90 95 100 in gilet, kilt e mocassini come le ragazze dell Albero delle mele :15 quanto di meglio per esaltare il biondo senape dei capelli, il turgido16 fulgore dei polpacci e la mia sete di stereotipi melensi. Era vero, allora. Non era un sogno. Anche se gli occhi erano incapaci di coglierlo, il cervello di dargli forma, il cuore di compiacersene, mi trovavo nella Mecca17 verso cui avevo imparato a rivolgere le mie preghiere: il caro vecchio ombelico del mondo celebrato da centinaia di film. Ripetermelo non faceva che aumentare lo sconcerto: lo sconcerto non faceva che indurmi a ripetermelo. La sola cosa che non avevo messo in conto era il miasma18 speziato e ripugnante che sembrava impregnare ogni molecola d aria di quell estrema propaggine19 newyorchese, all epoca ancora da bonificare: un lezzo rifritto di bacon, curry e discarica che sembrava provenire dalle viscere della Terra se non addirittura dal buco del culo del diavolo. Eppure, chissà come, anche quel fetore riusciva a inebriarmi. Pensate, lo fa ancora adesso: nel ricordo. Alessandro Piperno, Di chi è la colpa, Mondadori, Milano 2021 15. Albero delle mele: serie tv americana che ebbe grande successo negli anni Ottanta. 16. turgido: gonfio. COME CONTINUA 17. Mecca: città santa dell Islam; qui, in senso figurato, il luogo sognato, il paradiso ideale. 18. miasma: lezzo. 19. propaggine: lembo di terra. Il soggiorno a New York si consuma fra shopping, concerti, puntate in spiaggia e visite ai musei, in un turbine di scoperte. Il fascino della cugina Francesca si fa irresistibile, ma viene il tempo di tornare. A casa la situazione in famiglia è sempre più tesa. Si prepara un dramma che aprirà al ragazzo la strada verso una nuova vita. SPECCHI di CARTA Ah, l America! Un sogno proibito per milioni di italiani in fuga dalla miseria. Ma anche per tanti giovani senza problemi economici, affascinati da una way of life così diversa dalla nostra. Allo stesso modo, in questo preciso istante migliaia di persone, cresciute in una bidonville africana o asiatica, staranno sognando di trasferirsi dalle nostre parti, immaginando chissà quali delizie. E altrettante, pur benestanti, vorrebbero vivere in Italia, per gustare la dolce vita , o almeno visitare città di cui hanno tanto sentito parlare, come Firenze, Venezia o Roma. Come sarà il loro impatto, se e quando arriveranno? Non lo sappiamo, ma certo tutti, come il narratore del romanzo di Piperno, sperimenteranno sulla propria pelle lo scarto fra realtà e immaginazione. Grande o piccolo, ma sempre istruttivo. GUIDA ALLA LETTURA American dream «Tutto ciò che ci avevano insegnato ad amare e desiderare parlava l inglese degli americani . Questo è lo spirito con cui il narratore all inizio del capitolo in cui si trova il brano riportato ricorda di essere partito verso gli Stati Uniti: il suo è il sogno a stelle e strisce che negli anni Ottanta del Novecento contagiò un intera generazione di giovani italiani, influenzati dai prodotti di matrice americana, fossero film o canzoni, jeans o hamburger. Come tutti i sogni, prima o poi viene il momento del risveglio, spesso amaro. Ma in queste pagine domina l entusiasmo della scoperta, o meglio delle tante prime volte elencate 595 FRESCO DI STAMPA Negli abissi del cuore