I generi UNIT 7 La narrativa storica Testimoniare l indicibile La fame che divora i corpi, malnutriti di una brodosa e insufficiente zuppa ( T8, p. 560); il freddo insopportabile della Polonia, dal quale è impossibile proteggersi; le condizioni igieniche precarie e umilianti, peggiorate dalla promiscuità coatta che diffonde pidocchi e scabbia: tutto questo, mescolato con le assurde e incomprensibili regole del campo ( T7, p. 554), comporta condizioni di vita tremende. Scientificamente studiata dai nazisti per sfruttare le risorse vitali dei prigionieri, fino alla loro estinzione, la vita nel campo risulta disumana al punto tale da apparire incredibile agli stessi occhi dei deportati. Levi, in proposito, ricorda la paura una volta scampato alla tragedia di non essere creduto, trasformata nell incubo ricorrente della «narrazione fatta e non ascoltata : anche per questo, dopo il successo del suo libro, l autore intervenne con frequenza in dibattiti pubblici sulla Shoah, presso scuole e altre istituzioni, per testimoniare ciò che, a molti altri sopravvissuti, pareva troppo difficile e troppo doloroso rievocare. Con il trascorrere dei decenni, e la graduale scomparsa di chi c era stato, la voce diretta di Primo Levi acquista sempre più importanza: l autore ci parla dalle pagine del suo libro per attestare la verità dei fatti, oltre i limiti della memoria individuale e della trasmissione orale. Lo stile La scrittura di Levi persegue la semplicità: la costruzione della frase è lineare; la paratassi prevale sulla subordinazione. La pagina, insomma, si propone di riferire con esattezza fatti e situazioni: ciò determina, spesso, la presenza di frasi e termini nelle lingue parlate da prigionieri e aguzzini, come il tedesco e il francese ( T8, p. 560). La precisione del lessico ( T7, p. 554) e la chiarezza scandita delle frasi ( T6, p. 549) sono un mezzo per suscitare una presa di coscienza che non passa attraverso le emozioni, ma giunge tramite l esercizio della ragione. Non si insiste, in Se questo è un uomo, su dettagli macabri o patetici: il narratore non ricerca né la commiserazione per sé, né l odio o la vendetta per i responsabili, ma adotta, dandoci un altissima lezione di moralità e di giustizia, un tono oggettivo, emotivamente controllato, che accompagna il lettore in un tragico percorso di conoscenza. Perché, dice Levi, «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate . 3. LE ALTRE OPERE La tregua 546 Dopo Se questo è un uomo (1947) Levi pubblica La tregua nel 1963. Composta tra il 1961 e il 1962, l opera prosegue le vicende del libro precedente: l autore racconta, in prima persona, il viaggio di ritorno verso la sua città natale, tra pericoli e avventure. Partito da Auschwitz nel febbraio del 1945 Levi, attraverso Polonia, Ucraina, Bielorussia e altre regioni europee, arriva a Torino nell ottobre dello stesso anno. Incontri e avvenimenti si svolgono in una complessiva atmosfera di liberazione, di fine dell incubo nazista. Nonostante questo, però, il destino risulta ancora incerto: il ritorno alla normalità, infatti, sarà sempre turbato dagli indelebili ricordi del campo di sterminio. Tale sospensione, tra l orrore del passato e l incertezza del futuro, spiega il titolo del libro.