Bum! Esageriamo! Trasformarsi anche nella vita quotidiana. Figuriamoci nel cinema, dove la deformazione della realtà è un infallibile meccanismo dell intrattenimento, anche quello che invita lo spettatore a riflettere. Lo sapeva molto bene Charlie Chaplin: in Tempi moderni (1936), fa finire il povero operaio Charlot addirittura nell ingranaggio di una macchina industriale per mostrare i terribili automatismi con cui la catena di montaggio stritola l individuo. Nel Grande dittatore (1940), invece, indossa i panni di un barbiere ebreo che sfrutta la propria somiglianza con Hitler per inneggiare all uguaglianza e alla libertà. E lo sapeva bene, sia pure senza le stesse implicazioni ideologiche, Paolo Villaggio che mette in scena le più incredibili disavventure del suo disgraziato antieroe, il ragioniere Ugo Fantozzi, vittima della propria inettitudine e delle prepotenze altrui. Villaggio si accanisce sul personaggio esponendolo ad assurde angherie, ma è proprio calcando la mano che il pubblico può individuare in lui una sorta di prototipo dello sconfitto senza riscatto. Una scena del film Fantozzi subisce ancora (1983), in cui, con la consueta esagerazione iperbolica, si scherza sulla pratica dell assenteismo sul lavoro. Terence Hill e Bud Spencer in Altrimenti ci arrabbiamo (1974). Se non si esagera, insomma, non ci si diverte. Chi crederebbe davvero al realismo delle scazzottate della coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill? Eppure, il grottesco e il surreale imperversano dagli albori del cinema, ora puntando sulla comicità pura e semplice ora complicando le proprie istrioniche trovate con uno sguardo amaro sulle mentalità e sui costumi imperanti. Era così ieri, quando Il dottor Stranamore, nel 1964, con la regia di Stanley Kubrick, si divertiva a ridicolizzare i governi mondiali dell epoca, minacciati dallo spauracchio nucleare. così oggi, quando possiamo assistere al cinema o alla tv a poco attendibili scenari: come quello dell apparizione di un Duce redivivo (interpretato da Massimo Popolizio) che in Sono tornato (2018) ripiomba tra le strade di Roma, fiducioso di poter riprendere il potere grazie allo sfruttamento dei mezzi di comunicazione. Esagerazioni, si dirà Charlie Chaplin in una scena di Tempi moderni (1936). 355