I generi UNIT 2 La poesia dei luoghi 2. LA POETICA PASCOLIANA Il mito del fanciullino Pascoli delinea i princìpi fondamentali della sua poetica in una prosa, pubblicata nel 1897, dal titolo Il fanciullino. L idea centrale è che anche nell età adulta di ogni individuo sopravviva un fanciullo che osserva il mondo e «vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta . Mentre la maggioranza degli adulti abbandona la propria originaria dimensione infantile, i poeti hanno la capacità di ascoltare e trascrivere la voce di questa parte innocente e irrazionale dell io, comunicando così attraverso la parola le proprie emozioni. Da ciò prende origine una nuova concezione della poesia, non più fondata sulla logica razionale delle cose, ma sull intuizione e sull immaginazione. Il poeta osserva le piccole cose della natura (come le tamerici, gli arbusti che danno il titolo alla sua prima raccolta) ma penetra nella loro essenza, ne scopre il mistero e le valenze simboliche più recondite. Realtà e simbolo A prima vista, le cose sulle quali si posa lo sguardo del poeta sono minute, perfino insignificanti, ma questa attenzione per il dettaglio, per i suoni, per i paesaggi non ha lo scopo di illustrare oggettivamente la realtà, per quanto essa sia nominata con precisione. Pascoli infatti cerca in ciascuno di questi elementi i nessi emozionali che li legano alla dimensione interiore, anche alla propria esperienza biografica: in tal modo, la voce degli uccelli (L assiuolo, T7, p. 142), i fenomeni atmosferici (Temporale, T9, p. 148), il profumo dei fiori e delle piante alludono sempre a qualcos altro, evocando l esistenza di una dimensione nascosta. Il rifugio del «nido D altra parte, l esaltazione della semplicità della vita campestre che spesso caratterizza i versi di Pascoli si accompagna alla percezione del male che incombe sull esistenza umana. Traumatizzato dai lutti familiari (X Agosto, T8, p. 145), inerme davanti al mistero della vita e della morte, il poeta tenta di trovare protezione dalle minacce del mondo esterno negli affetti familiari e nelle atmosfere più intime. L unica possibilità per salvare l innocenza, insidiata dall universo degli adulti, dal progresso e dalla civiltà industriale, è regredire all età dell oro dell infanzia, mitico tempo sereno, non ancora toccato dalle inquietudini della modernità e della vita adulta. Il luogo simbolico in cui ciò può avvenire è il «nido , lo spazio chiuso che ripara dalla società brutale e inospitale, l ambiente idealizzato in cui l unità familiare può essere ricomposta. Giovanni Fattori, La libecciata, 1880-1885. Firenze, Galleria d Arte Moderna, Palazzo Pitti. 140