La contemplazione della tranquillità serale spinge l io lirico a riflettere sulla morte, che per Foscolo consiste in uno stato di totale cancellazione e assenza di moto, a cui tutte le cose sono prima o poi destinate (fatal qu ete, v. 1): essa è vista come un nulla eterno (v. 10), cioè una condizione di totale e perenne annullamento dell essere, in cui sia l anima sia il corpo degli individui cessano completamente di esistere. Tuttavia tale immagine non appare funesta, anzi: mentre il giorno accecante coincide con il reo tempo (v. 11), la sera rappresenta un momento rasserenante perché coincide con la fine dei dolori e delle preoccupazioni che affollano l esistenza dell io lirico e lo assalgono senza tregua, armate come le schiere di un esercito (le torme / delle cure, vv. 11-12). Non a caso, ai verbi di movimento, concentrati nella prima terzina (Vagar, v. 9; vanno, v. 10; van, v. 11) si oppone la pace della sera al v. 13. La quiete interiore è però una condizione transitoria: la guerra perenne che agita il suo cuore e accende il suo temperamento ribelle è destinata presto a riaffiorare nel ruggito del suo spirto guerrier (v. 14). Versi in tumulto La ricerca dell armonia e della pace visibile nel sonetto si rispecchia nella sua costruzione. Nelle quartine il ritmo è ampio e solenne, come a sottolineare la distaccata contemplazione della sera e la momentanea sospensione degli affanni. Le terzine invece seguono un ritmo più serrato e incalzante, adatto a esprimere la tempesta interiore che agita il poeta e l incessante scorrere del tempo, rappresentati anche attraverso la paratassi scandita dal polisindeto (e intanto, v. 10; e van, v. 11; e mentre, v. 13) e l uso insistito dell enjambement. Il riaffiorare delle tensioni dell anima si riverbera infine nell accumulo dei suoni aspri, prodotti dalla presenza di numerose vocali scure ( o e u ) e di consonanti (orme; torme; dorme; nulla eterno ecc.). LABORATORIO SUL TESTO COMPRENDERE 1. A me sì cara vieni. Perché il poeta desidera l arrivo della sera? 2. L arrivo sospirato. In quale stagione dell anno le tenebre sono particolarmente gradite? 3. Il poeta allo specchio. Quale immagine di sé emerge nella lirica, soprattutto nelle terzine? ANALIZZARE E INTERPRETARE 4. Figure retoriche. I primi tre versi presentano altrettante figure retoriche: individuale. PARLARE E SCRIVERE BENE 7. Sinonimi. Foscolo usa il termine orme (v. 9) per indicare il cammino che conduce al suo cuore. Ti diamo alcuni sinonimi di questo termine: dopo averne controllato il significato sul dizionario, scrivi una frase per ciascuno di essi. tracce impronte vestigia segni scia 8. Verbi. Sempre scendi invocata, scrive il poeta al v. 7. Il verbo invocare contiene la radice voce , come i verbi seguenti. Scrivi una frase di senso compiuto con ciascuno di essi. provocare rievocare revocare convocare 5. Versi-pensiero. Quale aspetto della visione del mondo foscoliana emerge dall ossimoro nulla eterno (v. 10)? 6. Io e il mondo. Il conflitto con la propria epoca viene esplicitato da Foscolo con una metafora: quale? SCRIVERE PER 9. DESCRIVERE Partendo dagli elementi presenti nel sonetto, amplia, a tua scelta, la descrizione della sera estiva o di quella invernale: soffermati non solo sugli elementi visivi, ma anche su quelli uditivi e olfattivi (massimo 15 righe). 235 IL Voglia del nulla CLASSICO Che fai tu, luna, in ciel?
T1 IL CLASSICO - UGO FOSCOLO, Alla sera (da Poesie)