Dammi mille baci Il Naviglio Grande a Milano con il ponte intitolato ad Alda Merini. L incubo della follia Nel 1954 sposa un panettiere, che poco dopo si mette in proprio, coinvolgendola nell attività. L anno successivo pubblica altre due raccolte poetiche: Nozze romane e Paura di Dio, ma la salute peggiora. Per quattordici anni viene internata a più riprese in ospedali psichiatrici, mentre le quattro figlie crescono lontane da lei. un lungo calvario, più tardi restituito nelle pagine dell Altra verità. Diario di una diversa (1986). Si tratta di una vibrante testimonianza in prosa su un esperienza sconvolgente. Il racconto ripercorre per lampi i momenti di crisi, gli elettroshock, gli stordimenti dovuti agli psicofarmaci, le ricorrenti umiliazioni, gli attimi di toccante umanità, offrendo uno spaccato sul modo in cui si affrontava il disagio mentale in Italia prima che venisse promulgata la legge Basaglia, che nel 1978 dispose la chiusura dei manicomi. Il ritorno nella società A partire dai primi anni Ottanta, tornata nella casa affacciata sul Naviglio Grande e recuperato l equilibrio psichico, Merini riprende a scrivere e pubblicare i propri versi, in edizioni private stampate col sostegno di amici o presso piccoli editori. Nel 1984 pubblica una delle sue raccolte più significative, La Terra Santa. Rimasta vedova, nello stesso anno si risposa con l anziano medico e poeta Michele Pierri, per poi trasferirsi nella sua città, Taranto. Quando anche Pierri viene a mancare, nel 1988, rientra a Milano, dove la sua fama comincia a lievitare. Gli anni del successo Negli anni Novanta aumentano le attenzioni della critica e l interesse del pubblico, affascinato dalla sua figura eccentrica. Si moltiplicano i libri di versi, ma scrive anche prose e aforismi, sorretta da una facilità di composizione che si fa travolgente: spesso non batte più sulla sua vecchia macchina per scrivere ma 197