I generi UNIT 8 La narrativa d introspezione 55 60 65 70 75 80 85 90 cavo la testa pelata, però non accadeva spesso che mi lasciasse salire lì in quel posto che mi piaceva tanto, sicché quando lui voleva vedere il quaderno delle aste10 che sono la cosa più importante del mondo perché una persona istruita se la cava sempre nella vita mentre un ignorante chiunque se lo mette sotto i piedi, quando dunque voleva vedere il quaderno io glielo mostravo solo se mi lasciava salire sui suoi ginocchi e poi non volevo più scendere si capisce, gli ficcavo le dita negli occhi e gli mettevo in disordine i quattro peli della testa finché lui perdeva la pazienza e diceva moglie portatelo via tu questo demonio, e mia madre mi veniva a prendere ma poi non poteva tenermi perché aveva sempre qualcosa da fare specie all ora di cena quando tornavano a casa dalla bottega. La bottega era sotto i portici in PAROLA DI piazza come le altre botteghe del Bottega Più familiare del negozio, la bottega è paese, da una parte avevamo la il locale dove si conservano bottega dei generi casalinghi dove e si vendono merci, o il laboratorio di attività artigianali. Fino al Rinascimento, con bottega vendevano piatti, bicchieri, pento(dal latino apotheca, che a sua volta deriva le e lumi a petrolio per i contadini dal greco) ci si riferiva allo studio dove lavoravano gli artisti con i loro allievi. La parola in mezzo ai campi che non avevano è molto viva in italiano soprattutto in alcune ancora la luce elettrica, e dall altra espressioni. Per esempio, aprire o chiudere bottega significa, rispettivamente, iniziare o parte c era la pasticceria bar Venecessare un attività commerciale; andare a zia che era la più bella bottega del bottega vuol dire fare l apprendista presso qualcuno. Essere casa e bottega si riferisce a paese e forse del mondo intero tutchi si dedica solo al lavoro e alla famiglia. Se vi fanno notare che avete la bottega aperta non ta stucchi bianchi e oro, e lì vendepensate ad un negozio in attività: vuol dire che vano paste, cioccolato e caramelle, avete i pantaloni sbottonati! cose che costavano soldi e facevano male alla pancia, e io non volevo assolutamente avere male alla pancia altrimenti avrebbero cercato di darmi l olio di ricino11 mentre io sapevo di non poterlo prendere perché una volta che la mamma aveva cercato di darmelo con lo zucchero e il limone e lei diceva che l olio neanche si sentiva io invece l avevo sentito e non ero riuscito a mandarlo giù, era proprio una cosa che non mi era riuscito di fare, ma questo la mamma non lo capiva, credeva che fossi come i bambini buoni che l olio magari coi modi bruschi lo prendono, così mi aveva chiuso il naso per farmi aprire la bocca e mandarmelo giù per forza, e allora io gliel avevo sputato tutto addosso sul vestito, non apposta ma perché m era venuto un vomito da strangolarmi, però lei aveva creduto che gliel avessi sputato apposta per questo s era arrabbiata tanto e me ne aveva date quattro di fisse12 sul sedere, e poi mi aveva lasciato solo in camera a piangere al buio per il dolore e la confusione dell ingiustizia, e dopo quella volta mai più lo dissi quando avevo male, neppure quando mi veniva mal di pancia da morire perché mangiavo troppa minestra di fagioli, mi tenevo i dolori senza dir niente a nessuno per paura dell olio di ricino, che la mamma si ar- 10. il quaderno delle aste: il quaderno degli esercizi di scrittura, in uso all inizio delle scuole elementari. 582 11. l olio di ricino: ha proprietà lassative. 12. quattro di fisse: quattro sculaccioni ben assestati.
T2 GIUSEPPE BERTO, Il padre senza volto (da Il male oscuro)