Il racconto spiazzante della Shoah Diversamente dalla maggioranza delle testimonianze letterarie e cinematografiche sulla Shoah, alcune pellicole fanno pensare provocando, coniugando il dolore con la comicità. Si può ridere fuggendo dalle SS? Il film Train de vie, girato nel 1998 dal regista rumeno Radu Mihaileanu, rinuncia a spiegare la malvagità umana: la violenza può essere soltanto parodiata. E così nell estate del 1941, in un villaggio ebraico dell Europa orientale, dopo una corsa a perdifiato per i boschi, il pazzo del luogo avvisa che i tedeschi stanno catturando gli ebrei. L unica via di fuga è organizzare un finto treno di deportazione, che però porti i malcapitati in Palestina. La carovana si mette in marcia, riuscendo tra mille peripezie a sottrarsi ai nazisti. La sgangherata compagnia viene dunque premiata dal lieto fine? La conclusione impone, drammaticamente, i diritti tragici della verità. Scene dei film Train de vie (1998) e La vita è bella (1997). L immaginazione non può impedire il dolore e la morte, ma aiuta a sopportarli, come accade anche in La vita è bella, interpretato e diretto da Roberto Benigni nel 1997: qui il gioco è lo strumento utilizzato da un padre per alleviare le sofferenze del figlioletto e tenerlo nascosto nel campo di concentramento dove i due si trovano reclusi. La bugia è una necessità quotidiana quando la realtà è insopportabile: lo sanno bene Jakob, il commerciante polacco descritto da Jurek Becker e interpretato nel 1999 da Robin Williams nel film Jakob il bugiardo, e il bambino protagonista di Jojo Rabbit (2019), una favola nera che lascia comprendere quanto fosse drammatico crescere sotto una dittatura. Una scena del film Jakob il bugiardo (1999). La locandina del film Jojo Rabbit (2019). 530
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