Calendario civile 15 20 25 30 35 40 45 meno di avvalorarne l alto significato. L ostacolo maggiore da superare era in noi stessi, nel nostro istintivo conservatorismo, nella titubanza ad alterare una struttura nella quale, per una illusione allettatrice, ma falsa e insidiosa, credevamo di vedere l ordine, la stabilità, la quiete e l unità. Il popolo italiano ha superato anche questo ostacolo, creato più che altro da fattori psicologici e alimentato, ad arte, da troppo evidenti manovre. Ha preso il coraggio a due mani ed è entrato nella nuova strada ben sapendo ciò che gli spetta. Perché, diciamolo subito, un com­pito grave gli spetta: la Repubblica è stata voluta e affermata, ma ora bisogna farla questa Repubblica e, soprattutto, bisogna fare questi repubblicani. Il nostro compito, ricordiamocelo, non è finito, ma è appena cominciato domenica. Abbiamo detto: è qui che sorgerà la nostra casa, ma ora bisogna costruirla questa casa e saperla costruire. Noi crediamo fermamente che riusciremo ad assolvere questo compito. Mai come in quest ora abbiamo avuto tanta fede nel popolo italiano. Repubblicani e monarchici, Nord e Sud, apparentemente divisi, ritroveranno ora la loro unità in un solo pensiero, in un solo sentimento, in una sola idealità: l Italia. Questa Italia che vuol rinascere, che vuol rigenerarsi, e che di fronte agli stranieri e soprattutto di fronte agli alleati ha dato la dimostrazione di aver rotto nettamente con il suo recente passato volendo rivivere con un nuovo viso e un animo nuovo si impone al rispetto di noi stessi e di tutto il mondo civile. Non si torna: non si tornerà più indietro. Il Paese ha detto la sua parola domenica: tutti, uomini e partiti, si sono impegnati ad accettarla. Tutti la accetteranno. Mario Borsa, Tregua nazionale, Corriere della Sera , 6 giugno 1946 721