VITTORIO PELLIGRA CALENDARIO CIVILE La festa del lavoro degno 1° MAGGIO Festa dei Lavoratori articolo Il 1° maggio non è solo il giorno in cui decine di migliaia di giovani si danno appuntamento in piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, per ascoltare le canzoni del momento. Anche se il cosiddetto Concertone è organizzato dai tre sindacati confederali italiani (la Cgil, la Cisl e la Uil), rischia di sfuggire la ragione per cui si tiene in quella data. Eppure, la Festa dei lavoratori conserva ancora la stessa attualità di quando, negli Stati Uniti, gli operai cominciarono a battersi per il diritto alla giornata lavorativa di otto ore: una conquista che ottennero nel 1867 in Illinois e poi in altre parti del territorio statunitense. Nel lontano 1° maggio del 1886 una grande manifestazione, indetta a Chicago per celebrare questo storico risultato raggiunto diciannove anni prima e per richiedere l estensione di quel diritto agli altri Stati americani, fu repressa nel sangue dalla polizia che sparò sulla folla. L eco di questo tragico evento fu tale che il 1° maggio venne dichiarato Festa dei Lavoratori nel congresso della Seconda Internazionale tenutosi a Parigi nel 1889 e poi, gradualmente, fu adottato dai Paesi di tutto il mondo. Certo, molte conquiste sono state conseguite da quegli anni e molti diritti assicurati. Non mancano, tuttavia, segnali inquietanti: il mondo del lavoro è da anni sotto attacco, tutele e garanzie, che parevano acquisite, sono sempre più messe in discussione. Ecco perché, come sottolinea l economista Vittorio Pelligra, c è ancora molto da fare, molto da conquistare e moltissimo da difendere. Audio LETTURA 5 10 La civiltà di una nazione, di una cultura, della nostra cultura europea ed occidentale, non può non misurarsi, oggi, con la sua capacità di immaginare, generare e offrire un lavoro degno a tutti. Non un lavoro e basta, perché un lavoro non basta. Servono lavori degni. davvero paradossale che mentre Keynes1 negli anni 30 prevedeva, entro la fine del secolo, la possibilità di lavorare tutti per non più di quindici ore a settimana, oggi il lavoro sembra non avere più un orario e soprattutto sembra aver perso, in molti casi, il suo stesso significato. Una questione sulla quale nessuno sembra essere disposto confrontarsi. Scriveva qualche tempo fa David Graeber:2 «Che cosa si può immaginare di più demoralizzante del doversi svegliare ogni mattina per portare a termine un compito che in cuor nostro crediamo non andrebbe svolto perché è solo uno spreco di tempo o di risorse, oppure perché addirittura rende peggiore il mondo? Non rappresenterebbe una terribile ferita psichica per la nostra 1. Keynes: John Maynard Keynes, economista britannico (1883-1946). 2. David Graeber: antropologo statunitense (1961-2020). 717
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