2. IL TEMPO E LO SPAZIO DEL RACCONTO MITICO La concezione del tempo Il racconto mitico implica la presenza di un universo altro rispetto al reale: un mondo con un suo codice, un suo sistema di tradizioni e di discendenze. Può affiorare il ricordo di antichi eventi storici, che però vengono trasfigurati e collocati in una dimensione narrativa priva di legami concreti con la realtà e con la storia effettivamente vissuta. Per questo il linguaggio mitico è contraddistinto da un tempo sospeso, una sorta di eterno presente non diverso da quello della fiaba, riconducibile a formule fisse quali «C era una volta oppure Kan ma kan, «C era, non c era , tipica dell immaginario folclorico arabo e orientale. La dimensione temporale nelle varie mitologie risulta perlopiù connotata dalle seguenti caratteristiche: la sacralità: si tratta di un tempo che ha un valore superiore rispetto al presente, secondo il pregiudizio comune a molte culture per cui il passato è sempre migliore del periodo in cui si vive; la ciclicità: il tempo mitico è spesso anche un tempo ripetibile, nel quale il futuro ripercorre orme già note e non costituisce motivo di ansia e di paura per l uomo, che vi è preparato; la ricerca di un principio, cioè di un momento in cui la divinità creò il mondo o gli diede forma, oppure di un momento in cui l eroe civilizzatore o l antenato fecero una scoperta o rivelarono un invenzione. Miti sulla creazione del mondo, sull origine dei fenomeni e delle istituzioni umane sono altrettanto diffusi: basti pensare al racconto della genesi contenuto nel primo libro della Bibbia. In esso è stabilito un principio, il punto zero della linea del tempo. La concezione dello spazio La concezione dello spazio invece prevede luoghi diversi da quelli comuni, dotati di un significato speciale a seguito di un avvenimento primordiale lì compiutosi: nel linguaggio mitico viene indicato un centro del mondo, nel quale di solito si Pitture rupestri con figure e simboli della cosmogonia Dogon, popolazione del Mali. 12