemente slegate l una dall altra, abitanti del centro oppure della periferia di Roma. Sono le tessere di un più ampio mosaico, di una realtà che, passo dopo passo, si dipana davanti ai nostri occhi, formando un quadro realistico e, al tempo stesso, evocando l atmosfera della vita cittadina. In effetti, Roma non è semplicemente lo scenario degli eventi raccontati. Con dovizia di dettagli l autore descrive le caratteristiche specifiche della città, trasformandola in un insostituibile personaggio. Gli eventi raccontati sono infatti strettamente legati al luogo, come si capisce dall abbondanza di riferimenti topografici alle vie, ai monumenti, alle piazze e ai quartieri della Capitale. E, coerentemente con i tratti tipici della non fiction, la rappresentazione rompe gli stereotipi più diffusi, che la descrivono come un museo a cielo aperto, tra romantiche rovine e paesaggi da sogno. Certo, potere e meraviglia (r. 173) affascinano turisti e cittadini, ma si evidenzia, fin dalle prime righe, una caotica routine che, senza cancellarne la bellezza, trasforma Roma in una città detestabile: i turisti subiscono continue truffe, l immondizia deturpa i monumenti, l amministrazione è travolta dalle inchieste giudiziarie. Siamo di fronte a un apocalisse quotidiana: il sangue che gronda nella biglietteria del Colosseo, l invasione fuori controllo dei topi, il diluvio che inaspettatamente si abbatte sulla città, addirittura l inaudita coesistenza di due papi suggeriscono, come se fossero piaghe bibliche, un atmosfera di catastrofe incombente. L assassinio del 4 marzo, dunque, non appare come una sciagura isolata, ma rientra nella natura ambigua della città, vista da Lagioia come incantevole e mostruosa al tempo stesso. La rappresentazione della società Alla voce narrante interessa, soprattutto, il paesaggio sociale. Significativamente, il brano si apre su una caotica scena di massa: Migliaia di corpi (r. 3) accalcati alla biglietteria del Colosseo mentre un traffico ingestibile esaspera i passeggeri degli autobus. Come reagiscono i romani a questa confusione? Secondo l autore, tutto sembra lasciare indifferenti i cittadini che, rassegnati, ricorrono al sarcasmo invece di indignarsi. 501 FRESCO DI STAMPA SPECCHI di CARTA