I generi UNIT 9 La narrativa di formazione IL CLASSICO vo proprio lui, per le lesioni subite dopo essere rimasto sotto le macerie di una scuola crollata. Quando si accorge che il proprio destino è segnato, raccomanderà agli amici di prendersi cura dei suoi cagnolini. Non è un caso: come vediamo per la rondinella di Riccetto, i ragazzi di vita pasoliniani proiettano sugli animali l affetto e il bisogno di protezione che non ottengono dalle famiglie, disinteressate a loro al pari di tutta la società borghese e menefreghista. Non frequentano infatti la scuola: lasciati crescere soli e senza guida per le vie di Roma, alternano momenti di violenza sadica a ingenue tenerezze sentimentali. L ombra della tragedia Quando il Riccetto si getta nel Tevere, la corrente lo trascina via: per un attimo si ha l impres sione che la vicenda possa assumere una piega tragica, ma per fortuna il ragazzo riesce a nuotare verso riva, portando in salvo l uccellino. La disgrazia è però soltanto rimandata: alla fine del romanzo un altro ragazzo, Genesio, affoga. Il Riccetto sconvolto segue la scena dalla riva, ma stavolta non si tuffa, perché si rende conto che sarebbe inutile, e poi perché la cosa in fin dei conti non lo riguarda. «Io je vojo bene ar Riccetto , sarà il suo commento, come a dire: tengo più alla mia pelle che a quella del mio amico . Lo slancio innocente e genuino di queste pagine che lo ritraggono adolescente è destinato perciò a lasciare il posto agli aridi calcoli della maturità. Meglio non correre guai: si concluderà così la parabola di Ragazzi di vita, in cui la formazione come scrisse Pasolini in una lettera all editore coincide con il passaggio «dall età eroica e amorale all età già prosaica e immorale . Una lingua degradata ma vitale Sin dai primi giorni del suo arrivo a Roma, nel 1950, Pasolini restò affascinato dalla vita delle borgate, che gli pareva certo degradata ma per molti aspetti ancora autentica, non corrotta dal consumismo borghese. Iniziò a frequentare queste realtà, a osservarne i comportamenti, a impadronirsi del romanesco, che studiava appuntando su un taccuino le espressioni che lo colpivano, per poi riversarle nel romanzo. In questo brano le troviamo sulla bocca dei perso naggi (li pirata, r. 10; Che d è, r. 17; An vedi, rr. 24-25; Aòh, r. 28; Me pùncica, r. 39; fracica, r. 55 ecc.), ma altrove le fa proprie, amalgamandole alla lingua del narratore. Tale è la loro frequenza, che nell opera è stato inserito in coda un glossario, per chiarire i termini più ostici. Parolacce e bestemmie, che pure ricorrevano sulla bocca dei borgatari, vennero invece ca muffate sotto una pioggia di puntini. LABORATORIO SUL TESTO COMPRENDERE 1. Il luogo della storia. Dov è ambientata la vicenda? 2. In barca. Che cosa fanno i ragazzi sulla barca? 3. La rondine e i ragazzi. Oltre a Riccetto, come reagiscono gli altri ragazzi alla vista della rondine? ANALIZZARE E INTERPRETARE 4. Il ruolo del narratore. Rifletti sulla posizione e sull atteggiamento del narratore: che tipo di narratore è? un narratore che condivide il mondo dei suoi personaggi o li osserva in modo distaccato? Da che cosa lo capisci? 5. La conclusione dell episodio. Come interpreti il finale dell episodio? Ti sembra positivo o negativo? Perché? Esponi le tue considerazioni. 606 PARLARE E SCRIVERE BENE 6. Italiano e dialetto. Il dialetto è un vero e proprio codice, con il suo lessico e la sua grammatica. Traduci in lingua italiana le espressioni in romanesco che trovi nel testo, scegliendo un registro medio e colloquiale. DISCUTIAMONE Il rispetto per gli animali sta diventando, nella nostra società, sempre più importante: comportamenti una volta diffusi e considerati normali (indossare pellicce, legare i cani alla catena ecc.) sono oggi condannati. Qual è la tua posizione in merito? Pensi che questi atteggiamenti siano una conquista di civiltà?
T1 IL CLASSICO - PIER PAOLO PASOLINI, Una rondine nel Tevere (da Ragazzi di vita)